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Governo, che e non hanno volute,
non fi fon curati d' impedire un tumul-
che potea produrre delle peffime
confeguenze. Dopo l'arrivo colà di det-
to foggetto, fappiamo effervi ritornata
la calma, mediante la dimiffione fegui-
ta di alcuni di quegli arbitrarj Mini-:
ftri, e colla minaccia dell' efilio ancho
all'iftelo Governatore .

ITALIA
MILANO 29. Gennajo.
Nonostante i reclami avanzati alla
Corte Imperiale dallo ftato militare del
la Lombardia Auftriaca fopra a ciò che
era ftato per Sovrano comando difpoito
intorno all'esenzioni, per le quali fi cre-
devano lefi nell' intereffe i primi Uni-
eziali, S. M. con Cefareo Difpaccio ha
ordinato, che effendo i componenti lo
Stato Maggiore ben provvisti di affe-
gnamenti, non poffano avere per l'
avvenire alcun rindennizzamento per le
dette efenzioni, il valor delle quali do-
vrà ora reparticfi tra i Baffi Ufiziali
e foldati comuni, lo che afcende ad
una fomma, confiderabile.

J

Il noftro Eminentiffimo Arcivefcovo nonostante qualche piccolo miglioramento fa fempre temere di fua vita per l'avanzata età di anni 87.

PIACENZA 26. Gennajo.

In occafione d' eflère ftato recentemente inalzato alla Sacra Porpora Monfignor D. Giuseppe Capece Zurlo Arcivefcovo di Napoli, e già Cherico Regolare, hanno voluto quefti Padri Teatini dare una pubblica dimostrazione del loro giubbilo per così faufto av venimento. Ricorrendo quindi nel dì 22. la fefta di S. Vincezio M. titolare della lor Chiefa, dopo la Mela cantata fu intuonato folennementé, l' Inno Ambrofiane, e profeguite da copiofa mufica. Alla porta principale della Chiefa era ftata collocata un' elegan te Epigrafe, in cui dando contezza del motivo di tale funzione, contenevafi anche un giufto elogio del nuovo Cardinale. Siccome quefta è lavero del rinomatiffimo P. Paciaudi Biblotecario del R. noftro Sovrano, così crediamo far cofa grata a' noftri Lettori, siportandola qui per eftefo. La fera poi videfi fuperbamente illuminata con ceTa la facciata della Chiefa fuddetta.

Solemne. Chriftianum. Carmen Vataque. Euchariftica. Decreta. Nuncupata A. Clericis. Regularibus. Placentinae. Dom:

Quod

Ter. Maximus. Sacrorum. Princeps
Brafchius

P. P. Pius VI.

Jam. De. Universo. Thentinorum. Coetu
Bene. Merentifmus
Jephum. M. Capicium. Zurlo
E usdem. Ordinis. Alumnum
·Nou. Tam. Antiquo. Parthenopes. Patricia

Mukrem

Quam. Divinarum. Literaruto. Scientia
Religioais. Studio. Caeterifque. Virtutib
Vere. Epifcopum
Primaevis. Ecclefiae. Temporibus. Invidends
In. Sacrum. Purpuratorum. Senatum.
Ultro. Retulerit

Atque. Petitu. Pientiffimi. Utriufque. Sicil
Regis. Ferdinandi. ¡V.
Ex. Caivena. Dioecefi. Ad. Magnam. Neap
Metropolim
Sancte. Regundam

Roma. Plaudente. Amandaverit
XVII. Kalend. Januarias. MDCCLXXXI
Felix. Cui. Tam. Faufta. Praeeunt. Auip
Erit. Ille. Populi. Salus. Urbique. Suas
Delicium.

LIVORNO 31. Genaajo.

Dalla Torre di Baratto littor Tofcano pervenne in Porto fopra Caicco l'equipaggio d' una Pollacca poletana, che fi era partita di Sic per andare a Genova carica di gra L'equipaggio fuddetto ha depofto, in tempo di notte. gli convenne ab donare il fuo legno a motivo ch wenia data caccia da due Galeotte barefche, le quali dopo effer impa nite del bafimento abbandonato, ro cotta alla volta di Corfica.

ROMA 29. Gennajo.

Nell' entrante mefe qui fi af dalla fua Legazione di Bologna l' Buoncompagni, che anderà ad allo re preffo il Principe D. Abendio zonico Senatore di Roma. Per q non fi fappia l'oggetto di fua ve fi dice, che in occafione, che nella fima Quarefima farà per portarfi Padre ad offervare il profeguimer lavori alle Paludi Pontine, ande la S. 8. il predetto Porporato pe i fuo parere intorno a quanto fi è nelle medefime operato.

