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violenza ed il terrore, senza riguardo alcuno a condizione o grado, ma volendosi consumare ad ogni costo questo eccesso di fellonia si ricorse pure alle arti le più vili e mercenarie. Così passando di eccesso in eccesso, con abusare delle stesse beneficenze concesse dal Pontefice, e specialmente convertendo nella più ributtante licenza la libertà della stampa, dopo le più inique malversazioni per premiare i loro complici e non più tollerare la presenza degli onesti e timorati, dopo tanti assassinii commessi sotto la loro egide, dopo aver disseminato ovunque la ribellione, il mal costume, la irreligione, dopo aver sedotta tanta gioventù incauta, non più rispettando i luoghi sagri e gli asili di pace e di solitudine, ne' i luoghi stessi di pubblico insegnamento per convertirli in covili della più indisciplinata milizia raccolta da profughi e scelerati di estere contrade, si vuol ridurre la capitale del mondo Cattolico, la sede dei Pontefici, in una sede di empietà, atterrando, se fosse possibile, ogni idea di sovranità in chi dalla provvidenza è destinato a reggere la Chiesa universale, e che appunto per esercitare liberamente questa sua autorità su tutto l'orbe Cattolico, gode di uno stato come patrimonio della Chiesa; alla quale vista di desolazione e di strage non può il Santo Padre non rimanere profondamente addolorato, commosso altresi dal grido de' suoi buoni sudditi, che reclamano il suo ajuto, il suo soccorso per essere liberati dalla più atroce tirannia.

"La Santità Sua, com' è palese, poco dopo giunta in Gaeta, sotto il giorno 4 Dicembre prossimo passato, diresse la sua voce a tutti li Sovrani coi quali è in relazione, e dando lor parte del suo allontanamento dalla capitale e dallo Stato Pontificio, e delle *cause che lo provoca[*685] rono, invocava il loro patrocinio per la difesa dei dominii della Santa Sede. Ed è pure di dolce soddisfazione il manifestare di avere presso che tutti amorevolmente corrisposto, prendendo la più viva parte alle sue amarezze, alla penosa sua situazione, offrendosi pronti in suo favore, ed esternando al tempo stesso sensi ossequiosissimi di devozione e di attaccamento.

"Nella espettativa di si felici e generose disposizioni, mentre Sua Maestà la Regina di Spagna aveva con tanta sollecitudine promosso un Congresso delle Potenze Cattoliche per determinare i mezzi onde prontamente ristabilire il Santo Padre ne' suoi Stati, e nella sua piena libertà ed indipendenza, proposizione alla quale avevano prestato adesione varie Potenze Cattoliche, e stavasi in attenzione di quella delle altre, è pur d'uopo con dolore riferire, che le cose dello Stato Ponteficio sono in preda di un incendio devastatore per opera del partito sovvertitore di ogni sociale instituzione, che sotto speziosi pretesti di nazionalità ed indipendenza nulla ha trascurato di porre in opera per giungere al colmo della loro nequizia. Il decreto, detta fondamentale, emanato nel dì 9 corrente, dall' Assemblea Constituente Romana offre un' atto che da ogni dove ribocca della più nera fellonia e della più abominevole empietà. Con esso dichiarasi principalmente decaduto il Papato di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato Romano, si proclama una repubblica, e con altro atto si decreta l'abbassamento degli stemmi del Santo Padre. Sua Santità nel vedere così vilipesa la suprema sua dignità di Pontefice e Sovrano, protesta in faccia ai Potentati tutti, ed a tutti i singoli Cattolici del mon

do universo, contro questo eccesso d'irreligione, contro si violente attentato di spoglio degli imprescrittibili e sagrosanti suoi diritti. Quindi laddove non si accorresse con un pronto riparo, giungerebbe il soccorso allorquando gli Stati della Chiesa, ora interamente in preda de suoi acerrimi nemici, fossero ridotti in cenere.

"Pertanto avendo il Santo Padre esauriti tutti i mezzi che erano in suo potere, spinto dal dovere che ha al cospetto di tutto il mondo Cattolico di conservare integro il patrimonio della Chiesa e la sovranità che vi è annessa, così indispensabile a mantenere la sua piena libertà ed independenza come capo supremo della Chiesa stessa, e mosso altresì dal gemito dei buoni che reclamano altamente un ajuto, non potendo più oltre sopportare un giogo di ferro ed una mano tirannica, si rivolge di nuovo a quelli stesse Potenze, e specialmente a quelle Cattoliche che con tanta generosità di animo, ed in modo non dubbio hanno manifestata la loro decisa volontà di esser pronte a difendere la sua causa, nella certezza che vorranno con ogni sollecitudine concorrere con il loro morale intervento, affinchè venga egli restituito alla sua sede, alla capitale di quei dominii che furono appunto costituiti a mantenere la sua piena libertà ed indipendenza, e garantiti *eziandio dai trattati che formano la base del diritto pubblico Europeo.

