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GAZZETTA PATRIA

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FIRENZE

Venerdì 31. Gennajo 1766.

A quefti Signori Miniftri della Zecca fono ftate coniate alcune Medaglie a due facce in diverfi metalli, del pefo di due once in circa, e prefentate all' amabiliffimo noAtro Real Sovrano, il quale ne ha moftrato un parzial gradimento. Efprimono effe in baffo rilievo da una faccia la perfetta effigie del Commendato Sovrano col fuo Nome intorno, e fi offerva nell' altra il Fiume Arno fotto fembianza virile appreffo la Città di Firenze, con quefto ben allufivo, e veridico motto Exultat in Rege fuo. Au. publ. felic. 1765. In quefta mattina è partito alla volta di Pifa il Sig. March. Leonardo Tempi, non ben per anche riftabilito dalla lunga penofa malattia fofferta, lufingato che la dolcezza maggiore di quel clima fia per apportare alla di lui falute non ordinario profitto. Dai Religiofi della Pace accennati nella decorfa fettimana, appreffo i folenni fuffragj per l'anima del defunto Imperatore, furono celebrate altresì con tutta pompa e decoro l' effequie alla gloriofa memoria del Delfino.

Nella fua Villa di Dicomano pafsò all' altra vita in queft' oggi il Nobile Sig. Buonaventura Durazzini, in età di anni 75.

Sabato 1. Febbrajo...

Fu portato all' Oratorio di S. Giovanni ad effer battezzato in quefta mattina un Figlio, ed è il fecondo mafchio, del Sig. Niccolò Quaratefi, e della Sig. Maria Anna Strozzi, col nome di Pier Maria ec. Andò parimente al battefimo una Figlia del Sig. Gio. Lorenzo Stendardi, Cav. di S. Stefano, e Guardiano di quefto Tribunale della Mercanzia, e della Sig. Maria Terefa Pucci, e fu nom. Giulia Maria ec. Pervenne da Napoli a quefto Sig. March. Viviani un Corriere di Spagna con dei fegreti difpacci

Tranfitarono in quefto giorno per Firenze due Corrieri, che uno proveniente dalla Francia alla volta di Roma, e l'altro di Spagna che paffava a Parma.

Domenica 2. detto.

I piiffimi noftri Sovrani andarono quefta mattina alla Chiefa di S. Felicita ad affiftere alla S. Meffa folennemente cantata in mufica, e riceverono le Candele benedette proprie di quefto gior

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no, quali furono altresì difpenfate a tutta la Corte, avendole a tale oggetto S. A. R. mandate per benedirfi a detta Chiefa nel giorno precedente.

Dall' Opera di quefta Metropolitana', da tutte queste Religioni Clauftrali, ed altri Luoghi Pii, fu mandata alle RR. AA. LL. la be-nedizione delle Candele, come fi coftuma di fare in tal mattina. I quattro Accademici del Teatro di Piazza Vecchia di S. Maria Novella, che era ftato preventivamente infignito della Protezione di S. A. R. come altrove accennammo, tra feftevoli fuoni di Timpani, Trombe, ed altri iftrumenti alzarono a perpetua memoria fulla Porta del medefimo il gloriofo Stemma del Sovrano, difpenfarono dei generofi rinfrefchi, e la fera furono accefi fu quella Piazza diverfi fuochi in contraffegno di permanente letizia.

Nella Chiefa della Compagnia di S. Giuseppe, ufiziata da' RR. PP. che vivono fotto la Regola di S. Francefco di Paola era efposta la Sig. Caterina Ricoveri già Vedova del fu Sig. Aud. Pier Francesco Mormorai, defunta nel giorno avanti in età d'anni 74. e dopo i confueti fuffragj fu fepolta nella tomba di quella famiglia. Nel Teatro del Vangelifta ftraordinariamente abbellito, fontuofamente apparato, e con tutta pompa illuminato, fu rapprefentata in quefta fera da quei dilettanti efperti Comici Cittadini la Tragedia del Rodrigo, del Sig. Ab. Landi, con decorofi balli, abbattimento, e brillante orchestra, parimente di bravi dilettanti, alla quale fi degnarono d'intervenire l' AA. LL. RR. che andarono a pofare in un ben architettato maeftofo Palchetto efpreffamente eretto in mezzo della Platea, e dimoftrarono una compita foddisfazione di tutta quella fefta così efattamente difpofta, ed eseguita. Fu difpenfato a tutta quella nobile adunanza il libro contenente l'Opera fuddetta, in fine del quale fi legge un erudito poetico componimento, chiamato Licenza, del Sig. Bali Lorenzo Ottavio del Roffo, ftato precedentemente recitato da uno dei predetti Comici in fine della Tragedia. Tutti quei Cittadini operanti goderono l'onore d'effere ammeffi al bacio della mano ai Reali amorevoliffimi Sovrani. Molte furono le fefte di ballo, che fi fecero per la Città in quefta fera colla previa benigniffima permiffione di S. A. R. una delle quali fu fatta con tutto brio dagli Staffieri della Regia Corte.

