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Tuttavia bisogna bruciare (in linguaggio tecnico cremare) i nostri morti e si potevano bruciare allegramente, fino a ieri, in barba alla legge, dal contadino bolscevico o popolare intere raccolte di grano.

Una bruciatura però che bisogna considerare (fra l'altre infamie clericali) come un delitto raccapricciantissimo è quella che, per istigazione della Chiesa, veniva operata sugli Eretici.

E, infine, di due fuochi si può ridere impunemente : del « fuoco del Cielo » che da Lot in poi (pura favola!) non è più caduto sulla terra, e del «fuoco dell' Inferno », ch'è un altro ridicolo spaventapasseri, inventato di sana pianta dalla mitologia cristiana.

BRUCIARSI LE CERVELLA

All'ateo che non può conservare la sposa altrui o non può rimborsare il vuoto di cassa, non resta altro, dopo aver bruciato l'ultima cartuccia, che bruciarsi le cervella (inesplicabilmente moltiplicate sotto il colpo fatale) colla radiosa certezza di esser tutto quanto bruciato, due giorni dopo, nel forno crematorio al quale si era previdentemente abbonato.

BRUCO

Quasi sinonimo di verme, cioè d'uomo.

«Non v'accorgete voi che noi siam vermi
nati a formar l'angelica farfalla,
che vola alla giustizia senza schermi ?
Di che l'anima vostra in alto galla?
poi siete quasi entomata in difetto,
si come verme, in cui formazion falla.

Tutta la morale, tutta la religione e tutte le norme del vivere civile, son condensate, per sempre, in questi sei versi, che sembran dettati dallo Spirito Santo.

Ma non è roba per me, dice l'uomo moderno. O verme o non verme, io volo; io son portato in alto dalla mia benzina, e, dall'altezza del mio cielo niente affatto teologico posso, se voglio, pisciare in capo anche a Dante,

BRUMAIO

Ma di dicembre, ma di brumaio
cruento è il fango, la nebbia è perfida:
non crescono arbusti a quell'aure,

o dan frutti di cenere e tòsco.

Scusi, professore: ma di decembre, ma di brumaio, nacque all'aure di Palestina un arbusto, e l'arbusto crebbe tanto robusto che trentatrè anni dopo, ridotto a Croce, potè sostenere il peso di un Dio.

BRUMMEL (1778-1840)

Il principe dei dandys, l'arbiter elegantiarum dell' Inghilterra di Giorgio III e IV, l'eroe di Baudelaire e di Barbey d'Aurevilly, aveva una buona qualità: detestava i vestiti nuovi e prima d' indossarli li faceva portare un po' di tempo a un servitore. I nostri filosofi e politici, che non sono davvero dandies, tutt'altro!, hanno un costume opposto e si mettono un vestito nuovo, ideale, tutte le settimane - col resultato di farsi creder camerieri da chi se n'intende.

BRUNETIÈRE FERDINANDO (1849-1907) Onesto, noioso, pesante, pedante professore di lettere e direttore della Revue des Deux Mondes. Ebbe due manie: applicare la teoria dell'evoluzione alla storia letteraria e utilizzare il positivismo per l'apologetica cattolica. In tutte e due i tentativi falli ma questi due fallimenti furon compensati dalla fortuna di un terzo fallimento, non sofferto ma proclamato da lui: quello della Scienza.

BRUNO (S.) (1035-1101)

Fondatore dei Certosini e della Certosa di Grenoble. I moderati cattolici benpensanti e benmangianti de' tempi nostri vedono in lui un Salvatico, che preferiva la vita nelle montagne, colle mortificazioni e la tortura del silenzio, alla piacevole compagnia de' loro antenati cittadini. Gli eccessi, diceva un di costoro,

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son sempre eccessi anche se hanno l'aspetto della santità. Io m' inchino al giudizio della Chiesa ma se la vita non dev'esser altro

che meditazione ed aspettazione della morte a che scopo ci fu concessa ?

- Come semplice vestibolo a quella vita che sola è vita e che comincia appunto colla morte, avrebbe risposto San Bruno.

BRUNO GIORDANO (1548-1600)

Lampeggiante e fumoso; razionalista e torbidamente mistico; orgogliosissimo; a sprazzi grande poeta; tormentato, devastato, barocco, osceno, apostata.

La sua fine (del resto meritatissima) è la sola cosa non ignota (esclusa «La Bestia Trionfante » il cui titolo attira) all'asinità rabbiosa dei nostri liberi pensatori.

Essi (tranne il fu pappagorgiuto Giovanni Bovio) non hanno mai letto una sola pagina del loro idolo, per la semplice ragione che non sanno leggere.

Ma a loro basta, e ne avanza, d'aver sentito dire che <«< il Martire nolano » fu bruciato vivo «in Campo dei Fiori » da quei soliti inestirpabili preti, che purtroppo (come tuonava giorni addietro un rispettabile pizzicagnolo tra i suoi profumati salami) sono i veri e propri « carnefici della carne umana ! ».