Giunto in quefta Città mar ra l'Eminentifs Sig. Banditi is pagnia di Monfignor Carlo Perga fcovo di Gaeta, nella mattina

nerdì 1 Em. Sua fi portò alla prima udienza di Sua Beatitudine, dalla quale fu accolto con diftinzione, e tratteauto per lungo tempo.

NAPOLI 27. Gennajo.

Nel dì 25. giunfe in Porto altre piccolo baltimento Ruffo, che nel fuffeguente giorno fi rimeffe alla vela in conferva dell' altra groffaNave di fua nazione, che monta 80. pezzi d'artiglieria, e dicefi fiano andati alla volta diLivorno. Erano inforte diverfe contefe tra il Vefcovo di Larino, e i Preti fottopofti al medefimo. Uno de' punti principali in controverfia era fopra la fpedizione delle Bolle da detto Vefcovo impofta a quegli, che ottenevano una qualche Ufiziatura fopra i Benefizj corali fondati col patrimonio medefimo di quei foggetti che li ufiziavano. Fatto perciò ricorfo al Re ottennero i Preti di essere efenti da tale aggravio; in confeguenza di che il Vefcovo obbligò tutti i fopraddetti Preti a fare Scuola ai Fanciulli foto pena della fofpen fione a Divinis, e della multa dell' appuntatura. In feguito informata la M. S. di tal procedere, gli fece pervenire il feguente Difpaccio per mezzo del Sig, Marchefe Vargas.

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Illuftrifs., e Reverendifs. Signore.

M

I perviene R. Difpaccio del te nor che fegue,, Effendofi uniformato il Re a quanto VS. Illuftrifs. ha rappresentato full' Editto, raffegnato dal Vefcovo di Larino, circa l'obbligo che incumbe ai Preti della fua Diocesi d'iftruire i fanciulli; S. M. mi ha comandato di refcriverle, come fo, ch' efeguifca quanto propone, cioè di FARSI EMENDARE NELLA PARTE DELLA SOSPENSIONE A DIVINIS, E DELLA MULTA DELLA PUNTATURA, e che quindi s' intenda autorizzato colla Sovrana approvazione, aggiugnendo le claufole: illefi i diritti della M. S., e la polizia del Regno. Palazzo 27. aprile 1731. Carlo Demarco. Ma feguitandofi dal Vefcovo a perfiftere nel fuo fiftem, e nella fua opi-, nione, con altro Difpaccio per il medefimo mezzo gli venne fignificato quanto appresso.

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I è ora pervenuto altro Difpaccio in questi termini, Ho

lesta al Re la rapprefentanza di VS Illuftrifs. in conferma di quanto avea opinato nella fua precedente Confulre riguardante la modificazione dell' Ey ditto raffegnato dal Vefcovo di Larino, circa l'iftruzione de' fanciulli, e la fofpenfione de' Preti renitenti. Ed in vifta, S. M. mi ha comandato refcriverle, che rinnovi al Vefcovo di Larino gli ordini refultanti dalla precedente Sovrana Rifoluzione, dopo la quale, now riman: ad ogni vafallo, fe non che l ubbidienza, el efecuzione; onde che VS. Illuftrifs. così gli faccia fentire. » Palazzo 11. Gennajo 1783. Carlo Demarco.

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N

Lettera di S. M. ' Imperarrice di tutte le Ruffie al fuo Ambafciatore a Varfavia. Pietroburgo 4. Novembre 1782. On avendo fino a queft'ora rice vuta rifpofta veruna alla lettera che lo fcriffi al Papa in favore del Signor Siencefirewicz Arcivefcovo della Chiefa Romana di Mohylow, come anche per la confacrazione del Coadiutore dello fteffo Arcivescovo il Sig. di Benislawski, vi ordino di fare intendere aflai vivamente al Nunzio della Corte di Roma a Varfavia, quanto importi al suo Sovrano di foddisfarmi fenza la minima dilazione in ambedue quefti punti. Co'differenti Referit ti circa quefta materia, che vi sono stati trafmeffi, voi fiete ftato ampiamente informato, e di più fiete ftato nieffo in grado di rifiutare con evidenza tutte le obiezioni, che il Nunzio del Papa avrà potuto farvi, di maniera che, tardando la detta Corte ad adempire i miei defiderj, ella tiene una condotta, che non è in modo alcuno di mio gradimento. Io dunque vi autorizzo, ed infieme colla prefente v'impongo di fignificare quefto medefimo, fenza la più piccola modificazione, al Nunzio del Papa a Varfavia, aggiungendogli di più, che mentre la mia interceffione, relativamente agli affari della propria fua Chiefa, ha avuto tanto poco d'efficacia preffo il fuo Sovraño. (la qual cofa certamente non è compatibile ne colla mia dignità, nè colla deferenza, e colle attenzioni, che io doveva afpettar mi per la parte di questo Principe) Io per più lungo tempo non faprà mirare questa condotta con indifferenza, fenza mancare a ciò, che lo debbo a me medefima, ed

