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letterario. Nell'agone politico si assiste alla lotta di alcuni conigli vestiti da tigri contro alcune volpi vestite da agnelli; nell'agone letterario si assiste alla zuffa incruenta tra quelli che non sapendo vivere vogliono scrivere e quelli che non sapendo scrivere vogliono giudicare gli scritti altrui.

Assempri

«L'illustre parlamentare immaturamente scomparso, e sul quale l'intera nazione s'inchina addolorata e commossa, debuttò nell'agone politico, quale candidato di parte liberale, nel 1890, riscuotendo dagli elettori del collegio di Bagoghi quasi l'unanimità dei suffragi ».

<< Non bisogna dimenticare che l'illustre autore, giunto con quest'opera basilare all'apice della gloria, iniziò la propria carriera nell'agone letterario con un romanzo dal titolo fortemente suggestivo «Giano Bifronte» il quale, fin d'allora, faceva presagire per lo scrittore un avvenire il più splendido »>.

Questi ed altri spunti biografici sono manipolati da quegli animali graziosi e benigni che pugnano cotidianamente, a schizzi d'inchiostro, nell'agone giornalistico, in difesa d'ogni nobile causa, e senza i quali a pugnare negli altri agoni non ci sarebbe alcuna soddisfazione.

AGONIA

Da agone, agonia; che è l'ultimo definitivo agone. E qui, l'Omo Salvatico con l'innata sconvenienza che lo distingue, si compiace di ricordare all'uomo civile che anche nell'ultimo minuto dell'ultim'ora bisognerà per forza agonizzare; cioè combattere, spaventevolmente, nell'agone degli agoni, sebbene, questa volta, con la certezza assoluta della sconfitta e senza aver tempo nè voglia di pregustare le lodi necrologiche del giornalistico agone.

Senonchè a questa ironia funebre dell' Omo Salvatico, il dott. Enteroclismi oppone :

Storie! L'agonia non è che il fenomeno, del resto naturalissimo, che precede il trapasso.

Mi si domanderà: Per dove? Un momento. Intanto l'osservazione c'insegna che, col sopravvenire del « coma », le forze vitali rapidamente si paralizzano, finchè poi ces

sano del tutto. Allora abbiamo ciò che si chiama il cadavere, vale a dire ancora della materia passiva d'ulteriori trasformazioni. Tutto questo processo di disintegrazione dell'organismo fisiologico, che si riscontra in tutta quanta la natura, non ha nulla di strano.

Ma il significato metafisico della morte? Inutile fare delle arbitrarie supposizioni oltre il campo dell'esperienza, le quali, come sappiamo, non approdano a nulla. Qui siamo davanti, a un fatto: Una macchina s'è guastata per sempre; e tutto il resto sono pure fantasticherie.

Tutt'al più si potrebbe concedere agli idealisti (i quali per me, ben' in teso, che non mi vergogno d'esser rimasto fedele al glorioso materialismo, sono dei preti senza tonaca) si potrebbe concedere, dico, che la così detta anima umana rientri, con la morte, nella così detta anima del mondo.

Ma ciò che assolutamente bisogna abolire sono le crudeli superstizioni cattoliche praticate intorno all'agonizzante, con le quali si spaventa il povero degente e si addolorano i parenti.

E con ciò intendo alludere direttamente ai Sacramenti, alle preghiere che si recitano al letto del moribondo e soprattutto a quel maledetto, fastidioso martellare delle campane, col quale si disturba l'onesta gente che pure ha il diritto di accudire ai fatti suoi, e che amerebbe di non essere inutilmente contristata da questa anacronistica sopravvivenza del più disgustoso Medio Evo.

AGORA

Fortuna delle parole! Anche gl' ignoranti di greco sanno che agora vuol dir piazza ma c' è questa rilevantissima differenza: quando si parla di Atene antica la politica fatta nell'agora è un esempio di somma saggezza; se invece si tratta dell'Italia moderna la politica di piazza è sinonimo di sopraffazione plebea. Il diverso giudizio proviene dalla presunta diversità tra gli ateniesi antichi e gli italiani moderni, oppure dipende dal suono diverso delle parole? Agora ti dà l'idea della solennità classica, con i bei colonnati di marmo e i cittadini in toga piazza in

vece ti richiama l'idea di un luogo di mercato, sudicio spesso di sterco cavallino e di sangue umano. L'Omo Salvatico, che vive lontano dalle agore e dalle piazze, rimanda il problema dinanzi ai filosofi della storia.

