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APELLE

non permetteva ai ciabattini di giudicare più in su delle scarpe. Oggi che gli eletti del popolo giudicano di politica, i letterati di poesia, i filosofi di religione, i lattanti dei governi, i mendicanti di economia politica e i trombai di musica, il povero Apelle, se si ostinasse nella sua antiquata pretesa, sarebbe fucilato isso fatto come ribelle.

APERITIVO

Il miglior aperitivo per gustare la letteratura moderna è di rileggersi un canto di Omero o dieci terzine di Dante. Il miglior aperitivo per ascoltare la messa è di recarsi prima in un ospedale.

Il miglior aperitivo per una festa da ballo è una visita preliminare al camposanto o alla morgue.

Il miglior aperitivo prima d'un banchetto è di contemplare le fotografie degli affamati del Don.

É il miglior aperitivo per leggere i giornali quotidiani è una scorsa al presente Dizionario.

APIS

I nostri contemporanei fanno le più matte risate quando leggono che gli Egiziani antichi adoravano il Bue Apis e lo custodivano in un tempio. Quest'allegria andrebbe opportunamente temperata se pensassero che noi inalziamo sul trespolo del potere o della fama degli animali, colle corna o senza, assai meno utili dei bovi e che li mettiamo in quei templi moderni che sono i Parlamenti o l' Università, invece d'aggiogarli all'aratro.

APOCALISSE

Cristo ritornerà; così è scritto nel Sermone profetico e nella Visione di San Giovanni.

L'uno e l'altra sono compresi nei libri canonici; dunque, per noi cattolici, la seconda venuta del Signore è articolo di fede.

Ma Cristo (è detto ancora nei due luoghi) non tornerà in abito di povero e di pellegrino; bensì vestito di gloria, ed esecutore terribile della giustizia del Padre.

La descrizione degli ultimi tempi» e del Giudizio Finale, prima accennata nel Vangelo poi sviluppata nell'Apocalisse, è spaventevole.

Eppure (se non siamo eretici) non possiamo metterla in dubbio od evitare di pensarci perchè ci fa paura.

Il «Dies irae », per chi dice d'accettare totalmente la dottrina della Chiesa, va considerato come il preannunzio assolutamente certo dell'ultimo fatto storico che (sebbene non sappiamo quando) ineluttabilmente avverrà.

Cristo si paragona al ladro di notte: Voi dormirete, avrete chiuse tutte le porte, e non penserete a me. Ma io le scassinerò e vi sorprenderò nel sonno. Vegliate dunque perchè non sapete quando sia per essere la mia venuta.

Parole al vento. Certi cristiani che Dio rivomita non posson credere che il Signore, così buono, così longanime, così misericordioso coi peccatori com'è stato dipinto, dica queste cose sul serio.

L'Apocalisse! il Giudizio Universale! Mio Dio, ma non vedete che son cose che a fissarcisi farebbero impazzire ?

E poi, dovreste capire una buona volta che a divulgarle troppo, è più lo scapito del guadagno. Tizio, per esempio, è cattolico; ma capirete, vive nel secolo XX, è abbonato al Giornale d'Italia, possiede una certa cultura.... se gli mostrate dunque la religione dal lato tetro sapete che cosa farà ? perderà la fede, e chi s'è visto s'è

visto.

Ah no, Signore, non è questo il modo di trattare con le persone colte; e se volete far breccia ancora nell'anime bisogna (persuadetevi pure) che, adattandovi ai tempi, sappiate insinuarvi educatamente con la tolleranza e l'amore. Assempro :

Una sera di quest'anno, monsignor Boccoleri, vescovo di Terni, predicava in Santa Maria del Fiore.

Prima d'entrare in argomento, avvertì l'uditorio che avrebbe parlato dell' Inferno.

Accanto a me, stavano due signore (madre e figlia) sontuosamente impellicciate ed acremente profumate.

Al fastidioso annunzio lanciato dal Vescovo, la signorina non potè trattenere una smorfia; poi disse: «< Mio

Dio, s'incomincia male!» E qualche minuto dopo se ne andarono l'una e l'altra lasciando in quell'aria, che già sapeva di zolfo, una scia di beninteso cristianesimo perfettamente muschiato.

APOCRIFI

Apocrifi sono, per i moderni critici cristofobi, tutti quegli scritti sia ebraici che greci, sia sacri che profani, sia storici che poetici coll'aiuto dei quali si può dimostrare la realtà di Cristo, la missione degli apostoli, la fortezza dei martiri, i miracoli dei santi, la tradizione della Chiesa e il primato di Roma.

APOPLESSIA

La malattia (giacchè se non si muore ammazzati d'una malattia si deve morire) desiderata da tutti i « ben pensanti» i quali, saggiamente, non accolgono fra i loro pensieri (pochi ma buoni) il pensiero di Dio.

Un buon accidentino a secco, e là. Almeno non si patisce !

Questo discorso, fatto comunemente, non desta alcuno stupore; sembra naturale; tanto si sottintende che « con la morte finisce tutto ».

