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AMORE DIVINO

Quando io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non ho l'amore, sarei come un bronzo suonante o un cembalo squillante.

E quando avessi la profezia, e intendessi ogni mistero o lo scibile tutto,

E quando avessi tutta la fede talmente che trasportassi le montagne,

Se non ho l'amore, io sarei nulla.

E quando distribuissi in nutrimento ai poveri tutti i miei beni, e quando sacrificassi il mio corpo ad essere bruciato,

Se non ho l'amore, nulla mi gioverebbe.

L'amore è paziente, l'amore è benefico, l'amore non è avido. Non è insolente, non si gonfia, non è ambizioso. Esso non cerca il proprio tornaconto, non si muove ad ira, non pensa male.

Esso non gode dell' ingiustizia, ma tripudia della verità. Tutto esso scusa, tutto esso crede, tutto esso spera, tutto esso affronta.

L'amore non perirà giammai. Forse le profezie? Esse passeranno! Forse le lingue? Esse cesseranno! Forse la scienza? Essa sarà abolita! Imperocchè parzialmente noi conosciamo, e parzialmente noi profetiamo: ma quando poi viene la perfezione, allora è rimosso ciò ch'è parziale. Restano così fede, speranza e amore ma più grande

di tutte resta l'amore ».

AMORE LIBERO

SAN PAOLO.

Cioè strettamente legato al ventre della bestia.

La libertà, interpetrata dai dottori del vizio e praticata dagli schiavi della carne, fa di questi scherzi: invece di sciogliere incatena.

Ma l'uomo non se n'accorge.

Fino a che, un brutto giorno, avvertendo all' improvviso il fetore del proprio cadavere spirituale, mentre vorrebbe distaccarsene, cade putrefatto nella fossa e dalla fossa più giù.

Il che potrebb'esser graziosamente chiamato : Itinerarium ad diabolum.

AMOR PATRIO

« Dulce et decorum est pro patria mori ».

Ecco un famoso tema che risgocciola continuamente sui quaderni d'italiano dei nostri «cari ragazzi» nelle scuole secondarie del regno.

<< Ma la patria (dice tacitamente a se stesso il Sig. Fosco Raspanti) si può amar benissimo anche senza bisogno di morir per lei. Eppoi, siamo giusti, quando fossimo morti per la patria, come si farebbe a continuare ad amarla?

È dunque necessario di prolungare la nostra vita più che si può, per amar la patria più a lungo che si può.

Certo, se scoppia una guerra, bisogna combattere e combattendo è molto facile morire. Ma per combattere, fortunatamente, ci vuole la gioventù, che è svelta; e non gli uomini panciuti come il sottoscritto e d'una certa età. Questi sono invece adattissimi per la resistenza civile e cioè per quell'altra azione che si svolge nel paese, dove se non si combatte con le armi, non si sta tuttavia con le mani in mano.

Quando la patria è in guerra ha bisogno di due specie di soldati di quelli che « mangian male e dormono in terra » e di quelli che, pur facendo il loro dovere con esemplare patriottismo, hanno il diritto di mangiar bene e di dormire nel proprio letto a molla.

Questi sono i giornalisti, i propagandisti, gli esonerati e tutto il ceto commerciale e industriale, ai quali è affidato il sacro compito di tenere accesa la fiamma del patriottismo, d'impedire che si affretti la fine del conflitto, di persuadere il popolo che i preti parteggiano per lo straniero, di defraudare lo stato sotto colore d'aiutarlo, e di far sì che le molte lucciole sembrino altrettante lanterne ».

Uno di questi tali benemeriti, mostruosamente obeso, raccontò tempo addietro all'Omo Salvatico che, durante la guerra, nell' imminenza della chiamata della propria classe, aveva mangiato non so più quante staia di fagioli; e ciò per aver l'onore e il rischio (mercè la propria

trippa enormemente gonfiata da quei cereali) di combattere nel << fronte interno », come infatti avvenne e dove si comportò da temeraria ganascia.

Nè, per somma ventura delle nazioni moderne, simili esempi d'illuminato patriottismo son rari.

AMOR PROPRIO

L'uomo, dice Hello, non si ama abbastanza. Se si amasse, capirebbe che il suo interesse supremo consiste nell'amare Iddio. Soltanto i Santi, amando immensamente Iddio, amano immensamente se stessi.

Ma queste parole, se son chiare per un cristiano, diventano assolutamente incomprensibili per un commerciante. Il nostro cav. Francatrippa, per esempio, non potrebbe fare a meno d'obiettare:

<< I Santi? domando la parola.

I Santi, per vostra regola e norma (sebbene, come quell'altra specie d'acchiappanuvole dei poeti, io non gli abbia a dir vero dimolto in pratica) son della gente che non possiede neppure una briciola d'amor proprio.

Essi che voglion modellarsi (almeno per quel che ho sentito dire) sulla persona di Cristo, par che non sian contenti finchè non hanno messo il sedere alla finestra disonorando, in tal modo, le loro famiglie e se stessi.

