dell' umana natura, allorchè ci vuol dipingere Giove (a cui, come agli altri Dei de' Pagani, si attribuivano qualità umane), allorchè, dico, ci vuol dipingere Giove godente con Giunone il più dolce di tutti i piaceri, non lo colloca già nell' Empiro circondato da abbagliante luce, in mezzo al romore di suoni e di canti festivi ec. ec. ma ci descrive la celeste coppia abbracciata là in vetta all' Ida, lungi dal guardo de' numi e de' mortali : azzurra nube nasconde alla luce i riti d'amore; gigli e viole forniscono a'divi sposi il talamo, che fornir sogliono a' semplici pastori; solo un lieve garrir d'aure e di frondi, e un lene gorgogliar di ruscelli rompe alquanto il placido silenzio che regna fra quella solitudine. Or da quanto si è detto appare, che per produrre piacere intenso, e non esaurirne tantosto la sorgente, bisogna interessare soavemente un solo senso, lasciando riposare, per quanto è possibile, gli altri; bene inteso che se lo stesso simultaneo concorso di dolci sensazioni nuoce allo scopo prefisso, tanto più sono da schivarsi le disaggradevoli. (Il Trad.) (c) Ognuno rileva, che quanto dice Darwin in favore della lingua inglese, è egualmente riferibile all'italiana, la quale poi in dolcezza di suono le è incomparabilmente superiore. Il Naufragio personificato, come si vede da' versi riportati All' erte rupi e al dubbio lido intorno il Naufragio, dico, così personificato, non acquisterebbe molta approvazione fra noi; tuttavia negli autori italiani trovansi mille esempi di nomi parsonificati per mezzo dell' ommissione dell' articolo; benchè meglio da noi si ami di personificare le cose inanimate od astratte col dar loro quegli attributi, che ad esseri viventi appartengono, di quel che sia col piccolo artifizio di collocazione di parole. (Il Trad.) CANTO IV, ED ULTIMO. AMPIO MPIO il Sol scopre omai l'aurea sua sfera, All' occaso fiammeggia, e le cosparte Nubi colora: sull'azzurra volta Rifratta luce saettando sgorga, E piega il vario-pinto arco nell' etra. - - 5 I fulgid' occhi; indi a più dolci tuoni ΤΟ L' argenteo suono, ed amorosa l'Eco Ninfa per te del nuovo di non riede 1 Il raggio in ciel: l'aureo per te solstizio Ninfa, non arde! Tu pensosa movi, 29 vivace CEREA brillante, pel fosco aere il piede 25 30 Ben più lucente, marchi ove il gran Giove Dolce Vergin notturna! intanto ch'ivi Con alito interrotto il niveo collo, Vegliano muti; stillano sul ciglio La lagrima segreta, segreta, o l'indolente Esalano sospiro, e inebbrïata Estasi vanno da' tuoi rai beendo. In simil guisa quando pur d'azzurra 35 40 45 Ombra o latteo chiaror la Notte pinge. 55 Pria che il bell' occhio d' adamante inchini Sul purpureo orïente il lucid' astro Messaggere de l'Alba, la pudica Aureo al suo capo, qual a' Divi, intorno 65 Scherzano a lei l'elettriche faville Su le forme vezzose e fredda in mezzo 70 pur move a la lambente fiamma. Ella Tal la lucciola splende (allor che il Sole Declina), e il tenebroso aere ingemma |