alla

ti non hanno adottata la Comunione Romana fe non fe a cagione delle perfecuzioni, che hanno fofferte in Pollonia, e per caufa degli artifizj de' Preti Romani. In quefto ftato di cofe la maggior parte di questi non aspetta che il minimo fegnale per abbracciare la noftra Roligione Ortodofla che effi hanno abbandonata con difpiacere; molto più fe fi refletta, che vi reftano mol

alla mia Corona, e che Egli con quefto razione, è umanità si convenevole alla procedere mi metterà nella neceffità di Dignità Ecclefiaftica che Egli occupa, privare la Chiefa di Roma di quella Pro che fempre è stata una qualità ineren tezione di cui effa finora ha goduto nel te ai Miniftri della Chiefa, fopracoutmio Impero, Protezione, che il Papa to nel fuo principio. Voi non dovemedefimo non ha potuto mai non cono- te in verun modo nascondere, che un fcere; poichè lo mai non mi fono allon- rifiuto alla mia domanda, oppure un ritanata dai principf dell' umanità, e del tardo a foddisfarmi, mi metterà nella la tolleranza, che fono ftati perpetua- neceffità affoluta di privare la Chiesa nente la bafe del mio regolamento, per- di Roma della protezione, dicuì ha amettendo a chiunque una intiera libertà vuto campo di lodarfi fino al prefente di Confcienza, fenza inquietare veruno nel mio Impero, e che la ridurrò fencirca la maniera di cantare le lodi d' Id- za dubbio ad una inazione, che le fadio, fecondo il Rito della Religione, che rà certamente altrettanto più pregiu ognuno o ha ricevuta dai Padri fuoi, o diciale, quantochè il Papa ifteffo non ha adottata. I. fenza reftrizione ho per- pad ignorare effere ftati la maggior par meffo nel mio Impero il culto pubbli- té di quelli, che inoggi proteffano la co di tutte le Religioni, fenza ecce Comunione Romana ne' miei Dominj cuare quella di Roma; ma fe poi par- della Ruffia-Bianca, già in paffato atricolari combinazioni, o mire d' inte- taccati alla noftra Religione Ortodofsa reffe, e totalmente estranee al vero Crie che tanto effi, quanto i loro antenaAianefimo, non fi accorderanno col Governo Civile, e la legittima autorità che nie dee formare la bafe; o le l'indulgenza che Io ho ufata fin qui viene ad effere fi poco apprezzata,e fentita da quello fteffo, che non deve che alla fola mia moderazione l'influenza, che ha confervata fopra quelli della fua Religione ne' miei Stati, To allora mi crederei obbligata di far vedere con gli effetti, che non fone pun to indifefferente alla mancanza de rite tracce, e veftigi della medefima nel guardi, che fi ha per la mia domanda, e che non mi mancano i mezzi d' ottenere tutto questo. Si fentirà allora che alla fola mia indulgenza, ed ai principi d' umanità, di tolleranza, che ciafcuno qui prova, fi deve attriTuire la confervazione di quella influena, che lo ho voluto lafciare alla Corte di Roma negli affari della Chiefa Ronana per così lungo tempo; fe lo ko laciato di cercare, e di conofcere ciò, che dovuto all' autorità Sovrana del Governo, alla quale la difciplina, e potere Eclefiaftico debbono effere fommeffi per il Suon ordine, e per la quiete della Socie2.Dopo di avere efpofto tutto questo, voi Avrete cura di dire al Nunzio di Roma, the prima di devenire ad altri efpidienti, che non faranno ficuramente di gradimento della fua Corte, lo prego di nuovo il Papa di darmi una rifpofta pronta, e foddisfaciente, ben perfuafa, che que fta farà conforme, alla faviezza che in lui riconofco, non meno che alla mode-

loro cuore; Religione, dicui i Dogmi fono tantopiù preziosi all'umanità, quantochè non fi fono trovati giammai in contradizione col ben' effere, e colla polizia delli Stati.