[*686]

"E poichè l'Austria, la Francia, la Spagna, ed il Regno delle Due Sicilie si trovano per la lora posizione geografica in situazione di potere sollecitamente accorrere con le loro armi a ristabilire nei dominii della Santa Sede l'ordine manomesso da un' orda di settarii, così il Santo Padre, fidando nel religioso interesse di queste Potenze figlie della Chiesa, domanda con piena fiducia il loro intervento armato per liberare principalmente lo Stato della Santa Sede da quella fazzione di tristi che con ogni sorta di sceleraggine vi esercita il più atroce despotismo.

"Per tal modo solo potrà essere ripristinato l'ordine negli Stati della Chiesa, e restituito il Sommo Pontefice al libero esercizio della suprema sua autorità, siccome lo esiggono inperiosamente il sagro ed augusto suo carattere, gl' interessi della Chiesa universale, e la pace dei popoli; e così potrà egli conservare quel patrimonio che ha ricevuto nell' assunzione del Pontificato per trasmetterlo integro ai suoi successori. La causa è dell' ordine e del Cattolicismo. Per la qual cosa il Santo Padre si confida chementre tutti le Potenze con cui si trova in amichevoli relazione, e che in tanti modi nella situazione in che è stato gettato da un partido di faziosi, gli hanno manifestato il loro più vivo interesse daranno un' assistenza morale all' intervento armato, che per la gravità delle circonstanze ha dovuto invocare, le quattro Potenze di sopra accennate non indugieranno un momento di prestare l'opera loro richiesta rendendosi così benemerite dell' ordine pubblico e della religione.

"Il Sottoscritto, Cardinale Pro-Segretario di Stato di Sua Santità, interessa per tanto vostra Eccellenza affinchè si compiaccia portare questa nota il più sollecitamente possibile a cognizione del suo Governo; e nella fiducia di benevola accoglienza, ha l'onore, &c."

No. VII.

Viscount Palmerston to the Marquis of Normanby.
"Foreign Office, March 27, 1849.

"My Lord,

"I HAVE received your Excellency's dispatch of the 8th instant, transmitting to me the copy of a note which your Excellency had received from the Apostolic Nuncio, inclosing the copy of the note which has been addressed by Cardinal Antonelli to the Representatives of all friendly Powers, requesting them to *co-operate for the purpose of re-establishing the Papal authority at Rome.

[*687]

"I have to instruct your Excellency to say to the Nuncio that Her Majesty's Government have received and have attentively considered the communication which he has made to them through your Excellency and that you are instructed to express to him the deep regret with which Her Majesty's Government have witnessed the differences which have arisen between the Pope and his subjects, the assassination of Count Rossi, the departure of the Pope from his capital and States, and the proclamation of a Republic at Rome.

"The British Government is for many obvious reasons not desirous of taking an active part in any negotiations which may result from the application which the Pope has addressed to some of the Catholic Powers of Europe, whose territories are nearer than Great Britain in Geographical proximity to the Italian Peninsula. But the British Government will be much gratified if the result of those negotiations should be such a reconciliation between the Pope and his subjects as might enable the former with the free good-will and consent of the latter to return to his capital, and there to resume his spiritual functions and his temporal authority. But it is the opinion of Her Majesty's Government that such a reconciliation could scarcely be effected, or if effected for the moment, could never be permanent, unless the basis upon which it was founded were to be that the Pope should engage to maintain the Constitutional and Representative system of Government which he granted last year to his subjects, and unless the separation between the spiritual authority and the temporal powers and institutions of the State were so clearly and so distinctly established as to put an end to those manifold grievances which the mixture of the spiritual with the temporal power has for so long a period of time produced in the Roman States. The great importance of admitting laymen to administrative and judicial functions in the Roman States was pointed out to the late Pope by the memorandum presented in 1832 to the Roman Government by the Representatives of Austria, France, Great Britain, Prussia and Russia, and the events which have happened since that time, not only in the Roman States but in the rest of Europe, have tended to make it still more important that such a reform should be carried out into full and complete execution. "Your Excellency will give the Nuncio a copy of this despatch.

"(Signed)

"I am, &c. PALMERSTON."

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Regulations of the College of Cardinals after the Death of Martin V. (A. D. 1431.)(a)

"Nor tutti e singoli Cardinali infrascritti giuriamo e promettiamo a Dio ed a' suoi Santi, e promettiamo alla Santa Chiesa, che se qualcuno di noi sarà eletto Papa, subito dopo la sua elezione giurerà e prometterà sinceramente, schiettamente ed in buona fede di fare osservare ed adempiere efficacemente i capitoli infrascritti, e di darne ai Cardinali, nel termine di tre giorni dopo la coronazione, una Bolla a perpetua memoria del fatto, che abbia forza di decretale e di costituzione, a cui in perpetuo si debba osservanza inviolabile, nè si possa contravvenire senza l'espresso consenso della maggior parte dei Cardinali presenti in Curia, del quale consenso faranno testimonianza le firme loro:

"I. Il Papa riformerà la Curia Romana nel capo e nelle membra, qualunque volte e quante il Collegio dei Cardinali ne lo richiegga, ed osserverà la riforma come legge, nè potrà senza il consiglio ed il consenso della maggior parte dei Cardinali trasportare la Curia fuori di Roma, da luogo a luogo, da provincia, a provincia, da patria in patria.