Lunedì 3. detto.

Ci vien comunicata la notizia, che in tal mattina dal M. R. P. Lorenzo Meucci Accademico maggiore dell' Accademia dei Teologi Dogmatici delle Scuole Pie, e Priore della Chiefa di S. Donato a Livizzano, Diogefi Fiorentina, Potefteria di Monte Spertoli, fu. fatta una folenne fefta in rendimento di grazie a Maria Santiffima per la felicitazione della Tofcana nel nuovo Governo di S. A. R.

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l'Ar

l'Arciduca Pietro Leopoldo ec. con copia di Meffe, ed una cantata; Orazion Panegirica inter Miffarum folemnia, ed in fine con diverfe poetiche compofizioni in lode del commendato Sovrano, il gloriofo di cui Ritratto compariva fotto il Trono innalzato; e tutta la fefta fi terminò col canto del Te Deum, coll' intervento delle perfone più diftinte di quel paese, e d'una numerofa copia di popolo. Parti da questa Città un Corriere per Venezia, e indi paffare a Vienna, fpedito colà da Sua Eccell. il Sig. Conte di Rosemberg. Fu lavato nell' onde battefimali nell' Oratorio di S. Giovanni un figlio mafchio, ed è il fecondogenito del Sig. Conte Neri Beroardi Dragomanni, e della Sig. Terefa Pandolfini, col nome di Batista Enea. In questa mattina S. Eccell. il Vicerè della piccola Ruffia andò a complimentare i Reali Sovrani, e fu dai medefimi ammeffo al Pranzo alla di Loro Menfa.

Fece quà ritorno da Parma, e andò fubito a ragguagliare l' AA. LL. RR. dell' efito della fua fpedizione il Sig. March. Cefare Malaspina d'Aulla, il quale aveva avuto in regalo da quella Reale Altezza una belliffima rofetta di brillanti di molto valore. Effendofi in quefta fera replicata la Commedia dai Sigg. Nobili nel. Teatro di Piazza Vecchia ec. vollero nuovamente intervenirvi l' AA. LL. RR. che non ceffarono di fare applaufo a tutta la Compagnia, tantopiù che negl' Intermezzi fu cantata ancora qualche aria di nuovo, e furono difpenfati a tutta quella Nobiltà i due Sonetti, ftati recitati nella prima occafione.

Martedì 4. detto.

Andò al Sacro Fonte in S. Giovanni un figlio mafchio, ed è il quarto del Sig. Lamberto de' Frescobaldi, e della Sig. Cerina de' Bardi di Vernio, e gli fu impofto il nome di Gherardo Matteo, ec. Nel Teatro di Via S. Maria illuminato d' un ottimo gufto fu fatta in tal fera per quefte Nobili Perfone una Feita di ballo, ma fenza mafchera, la quale riufci molto decorofa, e grata a quelli che ne vollero profittare.

Mercoledì 5. detto.

Pervennero quà due Corrieri dalla Corte di Vienna con un piccolo bagaglio per S. A. R. contenente diverfe Porcellane, fcatole, ed altro. La reiterata famosa festa di Milord Cowper, alla quale fi portarono nel decorfo Venerdì trai molti Nobili,ec. 1' Ecc. LL. il Vicerè della piccola Ruffia, ed il Sig. Conte di Rosemberg, attirò anche in quefta fera, non oftante la dirotta pioggia, un copiofo numero di Nobiltà, e Cittadinanza.

Dal Sig. Abate Giuseppe, figlio del celebre Sig. Domenico Manni, nell' Accademia degli Apatifti eretta dal famoto Agostino Coltellini (e non Antonio, così per sbaglio in altra Gazzetta defcritto) fu in

quefta

quefta fera recitata un' eruditiffima Cicalata, che trattava dell' origine delle Befane, la quale fu univerfalmente applaudita .

Giovedì 6. detto.

E' stato fatto un Confulto di tre periti Medici in questa mattina ful- la malattia, che foffre attualmente S. Ecc. il Sig. Conte di Thurn, Gran Ciamberlano, ec.

Da S. A. R. è ftato benignamente conceffo il Regio Placet ad una Bolla del Pontefice Regnante, ottenuta dal P. Abate Pecci Genenerale della Congr. Ulivetana; per la qual Bolla vien dichiarato Nullius il Principale ed Infigne Monastero di Monte Uliveto Maggiore e fuo diftretto, fito in luogo chiamato Accona, già Territorio della Cafa Tolomei, e dal B. Bernardo di d. Famiglia, Fondatore della prefata Congregazione, riserbatofi, e scelto per fuo ritiro. Dalla fopramentovata Adunanza di Cittadini nel defcritto Teatro del Vangelista fi replicò in quefta fera la Tragedia del Rodrigo, con balli, finfonie, ec. con univerfale foddisfazione.