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,, Voi dovrete per ultimo aggiungeré a tutto questo, che alcuna rapprefentanza, o interceffione di chicchefsia non mi faranno giammai ritirare da quefta rifoluzione; e dopo quefto voi imitte rete preflo il Nunzio della Corte di Roma, affine che egli ne renda un conto èfatto, e precifo al fuo Principe. Io non mi farei giammai afpettata, che il Papa, portando si a lungo quefto affare, intendeffe sì poco i fuoi interefli, col met-> termi nella neceffità sì fortemente; e affine che il Nunzio di quefto Principe, che è a Vienna, poffa egli ancora for ivere al fuo Sovrano, fo he incaricato il “ Principe di Gallitzin a fignificare al medefimo nello steffo tenore questi miei fen } timenti. Io fono voftra affezionata., Die & Mando) moep ni CATÉRINA

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PORTOGALLO LISBONA 7. Gennaio.

I

L Real Infante Don Giovanni, che come fi diffe era ftato attaccato dal vajolo, fi và reftituendo in falute con piacere di tutta la Famiglia Reale, e foddisfazione di questo pubblico.

Negli fcorfi giorni nella Chiefa di S. Frencefco di Paola di quefta Città fi fece la funzione della traslazione dell' Offa di Donna Marianna Vittoria Regina di Portogallo nella tomba che le era ftata preparata; la mattina fu cán tato l' Ufizio de' Morti in mufica, aven do fatta la funzione l'Eminentifs. Car dinal Patriarca, che celebrò in Abiti Pontificali. Fu recitata l'Orazione Funebre dal P. Antonio Forjas Religiofo Eremita di S. Agostino. La fera poi venne ripofto il cadavere rivestito delli Abiti Reali nel depofito efiftente nel la parte deftra dell' Altar maggiore, a vendo affiftito a queft' atto le prime Cariche di Corte, con diverfi altri Perfonaggi, e Comunità Religiofe. Durante una tal ceremonia 4. Reggimenti d' Infanteria, che stavano fchierati avanti la porta del convento fecero diverfe fcariche.

Abbiamo rifcontro di Goa, che per togliere il timore che efifteva in quella Città fino dalla efpulfione de' Gefuiti, che il Corpo di S. Francesco Save rio loro fpecial Protettore foffe ftato trafportato altrove; fu ordinato finalmente dal Governo, che colla direzione di un Architetto Romano colà dimorante foffe fconneffa la fuperba Cuftodia di marmo, che ferve di riparo alla caffa, la quale è chiufa da fette chiavi, e che dovea contenere il facro Depofito. Aperto il tutto, fu trovato

con univerfale confolazione in mezzo a dévote voci di applaufo il fanto Corpo rivestito de' Sacerdotali Paramenti che fembrano quafi nuovi. La faccia era sì ben confervata da poterne ritrar re la vera fifionomia. Dalla parte de, fra aveva il celebre Baftone di Capitan Generale, di cui, come fpecialiffimo Patrono di tutto il Regno, era ftato dopo morte condecorato dai Monarchi del Portogallo, ftando colla mano fini ftra ful petto in atto di reggere il detto Baftone ful fianco, giacchè il brac cio, e la mano deftra fi confervano in Roma. Tre giorni confecutivi fu tenuto efpofto alla pubblica venerazione con indicibil concorfo di popolo di ogni grado, e di varie Religioni, ove trovandofi un fratello di un Regolo delle vicine Provincie, nel vedere il Corpo incorrotto di quefto Santo,, moffo da ftupore dovè eiclamare. Noi non abbiamo tali monumenti nella noftra Religione, e bifogna confellare che questa è la vera. Nel primo giorno pertanto officiò il Decano della Cattedrale coll' affiftenza di tutti i Canonici; nel fecondo il Superiore dei Signori della Miffione, che da qualche tempo colà fi trovano; e nel terzo Monfignor Arcivefcovo coll' intervento del Regio Governatore. Siccome poi e di giorno, e di notte fi tenne aperta la Chiefa per foddisfazione dei concorrenti, furono deftinati alla cuftodia del facro Depofito coll' ajuto dei foldati per impedire l'ecceffiva folla, i primi i Padri Domenicani, indi gli Offervanti, e fucceffivamente mutandofi gli uni con gli altri tutti gli Ordini Regolari cola efiftenri. Reftò terminata la devota pompa con una folenne. Proceffione, in cui fu portato il Corpo del

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detto

deto Santo per tutto il Paefe, e l'Arcivescovo, ed il Governatore dimoftrarono la loro pietà, foftenendo il facro Cadavere fulle proprie fpalle. Ricondotto in Chiefa, con Atto pubblico fu ripofto al fuo Depofito, effendone ftata prefa la mifura che fu ritrovata di circa 7. palmi; e ficcome Sua Maestà Fedeliffima noftra Sovrana gli avea fatto ricamare un nuovo velo per cuoprirgli la faccia, gli fu mutato l'antico, che la prédetta M. S. ha voluto appreffo di fe per devozione.