"II. Il Papa celebrerà o farà celebrare il Concilio generale solennemente e nelle debite forme nel luogo e tempo da stabilirsi per consiglio dei Cardinali, e riformerà in esso o farà riformare la Chiesa universale circa la fede, la vita ed i costumi, così rispetto ai chierici secolari e regolari, come ai religiosi e militari, e tanto riguardo ai Principi temporali, quanto alle comunità, in tutto ciò che appartenga al giudizio ed alle provvisioni della Chiesa.

"III. Il Papa non creerà nuovi Cardinali se non a' termini della forma e degli ordinamenti sanciti nel Concilio di Costanza, i quali avrà obbligo di osservare, se per consiglio e consenso della maggior parte dei Cardinali non sembri opportuno fare diversamente.

“IV. I Cardinali avranno il diritto di esporre liberamente il proprio parere al Papa non potrà il Papa fare violenza, nè permetterà sia fatta nella persona o nei beni loro, nè farà alcuna mutazione allo stato e provvisione loro se non in forza di espresso consiglio e consenso della maggior parte, nè potrà condannare alcuno, se non sia convinto pel numero dei testimoni scritto nella costituzione di Silvestro Papa.

"V. Il Papa non occuperà in modo alcuno, nè permetterà sieno *occupati i beni dei Cardinali, Prelati ed altri cortigiani morti in

Curia, ma permetterà che secondo il diritto e la consuetudine, [*689]

che si osserva in molti regni e regioni, se ne faccia uso secondo la volontà del defunto, lasciando alla coscienza di ognuno di legarli come più gli aggrada, eccettuati soltanto quei religiosi, i quali abbiano fatta abdicazione della propria volontà, i beni dei quali passeranno a chi spettino per consuetudine, diritto o privilegio: non occuperà cosa alcuna, quanto ai diritti dei cappelli dei Cardinali defunti, nè permetterà che da altri sieno

(a) Lo Stato Romano of Farini, vol. iv. pp. 322-5.

usurpati, ma lascierà liberi i Cardinali di trasferirli negli eredi testati o intestati, abolito qualsivoglia altro abuso.

"VI. Il Papa riceverà obbedienza dai feudatarii, vicarii, capitani, governatori, senatori, castellani e da tutti gli uffiziali della città di Roma, non solo per sè e suoi successori, ma per tutto il ceto dei Cardinali con tutti e singoli i capitoli opportuni, per modo che, vacando la Sede, le città, terre, luoghi, castella e fortezze sieno consegnate a mandato dei Cardinali liberamente e senza veruna contraddizione.

"VII. Il Papa permetterà che i Cardinali ricevano liberamente la metà di tutti i singoli censi, diritti, rendite, proventi ed emolumenti qualunque della Romana Chiesa, secondo la concessione di Niccolò IV., che osserverà in tutto e per tutto; non darà alcuna elle terre della Chiesa Romana in vicariato, feudo od enfiteusi; non muoverà guerre, nè farà alleanza con qualsivoglia re, principe temporale o comunità; non imporrà nuove gabelle, o nuovi dazi sulla città di Roma, nè accorderà ai re o ad altro signore temporale o comunità esenzione alcuna o altro contro la libertà ecclesiastica sul clero, chiese o beni spettante alle chiese e luoghi pii senza causa ragionevole e senza il consiglio e consenso della maggior parte dei Cardinali.

"VIII. Non alienerà il Papa diritto alcuno in qualunque luogo esso spetti alla Chiesa di Roma, nè conformerà, nè approverà le alienazioni fatte dei diritti spettanti alle altre chiese, religioni ed ordini militari senza il consenso e consiglio della maggior parte dei Cardinali.

"IX. In tutti i casi, finalmente, nei quali sieno richiesti per legge il consiglio ed il consenso dei Cardinali, dovrà di questo consiglio e consenso constare nelle bolle e lettere apostoliche tanto per la menzione espressa del consiglio e consenso prestato, quanto per la firma dei Cardinali."

AFTER the contents of this volume had gone to press, the author obtained from Greece various pamphlets and essays relating to

[*690] the question of the Encyclic of Pope Pius IX. to the Greek

Church, and the Reply of the Patriarch of Constantinople.

The following catalogue contains the titles of these works, namely:On behalf of Rome:

1. Confutazione di Antimo Patriarca Scismatico Costantinopolitano, Roma: Tipografia della Civiltà Cattolica, 1854.

2. La Civiltà Cattolica, anno quinto (N° C.,) seconda serie, vol. sesto. Roma: Co' tipi della Civiltà Cattolicia, Via del Quirinale, Num. 36. 20 Maggio, 1854.

On behalf of the Greek Church.

(In the Greek and Italian languages.)

1. Enciclica dell' una Santa, Cattolica, ed Apostolica Chiesa agli OrtoEdita a Costantinopoli, nel 1848, dalla

dossi di ogni Regione.

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