BRUSCOLO

Se t'entra nell'occhio sei un uomo rovinato; perchè tutti quelli che ci hanno una trave faranno gli scandalizzati e andranno dicendo che sevizi i figlioli, che bastoni la moglie, che avveleni tuo padre, che calpesti l'onore, che affronti i viandanti o che tradisci la patria.

Meditare dunque le parole del Vangelo e preferire la lebbra alle « persone che si scandalizzano ».

BRUTO

I Bruti celebri son due: il primo ammazzò il figliolo, il secondo il padre (si racconta che Cesare fosse stato l'amante di Servilia). Uno si finse pazzo e fondò la Repubblica; l'altro si finse filosofo e fondò, indirettamente, l' impero di Augusto. Si pregano i repubblicani di scegliere chi fu più Bruto tra i due.

BRUTTO

L'ideale è stato raggiunto.

Infatti ogni nuova scoperta scientifica avendo dato la caccia vittoriosamente ad ogni forma di bellezza, oggi possiamo confessare con legittimo orgoglio che anche il bello, una delle molte sconcezze dei secoli passati, non esiste più. Prego, per credere, di volgere un rapido sguardo sul nostro mondo attuale.

Le strade son tutte ferrate; le città, piene di fili metallici, sembrano fantastici paretai per farvi rimanere impigliati inimmaginabili uccelli; le ciminiere e le locomotive fumanti assolvono fedelmente il loro compito d'impedire la solita vista noiosa del cielo azzurro; i monti, debitamente diboscati, hanno preso l'aspetto di leggiadri capi di tignosi ; le rondini, uccelli romantici, sono state messe in fuga dall'areoplano; l'aquile raggiunte, anch'esse, dall'altivolante velivolo, non sanno più da qualche tempo dove fare il nido; i pesci inseguiti dal sottomarino saranno costretti d'ora innanzi a fare i medesimi fuor d'acqua; i cavalli, sostituiti dall' H. P. verranno convertiti, come del resto si meritano, in mortadelle di Bologna; i bovi e perfino i contadini, essendo con l'agricoltura a macchina diventati superflui per lavorare la terra, finiranno similmente dal macellaro; la musica (per parlare delle così dette arti belle che abbiamo già fatto e più faremo col tempo diventare brutte) può essere eseguita fin d'ora dall'autopiano; per la pittura non abbiamo che da attenerci ai mosaici di giornali vecchi; per la scultura basta e ne avanza, com'è provato, il solo patriottismo dello scultore; per l'architettura è sufficiente mettere il tetto in terra e il pianterreno per aria; e quanto alla poesia (dopo tutto ciò che s'è detto) è inutile avvertire che è stata opportunamente soppressa. Cosicchè, se si aggiunga che l'uomo stesso, nel mangiare, nel vestire, nel camminare e nel parlare, è arrivato oramai lodevolmente al punto massimo della laidezza, è dimostrato, ci sembra, che l'ideale dell'assoluto brutto è stato, come dicevamo in principio, felicemente raggiunto.

Ma il brutto, mancando il bello, è veramente brutto ? Ecco un elegante problema da risolvere che lasciamo volen

tieri alla nuova generazione, la quale, vogliamo sperarlo, sarà molto più brutta di noi.

BUBBONE

I bubboni fisici derivano sempre o quasi sempre da quelli morali; ma questi sono i più fetidi e maligni.

Per vincerli c'è una sola cosa da fare: accettare quella stessa croce, non da cavaliere, della quale volle essere insignito Gesù Cristo.

Ecco la medicina da cavalli che propone continuamente la Chiesa.

Ma gli ammalati, pur troppo, preferiscono il palliativo al rimedio; ed ecco dunque perchè muoiono.

BUCATO

La biancheria sporca si mette in bucato e ritorna pulita. Anche l'anima, quando è sudicia, si può mettere in bucato. Ma il male è che oggi il laidume morale è tanto laido, che molti sudicioni crederebbero di sporcarsi affidandosi alle rannate dei bucatai dell'anima.

BUCHNER GIORGIO (1824-1899)

L'immortale autore di Kraft und Stoff, che per una ventina d'anni fu il breviario dei materialisti, oggi, sdegnato dai suoi stessi piattoni come troppo grossolano, ignorato dai filosofi e dimenticato perfino dagli scienziati, non gode più nessun credito che tra i lattonieri e gli uccellai della bassa Massoneria.

BUDDA

Principe indiano il quale un giorno fece la meravigliosa scoperta che per evitare i mali della vita la meglio è di sopprimere la volontà di vivere e l'esistenza stessa. Basiti da questa rivelazione prudhommesque alcuni milioni di asiatici e alcune migliaia di europei ritengono il Budda il più grande genio religioso dell'umanità. In Italia i più celebri buddisti sono il geologo Di Lorenzo e il finanziere Luzzatti. L'Omo Salvatico augura a tutti e due, a suo tempo, la pace perfetta del Nirvana.

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