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BERESINA

Questa è la mia Beresina mormorava tra sè il Dottore Enteroclismi una sera d'inverno che traversava un fosso fangoso mentre certi ragazzi gli tiravano dei sassi da lontano. Ma Napoleone s'era permesso d'invader la Russia, spinto dal più sfrenato militarismo, mentre io non ho altra colpa che d'aver sbagliato l'operazione dell'ernia a quel contadinaccio ch'è morto. Napoleone ha fatto morire un milione di uomini, e io, che sappia, uno solo e a fin di bene. Ma l' ingratitudine bersaglia i benefattori dell'umanità: ora non potrò più restare in questo paese e dovrò cercare in un'altra condotta la mia Sant' Elena.

Un sasso meglio diretto degli altri lo colpì in quel momento nel groppone; inciampò e ruzzolò nella mota.

- Ecco Waterloo dopo la Beresina, esclamò l'eroico dottore annaspando per rizzarsi. E gettò all'aria scura la talismanica parola di Cambronne.

BERGSON ENRICO (1859)

Ebreo francese di origine polacca che, stanco del platonismo, volle risuscitare Plotino e rinfrescare Schelling. L'intelletto non conosce che il meccanico e il discontinuo, da lui immaginato per i bisogni pratici per conoscere la vera realtà bisogna ricorrere all' intuizione, inserirsi nella corrente della durata reale e afferrare il continuo nel suo eterno fluire.

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La filosofia, intesa a questo modo, si risolverebbe nell'arte o, meglio ancora, nella contemplazione mistica 0, infine, nel panteista silenzio degli yoghi.

L'opera di Bergson è stata utile come reazione al disseccamento dell' ultrarazionalismo, richiamando alla vita quelli che si baloccavano colla scolastica delle categorie, ma non può, come alcuni cattolici hanno creduto un momento, essere avviamento a una nuova apologetica, perchè rifiutando la ragione si cadrebbe in un fideismo individualista pericoloso all'unità della fede e alla assolutezza del dogma.

BERILLO

"O gola d'oro e occhi di berillo.... »

È il solo verso che ricordo d'un sonetto di trent'anni fa, di cui non ricordo (oh iattura !) nè il titolo nè l'autore.

Ma non fa nulla. Basta quest'unico verso per illuminare non solo un periodo letterario, ma un'epoca: l'epoca oramai miocenica dell'Isaotta Guttadauro, dell'Isotteo e la Chimera e d'altre minori oreficerie di stagnola.

Erano ancora i tempi del secondo Re dai gran baffi. E se correvano, all'ombra di quei baffi, i primi tranvai elettrici e le biciclette già in voga, le automobili, in compenso, non si sognavano.

Allora, sebbene Gabriele d'Annunzio, l'assonnato sensuale, fosse una caramella succiata dalle signore e dagli snobs, le guardie di Pubblica Sicurezza portavano sempre il chepi a marmitta e la giacca a sottanino e fra gli altri modi di dire si sentiva ripetere in varie occasioni dalla gente: « E impossibile come volare ».

Ma poi si volò; anzi, per terra, per acqua e per l'aria, tanto vertiginosamente si turbinò, che si finì per cadere in uno sterminato manicomio di cannibali ubriacati di sangue.

Oggi dalla sua putrida e lontana sepoltura, fievole, triste, stupido e sbigottito, questo verso s'è riaffacciato alla mia memoria:

«O gola d'oro e occhi di berillo.... »

L'unico frammento grottesco di quell'arcadia d'alcova che non sapeva d'avere in corpo le mitragliatrici !

BERKELEY GIORGIO (1684-1754)

Il vescovo protestante Berkeley è celebre per due cose: per aver dimostrato che non esiste una sostanza esterna (materia) al di là delle nostre sensazioni; e per aver proposto l'acqua di catrame come panacea universale. Ôggi sappiamo che la sua scoperta filosofica si riduce a un semplice chiarimento di parole (materia = possibilità di sensazioni) e nulla più; e l'acqua di catrame è adoprata soltanto, e di rado, per la cura dei catarri di gola.

BERLICCHE E BERLOCCHE

Al nostro eccellente Canapone, Granduca di Toscana, si appresentarono un giorno due ciane - perchè S. A., benchè tiranno, riceveva tutti che chiedevano non so qual sussidio. Leopoldo promise e allora le due donne, sul punto d'andar via, dissero :

Speriamo che anche Sua Altezza non ci faccia berlicche e berlocche come i suoi ministri.

Sparite le ciane il Granduca si volse a un suo segretario chiedendogli cosa volesse dire berlicche e berlocche.

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Vuol dire barattar le parole, non mantener la pa

rola data.

E allora

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riprese Leopoldo, - scrivete subito che sia dato a ciascuna uno zecchino per berlicche e uno per berlocche.

Altri tempi, altri costumi, altre monete e altri principi.

