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da volta nella domanda di fpedire quà un' Ambafclatore ftraordinario munito d'ampia plenipotenza per fiftemare tutti gli affari, che fono prefentemente in queftione.

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Abbiamo dalla Boemia, che a forma di quanto fu detto ne' pafiati fogli intorno al regolamento fignificato a' Predicatori per il loro Ecclefiaftico Ministero, fia ftato ad effi precisamente ordinato, che il foggetto principale delle loro prediche riguardi la pura dottrina del Vangelo, lontana fempre da ogni doppio fenfo, e da improprie allufioni; non dovranno mai allegare cofa aleuna contro i libri itampati colla permifsione dell' Imper., e R. Cenfura, e molto meno farfi lecito di ufare nafcotte gare, e picche contro la Legi slazione, e gli affari di ftato evitando nel dinoltrare le verità del Vangelo tutte le fuperflue e dannofe controverfie. Di più che efpongano in buon' ordine la Dottrina pratica del Criftianefimo con applicarne gl' infegnamenti a ciafchedun giorno nello spazio di un' anno incominciando dall' Avvento, Che le loro mire non fieno folamente rivolte a rifchiarar lo fpirito, ma ancora alla coltura e conforto del cuore predicando fpecialmente in campagna, con un tuono dolce, ed affabile piuttosto che con quello d' una furiofa declamazione; Che facciano una nota in fcritto di tute: le Prediche fegnando il giorno, e il luogo ove furono recitate, e quando quefte fiano ftate copiate ovvero fiafi fatto ufo di qualche fentimento prefo dai libri, lo fegnino a parte, nominando il libro medefimo, e fieno pronti ad efibire tali documenti ad ogni richie ta. Tutti i Superiori degli Őrdini Monaftici hanno avuta intimazione di non cambiare prima del fine dell' anno fenza neceffità i predicatori

Scrivefi dalle Frontiere della Bofnia, che i Turchi della Fortezza di Gradiska abbiano per tre giorni confecutivi fatte tre volte al giorno delle fcariche di tutta l'artiglieria: ed effendo feguito una volta, che con una palla avevano colpito un albero di quà dal fiume Sava, il noftro Comandante del Cordone fece domandare a quello de' Turchi cofa tuttociò fignificaffe? E ne ebbe in rifpofta, che gli fpari erano per festeggiare la nuova ricevuta di effere nati al Gran Signore due gemel-. li; e che rispetto alla palla non ne fa

peva niente, ma ne avrebbe cercato il colpevole, che farebbe stato fubito ga ftigato con roo. colpi di baftone. ITALIA

MILANO 16. Marzo.

Quelto Governo ha condefcefo all'itanze fatte dalla Corte di Torino affinchè il celebre Signor Tiffot Profeffore di medicina nell' Università di Pavia fi portafle colà, come ha fatto per fomminiftrare i foccorfi dell' arte alla Principeffa Vedova di Savoja Carignano, la quale fi trova incomodata. MODENA 20. Marzo

Secondandofi l'efempio di questa Città, e di molte altre colte nazioni, anche in Correggio è stato provvisto ai difordini che porta feco la tumula zione dei cadaveri nelle Chiefe, riconofciuta in oggi preffo che univerfal mente repugnante alla Maeftà de' facri Templi, ed alla falubrità dell' aria, che vi fi refpira. A tal' effetto è stato coftrutto un pubblico Cimitero ne' Sob borghi di quella Città vicino alla Chie fa della B. Vergine della Rofa di Giufpadronato Sovrano. Questo recinto mor tuario fu nel dì 15. folennemente benedetto, e S. A. S. ha diftinto un tale ftabilimento colla fua Sovrana approvazione e con chiragrafo in ftampa fi è degnato fiflare, e ftabilire le leggi, che ne riguardano non folamente l'ufo, ma ancora le fpefe additando in fine una nota d'Indulgenze conceffe dal Pontefice. FIRENZE 4. Marzo.

Nella fcorfa notte è giunto da Par ma Corriere ftraordinario, recando a quefta Corte la faufta nuova, che quella R. Arci ducheffa Maria Amalia nel di 22. alle ore 11 della notte avea dato felicemente alla luce un Principe, che ricevè le acque battefimali con i Nomi di Filippo Maria Lodovico Antonio GiuJeppe Francefco Giambatista Vincenzo Tommafo d' Aquino Domenico Ambrogio. I detto Corriere ha dipoi profeguita la fua corfa alla volta di Napoli; ed è partito per Pifa S. E. il Sig. Cav. D. Francefco Monino Ministro Plenipotenziario di S. M. Cattolica per darne parte ai noftri Reali Sovrani.