SPAGNA
MADRID 21. Gennâjo..

E' ftato fpedito un Corriere al Campo di S. Rocco con Difpacci contenenti la rinnovazione degli ordini, che quell' efercito profegua il fuoco fempre con maggior vigore contro la Piazza di Gibilterra, da dove fi è ricevuto il Diario che incomincia dal dì 27. dello fcorfo fino al dì 10. del corrente.

Nel dì 28. i nemici fecero una fortita ma furono refpinti. L'azione fu molto viva, e fucceffe della ftrage da una parte, e dall' altra. Nel dì 29. entrò nello Stretto un convoglio Francefe di 10. baftimenti mercantili procedente dal Levanté fotto la fcorta di 3. Fregate di fua Nazione, e diretto per l'Oceano. Nel dì primo del corrente fi fcoprì una Nave di linea Spagnola dalla parte di Levante della Punta di Gibilterra, efsendo entrata nello Stretto la notte antecedente, la quale facea forza di vele per dar fondo nel la Baja. Nel dì 3. ufcirono dal Porto nemico tre Lance, e fi approffimarono alla Torre del Diavolo per offervare i noftri lavori nelle trinciere, ma effendofele fparati.gran colpi da quel luogo, come anche dalla batteria de' Francefi, e dal Forte di S. Barbera, fi ritirarono fenza che ne rifultaffe veun particolarità. La fera del dì 4. effendo il tempo favorevole il Comandante Generale del blocco D. Antonio Barcelò fece attaccare le fortificazioni della Piazza dalle Lance bombardiere, e cannoniere comandate dal Tenente di Nave D. Paolo Eftapar. Il fuoco ebbe principio alle 4. e un quarto, e dusò per tutta la notte, conforme fuoffervato dal fuddetta Generale, e dal Duca di Crillon, avendo corrisposto iz

Piazza con ftraordinario ardore con tutte le fue batterie, per cui furono uccifi a bordo delle medefime 5. marinari, e 12. rimafero feriti, ed una Lancia inveftì, mi riuscì di ritrarla dal pericolo, e rimbarchiarla fino alla Baja d' Algeziras. La Guarnigione nemica tirò molte bombe, e pille nel noftro accampamento nella notte fuffeguente, ma fenza alcun effetto, e quantunque s' ignorino le difgrazie, che pofsino efserle accadute; fi crede che molti fiano ftati i morti, e feriti ftante il gran fuoco, che le nostre batterie avanzate fecero contro la medefima. Nel dì 7. fpirando un vento gagliardo d' Oweft, fi ofservò nel Porto nemico avere inveftito contro la terra un legno da tre alberi, che era difarmato, oltre due altri di minor portata. Nella mattina de' 10. fi cominciò di nuovo l'attacco contro la Nave il S. Michele, contro il Molo Nuovo, e le fue adiacenze, e durò il fuoco fino alle 7. avendo cagionati gran danni nelle fortificazioni nemiche, e per quan to fi potè offervare faltò in aria uno de' loro magazzini di polvere. Nel noftro accampamento però non vi fu perdita di forte veruna, quantunque i nemici gertallero varie palle infuocate,,

Il Principe di Naffau che nelli fcorfi giorni partì di quì per andare ad imbarcarfi a Cadice, cammin facendo, fu affalito da una truppa di ladri a cavallo, i quali colla maggior cortefia gli domandarone quanto denare aveffe preffo di fe; egli rifpofe, che non aveva altro che il bifognevole per il fuo viag gio allora i medefimi replicarono a quanto endeva, ed il fuddetto Principe dif a 500. doppie, delle quali effendo rimati contenti, dopo averle prefe, e fattigli mille complimenti, gli augurarono un buon viaggio.

Corre una voce in quefla Capitale molto particolare, ed è, che l'Infante D. Gabbrielle pofsa contrarre il matrimonio con una Sorella di S M. Cris ftianifsima, e che alla medefima le farà affegnato in dote l'Ifola di Corfica. FRANCIA PARIGI 21. Gennajo.

Tutte le mire del noftro Ministero ora fono dirette fopra il Continente, dove gli affari s'intor bidano fem

pre

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