페이지 이미지
PDF
ePub

*

Riprese allor la Diva: Iride io fono
Di Giuno infieme, e meflaggiera, ◄

figlia,

[ocr errors]

Che fiedo fotto il luminofo trono,
Ove Giove coi Fati fi configlia.
Questo per me liquor vi manda in do

no

Giuno la Diva, candida, e vermiglia
Per foddisfar de' popoli devoti,
Col voftro parto, agl' infiniti voti

*

Dal tuo feno i mortali eterna prole
Di nuovi Semidei nascer vedranno,

I quai, per fin che in ciel s'aggiri il
fole,

,

In mano il fren dell' univerfo avranno.
E gloriofo più di quel, che fuole
L'Auftriaco nome risuonar faranno
Ne lafcieran del mondo ascosa parte,
Ove le glorie lor non fiano sparte.

Tomo IX.

*

M

*

Vedraffi allor col voftro fcettro unita
Un'altra volta l'Oriental corona,
Chè a quella deftra, che a voi l'ha ra-
pita,

Per lungo tempo il ciel già non la do

na;

E la tua ftirpe fua potenza ardita
Là ftenderà, dove il gran

Giove tuona;

E Giove fteffo a i degni figli tuoi
Dividerà contento i regni fuoi.

*

Vedraffi far dal fommo ciel ritorno

La bella Aftrea di giufto acciaro ar

mata,

Lafciando delle ftelle il foglio adorno,
Fra voi mortali, onde fuggio fdegnata;
E'l torbido furor con onta, e fcorno
Fra i ceppi stringerà la deftra irata ;
E tornerà fenz'ira, e fenza fdegno
Del buon Saturno il fortunato regno.
*

*

Diffe; ed AUGUSTA, che tai detti

fente >

Sparge le guance di color di rofe;
Indi al labbro di porpora ridente
Del foave liquore il nappo pose.
Iri, ciò visto, il volto fuo lucente
Fura ad AUGUSTA, e nel fulgor fi
ascose,

Per entro l'aria lucida, e ferena,
Di se lasciando la fembianza appena.

L'ANGELICA.

SERENATA.

« 이전계속 »