LIVORNO 21. Marzo.

In questa mattina alle ore 11. è giunto qui da Pifa il nostro Real Sovrano accompagnato da S. E. il Signor Conte di Colloredo ambidue a cavallo.

...Dalle ultime lettere qui pervenute da Meffina fi rileva, che nel dì 4. del

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corrente fi era cola fentita altra fiera Chiefa della SS. Trinità del Monti, fcoffa di terremoto.

ROMA 19. Marzo.

All' un'ora e mezzo della fera del lo fcorfo fabato giunte in quefta Dominante il Reale Arciduca Maffimilia no d' Auftria fotto nome di Conte di Burgan, ed andò a fmontare al Reale Palazzo della Villa Medici, giacchè preventivamente con fua lettera aveva rin graziata S. S. del preparatogli alloggio nel Palazzo Vaticano ful rifleflo di of fervare un perfettiffimo incognito. Dopo breve ripofo andò la R. A. S alla tavola itatagli preparata, alla quale af filterono l' Eminentifs Hertzan, Mon fig. di Salm Uditore di Rota Tedesco, ed il Sig. Avvocato Fei, che vi fi trat tenne per qualche tempo. Domenica mattina poi S. A. R. dopo avere fpedito al Vaticano il Sig Conte d' Hardeck fuo Maggiordomo per dar parte della fua venuta al S. Padre, uscì a piedi, e fi portò ad afcoltare la S. Mef fa nella Chiefa della Trinità de' Monti de' PP. Paolotti; quindi restituitofi a Palazzo riceve Monfig. D. Romualdo Onefti Maggiordomo di S. B. che fu ad inchinarlo in abito di formalità. Dopo le ore 18. ufcì in carrozza, ed effendo andato dall' Eminentifs. Hertzan, con effo fi trasferì al Vaticano da Sua Santità, e venne accolto con fpecialiffima diftinzione, ed affetto, e trattenuto per cinque quarti d' ra. In quefto frattempo i Cardinali paffarono in fiocchi al R. Palazzo di Villa Medici per fare alla R. A. S. la formale vifita, lafciando ognuno il fuo Biglietto. Partito il R. Arciduca dal Vaticano fi portò in compagnia del fuo Maggiordomo a godere di un lauto pranzo dall' Eminentifs. Hertzan, com invito dei Porporati, Visconti, ed Ar ehinto, di Monfig. Salm, dei Duchi, e Ducheffa di Bracciano, di Ceri, e di Zagarolo, del Principe, e Principeffa Rufpoli, e del Sig. D. Antonio Odescalchi. Nel dopo pranzo andò prima a vedere le antichità efiftenti nel Campo Bovario, entrando anche negli Orti Farneliani. Di prima fera fi trasferì dall' Eminentifs. de Bernis, indi alla converfazione della Principeffa Altieri, e finalmente all' altra del Duca Grimaldi Ambafciatore di Spagna. Lu nedì mattina ufcì dal Palazzo Medici per ascoltare la S. Mela nella fteffa

dopo di che passò in carroza alla Bifilica di S. Pietro, quin in altrilo ghi i più colpicui, e finalmente a la Chiefa del Gesù a rimirare la famofa Cappella di S. Ignazio. Nella for dò alla converfazione della Ducheff, di Bracciano. Martedì mattina li pur piedi alla Villa del Principe Bonnefe per vedere tutte quelle rarisà, e dipot allo Studio di Scoltura del Reale Gran→ Duca di Tofcana in Campo Marzo ove il Sig. Francefco Caradori penfionato dal prelodato R. Sovrano gli fece vedere tutte le Statue che restaura del la Villa Medici, da doverfi poi mandaré in Firenze; quindi andò alla Chiefa detta della Rotonda ad offervare quel la gran mole, ed in feguito nuova mente ritornò dal Santo Padre, dal quale fi trattenne circa due ore Nella fera andò alle converfazioni della Principeffa Doria, della Sig. D. Giu Ha Falconieri, e della Principela Santa Croce. Quefta mattina poi dopo aver afcoltata la S. Mefla, ed avere of fervate altre rarità di diverse Chiefe, ha fatta la fua partenza per Napoli; paffando per le Paludi Pontine a vede re le Bonificazioni di quel Territorio. Ha prolungata la R. A. S. la permanenza in quefta Città più di quello che avea ftabilito, attefo che fi è dovuta reftaurare la fua carrozza, che avea parito per viaggio.