BERLINGACCIO

E sparito, com'è sparita la quaresima. Oggi, nè orgia nè mortificazione nè cozzo fra gli estremi.

Una grande, uniforme, chiusa e buia tristezza, che quando simula l'allegria è ancora più triste e più torva, ha invaso (ultima lebbra) l'anima umana.

Non si crede più nè al paradiso dei porci nè al paradiso degli angeli.

Ciascuno è roso dal proprio peccato e non sa più che quell' intimo verme implacabile che lo rode e lo infetta, è il peccato.

Passa il Berlingaccio e l'uomo non ride; passa la Quaresima e l'uomo non piange.

Un albero secco, ma non morto, che esprime il proprio dolore, non confortato dalla speranza, contorcendosi inutilmente sotto un cielo di castigo, con rabbiosi schianti. Ecce Homo.

BERLINO

All'Alfieri parve una casermaccia; a Mark Twain la più americana città d'Europa; a Hegel la Gerusalemme dell' idealismo; ai parigini la succursale moderna di Sodoma e Gomorra. Paion discordi tutti e dicon la stessa cosa. Le città americane somigliano a caserme scientifiche; nelle caserme tedesche non è rara la sodomia e l'idealismo hegeliano è la degna filosofia dei pederasti accasermati : infecondi in fila tre per tre.

BERLIOZ ETTORE (1803-1869)

Squassante romantico francese che i suoi concittadini tentano di contrapporre a Wagner. La sua musica uraganesca è talvolta potente ma fatta più per gli orecchi e il cervello che per il cuore. Fu anche scrittore ed è sua la definizione di Parigi: «pays de vieux barbares blasés ». Spirito grandioso e che concepiva in modo gigantesco: nel Dies Irae del suo Requiem, una delle più efficaci composizioni di musica religiosa, voleva che il meraviglioso Tuba mirum fosse eseguito da quattro orchestre ! E difatti

prima del giorno vero non ci vorrebbe di meno per svegliare, sia pure un momento, le anime assonnacchiate dei cristiani che non voglion rammentarsi della morte.

BERNA

Degna capitale della Svizzera. Tien rinchiusi i suoi migliori abitanti, discesi dai monti, in fondo a una fossa: gli orsi bruni. A questi, però, i minorenni bernesi pagano un quotidiano tributo di carote, resto di un antichissimo culto al totem ancestrale, mentre imparano dai loro prigionieri l'arte della serietà brontolante.

BERNARD CLAUDE (1813-1878)

Famoso fisiologo positivista; grande torturatore di animali vivi e autore di quella Introduction à la medecine experimentale ch'era uno dei Vangeli dell'arcibestia Zola.

<< Claude Bernard racconta J. Goncourt dans le délire qui précéda son agonie, ne répétait qu'un seul mot : Foutu! Foutu ! » Infatti....

BERNARDINO (S. DA SIENA) (1380-1444)

Un giorno (già frate minore) ascoltava ad Alessandria, confuso tra la folla, una predica del celeberrimo domenicano spagnolo S. Vincenzo Ferreri. Quel giorno stesso i due santi si conobbero; e il giorno dopo, San Vincenzo, d'un tratto, interrompendo la predica, così disse alla gente che lo ascoltava:

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Figli miei, tra di noi è un religioso dei Frati minori che presto diverrà illustre per tutta l'Italia; la sua dottrina e i suoi esempi produrranno grandi frutti in mezzo al popolo cristiano. Vi esorto dunque a ringraziare Iddio ed a pregarlo insieme con me affinchè si degni di compiere ciò che m' ha rivelato. E siccome presto si avvererà quanto ora vi annuncio, io ritorno ad evangelizzare la Francia e la Spagna e lascio a quest'uomo la cura d'istruire i popoli dell' Italia ai quali non ho fatto sentire la mia voce ».

Varî anni più tardi, questa profezia si avverava comple

tamente.

La predicazione del terribile ed apocalittico spagnolo, veniva sostituita da quella arguta, serena e popolare del francescano senese.

Egli, nel parlare al popolo, usava il linguaggio del popolo; non diceva cose difficili con forma tropp'alta o involuta, ma esponeva le verità evangeliche e la dottrina della Chiesa, cercando di tener desta l'attenzione dell'uditorio non solo con l'evitare di cader nel rettorico, ma perfino col ricorrere spesso ad aneddoti, a frizzi, ad apologhi, a barzellette, a proverbi e a storielle che tuttavia, pur divertendo, contenevano il succo della verità rivelata.

Nè si creda, con questo, che la predicazione di San Bernardino mancasse di forza; ordinariamente allegro e sereno, di fronte a certi peccati che maggiormente lo indignavano, diventava terribile.

I suoi tempi eran pieni di discordie, di stragi, di tradimenti, di bestialità, di vizi.

Ma specialmente contro la ferocia delle fazioni (si era giunti perfino a macellare e a vendere la carne dei propri nemici) l'ira di S. Bernardino raggiunse il colmo.

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