Ma che sorprese di là, poveri filo-apoplettici che non vorreste soffrire !

APOLLINAIRE (GUILLAUME) (1880-1918)

Essendo un polacco nato a Roma diventò naturalmente uno dei colonnelli della giovane letteratura francese verso l'epoca della guerra: alleato dei futuristi italiani e precursore dei dadaisti rumeno-elvetici. Derivò molto da Villiers, da Jarry e dal suo amico Max Jacob. Teorico del cubismo, rivelatore di Rousseau le douanier, ebbe molta influenza anche sui pittori. Partecipò alla guerra ma morì più tardi, di spagnuola. Il suo ultimo libro Le Poète Assassiné è profetico nel senso personale e letterario. Era grasso, gioviale, e si dilettava molto di bibliofilia e di letteratura pornografica.

APOLLO

era il Dio dei Poeti e se lo immaginavano come un bel giovanotto biondo, coronato d'alloro, che stava strimpellando una lira sopra un poggio in compagnia di nove concubine chiamate Muse.

I poeti moderni l' hanno abbandonato e non si rivolgono più a lui per chiedere l'ispirazione, che ottengono più sicuramente dal vino, dall'assenzio, dalla grappa e dalla co

caina.

Ma ne conservano la memoria in grazia d'una sola delle sue gesta: lo scorticamento del rivale Marsia. Tutte le volte che un poeta canta più dolcemente del solito, e vanno dietro al suo suono le donne, gli altri poeti ripensano con nostalgica invidia ad Apollo, ma non potendo scorticare il concorrente coi coltelli lo fanno spellare dai loro amici e lo inchiodano, squartato, tra una colonna e l'altra dei giornali.

APOLOGIA

C'è, prima di tutto, l'apologia di reato che nel codice è iscritta tra i reati, ma che nella pratica è la via più facile per giungere agli « alti luoghi ».

Poi viene la celeberrima Apologia di Socrate, strumento di tortura liceale e riprova della grande affinità fra il figlio di Sofronisco e i suoi amici nemici sofisti.

Viene per ultima, e si capisce il perchè, l'apologia del Cristianesimo alla quale, benchè vi abbiano speso lor possa uomini come Sant'Agostino e Tertulliano, San Tommaso e Pascal, Manzoni e Newman, è considerata ormai un perditempo per monsignori fuori corso e per chierici sacrificati. La moderna sapienza ha decretato che la religione è affar di cuore (alcuni dicono addirittura d' ignoranza) e ritiene che l'apologetica fa la stessa figura che farebbe, oggi, una difesa dell'astrologia giudiziaria. Eppoi non è « interessante >>

cioè, tradotto alla buona, non frutta interessi tangibili, essendo risaputo che le chiavi di San Pietro non son quelle d'una cassaforte.

«La nostra causa non è interessante! Manzoni

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esclama il

Ah! noi abbiamo la prova del contrario nel

l'avidità con cui sono sempre state ricevute l'obiezioni che le sono state fatte. Non è interessante! e in tutte le questioni che toccano ciò che l'uomo ha di più serio e di più intimo, essa si presenta così naturalmente, che è più facile respingerla che dimenticarla. Non è interessante! e non c'è secolo in cui essa non abbia monumenti d'una venerazione profonda, d'un amore prodigioso, e d'un odio ardente e infaticabile. Non è interessante! e il vôto che lascerebbe nel mondo il levarnela, è tanto immenso e orribile, che i più di quelli che non la vogliono per loro, dicono che conviene lasciarla al popolo, cioè ai nove decimi del genere umano. La nostra causa non è interessante! e si tratta di decidere se una morale professata da milioni d'uomini, e proposta a tutti gli uomini, deva essere abbandonata, o conosciuta meglio, e seguita più e più fedel

mente ».

APOSTATA

L'Apostata, ammonì il prof. Mediani, è un uomo che riconosce di aver sbagliato strada e che torna indietro e passa dall'errore alla verità. Perchè biasimarlo? Io, per esempio, ho una devozione particolare per Giuliano l'Apostata, calunniato dalla canea clericale, il quale voleva ristabilire i graziosi dei dell'Olimpo e ha difeso con fine arguzia soggiunse lisciandosi amorosamente l'onor del l'uso di portar la barba.

mento

APOSTOLO

Dopo i dodici famosi che portarono nel mondo la religione di Cristo, oggi fortunatamente in piena bancarotta, l'Apostolo per antonomasia della terza Italia è, come tutti sanno, Mazzini.

Esso voleva fondare una nuova religione, nella quale il popolo, senza tanti complimenti, si rivolgesse direttamente a Dio, e Dio, travestito da repubblicano, apparisse ritto sopra uno sgabello e parlasse al popolo.

Ma non se ne fece di nulla; perchè il popolo, abbandonati i preti, non trovò più Dio, e Dio, dall'alto del suo Paradiso (dopo l'apostasia generale) non vide più sulla terra che grufolanti e rissanti mandrie di melmosi porci.

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