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NAPOLI 17.. Marzo.

Sapendofi, che il Reale Arciduca Mafimiliano fi trova in viaggio a queta volta, domani il Re fi porterà fino al Garigliano per incontrarlo: dicefi, che fi tratterrà colla R. A. S. per tre giorni a Caferta, e quindi unitamente a tutta la Corte pafferanno alla villeg giatura di Portici

Negli fcorfi giorni con grandiofo treno partì da quefta Capitale il Duca di Serra-Capriola alla volta di Pie troburgo, ove occuperà il pofto di Miniftro Plenipotenziario preffo quella Corte.

Ecco un fatto, che nel fuo gene re merita tutta l'attenzione. E già noto, che fra i tre Confervatorj, in cur fi ammaeftrmo i giovani nella mufica, vi è quello denominato di S. Onofrio Un giovane che ftudiava in detto luos go avendo commeffe varie notabili mancanze, veniva trafportato nel dì 8. dej

corrente à quefte pubbliche carceri dai famigli. Un fuo compagno incontratofi in effo, fi prefentò temerariamente agli Efecutori, domandando loro la libertà del medefimo. Questi non curando una tal richiesta, profeguivano il viaggio, allor quando incominciò coftui a tirar contro di effi delle pietre: nello fcanfare che facevano i famigli i colpi, potè dari alla fuga l'arrestato. Immediatamente fu infeguito il giovine prepotente, venne raggiunto, e condotto alle carceri invece dell' altro. I compagni del Confervatorio avuta notizia del fucceffo, fi portarono in gran numero al Palazzo di Giuftizia, intimando al Carceriere che toito aveffe loro reftituito l'amico prigioniero. Prevedendo quefto qualche inconveniente, mon elitò un momento a reftituirglielo. Il Reggente della Vicaria avendo informata S. M. del fatto, dopo 8. giorni col maggior fegreto ne venne la feguente rifoluzione. Circa la mezza notre della fcorfa fera 200. foldati con Guaftatori fi prefentarono al Confervatorio, e dopo averlo circondato, gettarono a terra una porta, e fenza alcuno ftre pito vi arrestarono 36. giovani delinquenti, che furono condotti alle carceri. In queft' oggi. poi un' ora dopa il mezzo giorno fi è veduta fubito la prima efecuzione fopra di effi in tal guifa. Precedeva una quantità di trup pa con bajonetta in canna, quindi un Trombetta che annunziava all' immenfor popolo accorfovi, che per ordine del Rei detti giovani erano condotti in galera loco depofiti, fintantochè non farà ultimato il loro proceffo: in mezzo ad, una moltitudine di famigli venivano questi rivestiti dell' abito proprio del Confervatorio legati colle mani di dietro, diftribuiti a quattro a quattro: dipoi altra quantità di foldati per allontanare la folla Giunti alle Galere, e preparatifi gli Efecutori a met-terli ai ferri, fono ftate tante, e tali le manie, ei pianti, che fi è accordata loro la grazia di rimanervi fenza catene. Il Confervatorio fuddetto è peranche circondato dalla truppa per guar dare gli altri che vi fono reftati, e frattanto è andato l'ordine che neffun giovane degli altri due Confervatorj abbia ardire di ufcire dai medefimi.

Nel dì 10. del corrente cominciò qui a foffiare uno fcirocco, che fulla

fera andò fempre più rinforzando. Un' ora prima della mezza notte crebbe a fegno, che nel mare ti fufcitò una tem peita delle più terribili. Gli abitanti preffo la fpiaggia fpaventati dal vento, che faceva crollare le cafe, e temendo qualche improvvifa efcrefcenza del mare, per effere egli agitato da un ter remoto aquatico, lafciarono le proprie abitazioni, fuggendo in luogo ficuro. I marinari poi andarono fulla. mezza notte alla loro Parrocchia di S. Lucia a fare efporre il SS. Sacramento Lo effo furiofo temporale accadde anche in Avería, e produffe in tutta quella gente lo ftello spavento, effendo durata la témpefta nella fua maggior forza per più di due ore e mezzo fenza però recare alcun danno