Non è infatti un mistero per nessuno, ch'essi amano la povertà, la pazzia, la questua, la reclusione o il vagabondaggio, e che, soprattutto, non hanno un riguardo al mondo per l'igiene. Essi disprezzano la buona società, i comodi della vita, le ricchezze anche bene acquistate, e insomma si compiacciono quasi in onta a tutte le persone per bene, di viver proprio alla rovescia.

Io vi domando dunque come si possa sostenere seriamente che i Santi amano Iddio e se stessi meglio degli altri.

Quanto a me, quando sento dire dal mio amico personale Prof. Mediani, che un Jacopone da Todi, o un San Francesco d'Assisi lasciarono l'uno l'avvocatura e l'altro il commercio per vestirsi di stracci e farsi deridere e insultare dalla canaglia; o che una Santa Caterina da Siena leccava le piaghe dei lebbrosi; o che un

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Benedetto Labre (quello, con rispetto parlando, dei pidocchi) razzolava fra i monti della spazzatura come i cani, quando, dico, sento raccontare tutte queste cose che sembrerebbero perfino impossibili, se non le registrasse la storia, allora io credo d'avere il diritto di proclamare altamente che questi squilibrati non conobbero neppure da lontano dove stesse di casa l'amor proprio, e, di meravigliarmi altamente che la Chiesa li abbia fatti santi e, più ancora, che la polizia dei loro tempi, in omaggio al buon costume e alla decenza, non abbia pensato a rinchiuderli, come si meritavano, in un manicomio criminale ».

AMORE CARNALE

Leggere, in Derniers Contes di Villiers de L'Isle-Adam, « Les Amants de Toléde », per vedere (orripilandone !) con quali mezzi diabolicamente inquisitoriali riuscisse ad estinguere, su due giovani, i legittimi stimoli della carne, quel famigerato ed orrendo mostro di Torquemada.

AMORFO

L'anarchia non è abbastanza radicale mi diceva, anni fa, un nanerottolo che vendeva libri usati sopra un barroccino l'anarchia è un balocco da ragazzi, troppo impregnata ancora di mentalità borghese e socialista. Lo stato anarchico ha delle associazioni, ed è un'associazione. esso stesso, è un sistema che ha bisogno di capi, di burocrazie, insomma di forme determinate.

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Una scuola inventata da me

rispose l'omino un partito che ha un solo maestro e un solo discepolo ed è quello che le sta dinanzi in questo momento e questo partito, veramente radicale, è l'Amorfismo, cioè l'abolizione definitiva di ogni forma sociale e civile. Io sono amorfista, per servirla.

AMOS

Dice il profeta Amos: «Io non sono profeta nè figlio di profeta, bensì mandriano e coglitore di sicomori. E

l'Eterno mi prese da guardare le pecore, e disse a me l' Eterno: va', profeta al popolo d'Israel. E ora ascolta la parola dell' Eterno: tua moglie nella città fornicherà, i tuoi figli e le tue figlie per la spada cadranno, la tua terra colle funi sarà divisa, tu in terra impura morrai, e Israel andrà in esilio dalla sua terra ».

Le profezie di Amos si sono avverate punto per punto benchè egli dicesse di non esser profeta nè figlio di profeta. Guardatevi dunque da coloro che da sè si proclaman profeti. Dio predilige gli umili e se gli piace parlare agli uomini sceglie più volentieri la voce di un pecoraio che quella di un professore di metafisica o di economia politica.

AMUNDSEN ROALD (1872)

Esploratore norvegese al quale con la scoperta del Polo Sud fu riserbata la gloria di violare l'ultimo mistero

terrestre.

Dopo di lui sono cessati i sogni delle favolose Atlantidi. Tutto è stato trovato, misurato, analizzato, geograficizzato. Ormai sappiamo vita morte e miracoli del nostro globo e lo possiamo percorrere in tutte le direzioni e possiamo toccarne tutti i confini. Constatazione umiliante, e nel tempo stesso alimentatrice d'orgoglio. L'uomo ha dissipato ancora un mistero; perchè non li dissiperebbe tutti ?

Questa illusione funesta gli fa credere d'esser Dio; e con ciò lo trabocca nelle tenebre della bestia.

Ogni sua vittoria sull'esterno, ha, come ripercussione, una disfatta interna. L'orgoglio, che moltiplica la sua forza puramente umana, gli diminuisce nell'anima la luce divina. A un certo punto, svanito Dio, non vedendo che se stesso, sul Piedistallo del Mondo, si decreterà l'apoteosi. Ma in questo stesso momento Dio riapparirà. E allora << sapientia eorum devorata erit ».

ANACREONTE (550-465 a. C.)

Vecchio maiale greco che cantava il vino e le donne senza però dimenticare anche i ragazzi ben fatti. Insieme a Béranger è il poeta da capezzale dei borghesi istruiti ed anzianotti i quali sentono il bisogno di spruzzare di

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