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NOTIZIE PER LA FUTURA SETTIMANA. Om. 9. Febbr. Fefta folenne alle Monache di S. Appollonia in Via S. Gallo, ove fi venerano le fue Reliquie, e vi è mufica la mattina, e il giorno. Per effer questa la Dom. ultima del Carnevale, in questa fera, e nelle due fuffeguenti nella Chiefa di S. Giovannino de' PP. Gesuiti godefi una facra veglia per lo spazio di tre ore in circa avanti l'Augusti. Sagramento, confiftente in cantate in mufica, concerti di varj ftrumenti, ed un fruttuofo divoto Ragionamento, con una fontuofa illuminazione. Martedì 11. detto, ultimo del Carnevale. Dai Confratri della Ven. Compagnia di S. Alberto della Morte fi fa una divota proceffione in questo giorno alle Croci di S. Francefco al Monte. Due fono i Beati Fiorentini, che in questa settimana fi accennano nel Martirologio, che uno è il B. Gafpero Fior. andato al Cielo nel dì 10. del corr. l' an. 1477. e l'altro il B. Giro lamo della Stufa, che morì nel giorno d'oggi l' an.1451. ambedue Min.Offer. Fefta de' Sette Beati Fior. Fondatori dell' Ordine de' Servi di Maria alla SS. Annunziata, da'quali fi con ervano i preziofi Corpi in Monte Senario. Mercoledì 12. detto, le Ceneri. Nella Chiefa de' PP. Min. Offerv. d' Ognif fanti, dal R. P. Leopoldo Kallinger di Peftino in Ungheria fi darà principio in queft' oggi, e fi proseguirà in tutte le Domeniche della Quarefima all' ore 4. dopo mezzo giorno al fuo Apostolico Ministero in lingua Tedefca, per lo fpiritual vantaggio dei Fedeli di quella nazione. Giovedi 13. d. S. Caterina de Ricci dell' Ord. di S. Domenico, fene la fua Festa in quella Religione, ed anche nella Cappella dentro la propria Cafa de' Signori Ricci dietro S. Gaetano.

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Sabato 15. detto. Nella Chiefa delle Monacbe di S. Terefa,fta efpofto alla pubblica venerazione il corpo di S. Catulo mart.

Appreso Anton Giuseppe Pagani Librajo dalle Scalere di Badia .

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GAZZETTA PATRIA

FIRENZE.

Venerdì 7. Febbrajo 1766.

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On previo benigno Refcritto del Real noftro Sovrano,fempre intento a profondere le fue generofe beneficenze, e firmato in queft' oggi dal Miniftero delle Regie Finanze è ftata affegnata la menfual provvifione di Sc. 4. per ciafcheduno a otto di quei Nobili Giovani, che in qualità di fopranumerarj avevano per il corfo d' anni fei preftata la di loro affiftenza, e fervitù, quale dovranno continuare in appreffo, in quefto ufizio delle Revifioni, e Sindacati . In quefta mattina S. A. R. accordò pubblicamente P. udienza a fodisfazione degli amati fuoi Sudditi.

Fu fatta da i Sigg. Domenico, e Antonio Baretti di Fabbrica, eftratti a forte in queft anno nel Tribunale dell' Arte della Lana, la confueta Infegna (che per quanto rilevafi, ha l'origine fino da quando la Città di Firenze, Madre, e Maeftra di quefta utiliffima Arte portava a moftra i colori, che fulle lane fperimentava ) e fu dai medefimi mandata nel giorno d' jeri con dodici uomini in tre Carrozze veftiti uniformemente, e con tutta proprietà alla Real Corte, quali al fuono di Tamburi, e di Trombe. s' introduffero nel Regio Palazzo, ed ivi alla prefenza del Real Sovrano fu quella per la prima volta fpiegata. Offervò attentamente, e con piacere S. A. R. la lavoratura di effa, la vivacità dei colori, e quell' Iftoria, che ivi efprimevafi lavorata sì bene con lana fciolta, a guifa d'Arazzo da una par. te, e dal rovefcio la bontà dei panni di più colori difpofti a ftrifce con l'impronta dell' Arme del fabbricatore fimilmente di pan-1 no; effendofi di più degnato di benignamente accettarla affieme con un Sonetto miniato, e fcritto fopra fortiliffimo drappo elegantemente concepito, prefentatogli da Antonio Grifoni Miniftro di detto Negozio, che fpiegava la Storia efpreffa in detta Infegna. Quefta rappresentava due fatti del Re Salomone, cioè quando chiele, ed ottenne da Dio il cuor docile per governare i fuoi Popoli, allufivo alle gloriofe virtù del noftro Sovrano, e l' altro fpiegava il contento, e la gioja della noftra Tofcana nella Regina Saba, che a pie del Trono del medefimo Re Salomone confeffa d' aver trovato affai più di quello che dai Popoli ad effa era ftato accennato.

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