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Queito Configlio di Stato fi aduna frequentemente per prendere determi nazioni intorno ai danni apportati co me più volte fi è detto dagli accaduti terremoti, i quali fi aflicura che durino tuttora a legno, che il Magiftrato di Catanzaro ha domandata ed ottenu ta la grazia da S. M. di adunarfi alla campagna fotto delle baracche a bella pofti inalzate di più ha avuto ordine il Magiftrato fuddetto di mettere in libertà tutti i delinquenti detenuti in quelle carceri per delitti di pena non capitale, e il rimanente farli teafpor tare altrove. Si era principiato in Mefs fina a metter mano a dei ripari,ea sbarazzare le pubbliche trade, ma continovando a farti fentire delle fcoffe di terremoto benchè piccole, e con que te una furia di vento, il quale getta a terra il rimanente delle muraglie di roccate con danno delle perfone, che lavorano, S. E. il Vicario Generale fpedito quì come fu fcritto con pleniporenza da S. M.. ha dato precifo or dine, che niuno fi occupi per qualun que premurofo motivo fe prima non fia calmata la furiofa burrasca dei venti, la quale per altro andava di giorno in giorno diminuendo. La prelodata E. S. ha ordinato ancora, che fia tra fportata in fua prefenza al Caftello di Confaga la Caffa pecuniaria tanto Regia, che Urbana: ha promulgato un Bando, che ne funo di qualunque grado e condizione poffa partire dalla fuddetta Cit- tà, ed un certo Sig. Marchetti, che volle qui trasferirhi per fuoi affari, do vette dar mallevadoria di pagare 2. mi.

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la ducati fe non era ritornato dentro il termine di due mefi. Oltre tutti quefti provvedimenti fa egli molte elemofine, non rifpiarmia fatica, ed è il primo ad animare quelle defolate perfone, che lo chiamano generalmente col tenero nome di Padre. La prima opera, alla quale verrà poto mano in Meffia a fuo tempo, farà la riedificazione della Madre Chiefa, e dello fpedale, effendo ora mai giunta porzione dei Maeftri lavoranti, attendendofene molti altri ancora. Il Gran Maeftro di Malta con generofa premura fpedì anche egli 4. Galere piene di viveri, e con buona fomma di denaro per gli occorrenti. bifogni; e comecchè quelle spaventate genti aitro non procuravano che di porti per quanto era poffibi le in falvo, fi affollarono verfo le medefime in tanta moltitudine, che il legno, che ferviva di ponte per falire a bordo di una di effe, per il gran pefo fi ruppe.

La memoria per l'offerta gratuita prefentata al Re dai Deputati di quella Città, come fi avvisò al Num. 22. è del feguente tenore.

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A di 27. Febbrajo 1783.

Gli è innato nell' uomo l'iftinto.

iftefla fua fpecie; talchè inumano colui fi reputa, il quale con indifferenza rimira Paltrui calamità. I doveri inoltre della focietà dettano, che l'uno fomminiftrar debba all' altro il convenevole fovvenimento, ove quefti fia in ftato di ricevere ajuto. Ma con fpecialità il criftiano puriffimo inftituto inculca il porgere ai miferi, e bifognofi opportuno foccorfo E' adunque un dovere dell' uomo naturale, del fociale, e del Cristiano di efercitarfi in cotale opera, Ja quale perchè verfo di noi grandemente nell' Altiffimo rifplende, la cui benefica, ed ammirabile provvidenza di continuo fi fperimenta fulle create cofe, perciò a ragione può chiamarfi diviniffima opera. "

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Or a chi non è noto il deplorabile ftato della Provincia di Calabria Ulteriore? Graviffimi fono i danni recati in efa nel principio del corrente febbrajo da orribili terremoti. Il nostro amatiffimo Re fenfibile per la miferia di tante afflitte ed impoverite popola zioni, come ebbe udito l' infaufto avvenimento, tantosto con opportuni aju

ti, e con denaro del fuo Regio Erario, colà fpedì un Patrizio del Supremo Of dine militare, col carattere di Vicario Generale, e con tanti falutari provve dimenti ha dato, onde fi riftorino i graviffimi danni dalla Provincia fofferti. E' nondimeno convene vole, che la Città di Napoli, Metropoli del Reame, concorrer debba anch' ella al pronto follievo di quell' afflicta, e danneggiata Provincia, la quale per la fua nobiltà, e fertilità, forma una delle più risplendenti gemme della Real Corona delle Sicilie, e perchè ella non è domentica del fuo dovere verfo le Provincie, delle quali è capo, e che con effa compongono una fola nazione, ed una ftrettiffima civile focietà; ma perchè altresì è ben ricordevole dell' abbondante comolo, tratto fin quì da tal ferti liffima Provincia; coficchè anche la gra titudine fuggerisce il dovernela ora in si funefto rincontro contraccambiare, e trova affai ragionevole e giufto il doverfi foccorrere que' luoghi da teftè afflicti, e rovinati.,,

,, Or gli Eletti, per debito della pubblica loro commiffione, hanno deliberato di dover certificare l'eccellentiffime Piazze di quefto loro avvifo.,,

"

Vero è, che pare difficile il rinvenirne il mezzo, onde a tal' uopo raccorre una convenevole quantità di denaro, sì perchè i fondi del Comune fono omai divenuti cfaufti, sì perchè graviffime perdite ha fofferto full' Annona.. Ma fi ftima di proporre un efpediente ad effe eccellentiffime Piazze, il quale non altera il prefente ftato dell' Erario del Comune, e niuna gravezza apporta. Egli è questo il darfi, cioè gli avanzi di un anno degli Arrendamenti di Città. Siccome effi per autorità delle Piazze medefime fono ftati affegnati a' Banchi in fodisfazione de' debiti della Città contratti per l' Annona; così non è al Pubblico di danno, o di pefo, che per un anno folo fi fofpenda di farfi a' Banchi tal pagamento.,

A quefto fuffidio, il quale afcenderebbe intorno a ducati 24. mila, fi potrà aggiungere una volontaria non meno che arbitraria fovvenzione di tutti gli ordini, cioè del Baronaggio, de' Nobili, de' Beneftanti, de' Banchi, de' Luoghi Pii, de' Monti, e de' Collegi e Corpi de' meftieri. E' fenza dubbio da prometterfi, che ciafcun di coftoro concorrerà con ifpontanea offerta in un'opera così lode

vole. La Città s'incarica di farne a' fo- che adornano gli appaszamenti. Sono quefti ftrapradetti l'infinuazione, e con zelo rac-punti corrof di vermi, una miferabile feggiola, comandare sì fatta fpontanea contribui di cui fedile non è foftenuro che da deboli funi, , una pellima tavola, due vafi di terra, e zionę. due pietre a guifa di alari. Quando fi prefen Stima la Città, che i fopraddetti tano agl' infelici carcerati gli alimenti, che le 'avanzi di un anno, e le raccolte fovve- loro lacrime bagnano, o che refpingono i loro mizioni fi abbiano a prefentare alla Mae- fofpiri, il domeftico, o cuftode deve ogni vol ftà del Sovrano, acciocchè ne difponga 'fetto d' un coltello fpuntato, che ha gran pre ta tagliarne i bocconi, e fi ferve per quest' efa ristoro di quell' afflitta e bifognofa mura di rimettere nella fua tafca dopo l'opera Provincia. Egli non riguarderà la rezione. " nuità dell' offerta ma anzi la fincerità de' cuori de' fedeliffimi fuoi vaffalli, fopra i quali per le luminofiffime virtù fue, e per le continue diffuse beneficenze, ugualmentechè fopra i loro corpi domina, e fignoreggia. Sottoscritti come Deputati: Calabritto. S. Pietro Majo. Carmignano. Torella. Luigi Garafa. D' Aquino Gio. Lembo.

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Continuazione dell'eftratto delle Memorie fulla Baftiglia. Vedi N. 23. p. 183.

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Le lettere dei prigionieri dice il Sig. Linguet quando vien loro permeflo di fcriverne, paffano al Tribunale di Polizia, dove fond diffigillate. Informato della bontà, che avea per me il Duca d' Orleans, e il Conte d' Artefia, ne indirizzai alcuna ai medefimi per questo cas nale; qualche tempo dopo mi fu fignificato, che quente erano ftate lette, ma fènza la permissio ne di confegnarle, fpaventevole abufo, che la gente impiegata puó fare del fuo potere! Ed un uomo a cui è negato fino l' acceflo alla prefenza di quefti Perfonaggi avrà il diritto di difgillare le lettere ad efli dirette, di non confegnarle, di rendere le loro huone intenzioni, e quelle del Re inutili, e finalmente d' inalzare inforno alla mia perfona dei baluardi più impenetrabili, che tutti i caftelli in aria, déi quali 'immaginazione abbia mai ripieni i.Romanzi ?,,

"

La principale operazione, allorchè arriva un nuovo commenfale è di frugarlo: quefto è il primo atto poffefforio: quindi gli vien tolto denaro, forbice, coltelli, fibbie, carte éc, per timore del fuicidio, o che non tolga la vita ai Carcerieri. La Camera, o piuttosto la Loggia di quefto. ferraglio, in cui uno viene ftrafcinato, pon ha per finestra che une fpiraglio chiufo da tre inferriate, la prima al di dentro, l'altra net mezzo della muraglia, e la terza al di fuori. Į differenti cancelli-fono intraverfati di ferri in maniera da non lafciare alla vifta, che un paffage gio di due pollici quadrati. Altre volte i dava ai prigionieri un' onefta provvisione di legna per il coniumo; inoggi il Governatore non fommi niftra loro che 6. pezzi da ardere groffi, o piccoli per giorno, e quando quefti fono finiti, 6 fa quel che l' onesto Governatore configlia, cioè fi foffre. "

"9 lo ebbi luogo a fofpettare, che nell'ot tavo giorno dopo il mio ingreffo nell' Erebo foff avvelenato; provai dei yomiti di fangue, delle coliche, di cui non fono ancor libero, lo pale fai al Tenente Generale di Polizia, al Medico, al Chirurgo ec., i quali altro non fecero che ridermi in vifo. Sembrerà forfe che quefti fin tomi non foffero che l'effetto del mio nuovo fflema di vivere, e di una fantasia troppo fortemente colpita; ma a che ferve una difputa di

parole? Se lo moro o per avere ricevuto del veleno, o per la fola perfuafione'd' averlo prefo, non è egli il medefimo? Non evvi forfe fempre una vittima o innocente, o colpevole, e dei Carnefici?.... Mi trovai un giorno tut to bagnato dal fangue che vomitavo, e in us profondo deliquio: domandai più volte ajuto, ma fempre in vano.

Quis talia fando, temperet a lacrymis? La fituazione di un ammalato alla Baftiglia quan to mai è orribile! ella prefenta un quadro che lacera, e sbrana l'anima. Questo carcere può qualche volta contenere dei fegreu di Stato, ma il regolamento abominevole che vi fi offerva fà fremere. Per l'onore dei Miniftri voglio credere, che tal regolamento non fuilite, fe non perchè non è conosciuto neppure da loro. Il pubblicarlo non deve dunque inquietarli, fe non nel cafo che il Governo avefle prefa la rifolu, zione fifa, ed immutabile di non riformarlo an che conofcendulo; ed infatti io credo che farebbe un delitto il fupporlo. . . . . 1 Miniîti faranno quelle rifleflioni, e quando non le faceflero, mi lutingo che le farà il Re . S. M♪ è tanto familiarizzata colla lettura de' miei An◄ nali, che non vi è luogo di fupporre che quas Junque cofa che gli fi dice, o qualfivoglia materia che io tratti, poffa effer contraria al rifpetto dovuto alla fua facra perfona, alle Leggi, ai coftumi, e al ben pubblico in generale. Avevo già concepiti dei fofpetti fopra il Sig. la Quefne mio corrispondente a Parigi, che cottantemente fi fpacciava mio caro amico, ma bifognava diffimulare tali fofpetti, con molti altri, ed accarezzare degli uomini, per i quali non potevo avere che dell' orrore, e che erano da confiderarfi tra il numéro dei tormenti della Bafiglia. La corrispondenza del fuddetto Sig. le Quefne, effendo il folo filo, per cui mi teneva ancora un poco al mondo, non avrei potutó efler libero fe lo rompevo. Faceva d'uopo in questo Inferno effere continuamente in ginocchioni davanti a' Diavoli, ed abbracciate i Gruda. 39

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,, Spaventevole è la defcrizione dei mobili Preffo Anton-Giufeppe Pagani in Firenze trova vendibile al tenue prezzo di un quarto Paolo una lettera in confutazione di un fibretto ftampato a Bologna contro la Pia Crucis del P Pujati.

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