AGOSTINO (S.) (353-430)

Una sera, in casa del prof. Mediani, il discorso cadde, chissà perchè, sulle conversioni.

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Per conto mio, affermò reciso il commendator Quattrostomachi, alle conversioni religiose non ci credo e quelle della rendita non le desidero.

Ma dove mette Sant'Agostino? chiese con un mezzo sorriso il Professore.

Oh quello lì, saltò fuori il dottor Enteroclismi, era un epilettico di certo, come San Paolo, come San Francesco, come tutti coloro che sono affetti di «< psicosi religiosa ». Può darsi invece che fosse un furbone, osservò il commendatore, e gli avranno forse promesso un vescovado per tirarlo dalla loro.

- Prego, rettificò il Professore, Sant'Agostino era professore di belle lettere e aveva buoni amici e ricchi.

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Avrà fatto per farsi della réclame, interruppe l'avvocato Pappagorgia, se n'è visti parecchi altri che son andati in chiesa collo stesso fine.

Oppure per contentare la sua povera mamma, disse la signora Mediani, che andava alla messa per Pasqua e per Natale.

Dalle Confessioni, riprese l'avvocato, non si raccapezza quasi nulla: tutti i momenti si mette a pregare o a lodare Iddio o a spiegare i misteri e in quel guazzabuglio è bravo chi si ritrova. Il filo degli avvenimenti deve essere cronologicamente e criticamente esposto, signori miei, e per me Sant'Agostino era un acciarpone. Prendete invece le Confessioni del gran ginevrino: quelle son belle davvero e si apprende tutto per filo e per segno, quando andò la prima volta a donna, di quando rubò, come fece a scappare a Ginevra: non manca nulla.

Eppure ho sentito dire che Sant'Agostino non faceva altro che scrivere, disse Zulimo Francatrippa per dire

anche lui la sua, tanto che ho sentito dire d'un giovane di studio Quello lì ha scritto quanto Sant'Agostino.

Era un grafomane altro segno di degenerazione, aggiunse il Dottor Enteroclismi.

E il suo Victor Hugo, allora, disse il Professore, che ha seguitato a pubblicare chissà quanti libri anche dopo morto ?

Ma Victor Hugo, professore carissimo, rispose il dottore, era il Patriarca della Democrazia Moderna e quell'altro uno dei Pilastri del Medioevo. Mi pare che non ci sia bisogno di aggiunger altro.

AGRAMANTE

>>> cioè nel

La «discordia nel campo di Agramante campo dei nemici del Cristianesimo è il segno dell'aiuto divino alla debolezza umana. L'errore, essendo molteplice, fa combatter fra loro gli erranti di varia marca e una parte degli assalitori è sconfitta dall'altra parte sicchè agli assediati è scemata la fatica. Alcuni, però, fidano troppo sulla discordia dei nemici, i quali almeno in questo son d'accordo nel voler scalzare a ogni costo la croce di Cristo e la pietra di Pietro. È necessaria, dunque, ai cristiani, l'unità e l'unità non dura senza disciplina e non v' è disciplina senza ubbidienza e l'ubbidienza per riuscire fruttuosa dev'essere unica, a uno solo: al Timoniere della Nave Santa, solidamente attraccata alla riva del Tevere.

:

AGRESTE

Uno scultore italiano ancora vivente anzi, dicono, benvivente aveva l'abitudine, anni fa, di andare su e giù per i boulevards di Parigi, con tanto di tuba sui capelli e di caramella all'occhio, elegante, serio, irreprensibile, e con una capretta al guinzaglio. A chi gli chiedeva il perchè di quell' insolita compagnia rispondeva :

-La nostalgia della vita agreste !

Di questa natura sono, in generale, le nostalgie agresti de' nostri poeti paesisti e cittadini.

AGRICOLTURA

Anch'essa, dopo qualche millennio di vergognosa stasi, rapidamente si evolve.

Tra poco, spariti i bovi e i contadini, la macchina e il macchinista faranno tutto. Invece di muggiti si sentirà pei campi il motore a scoppio; già l'aratro incomincia ad esser sostituito dal Motor ploughing e l'aratore dallo chauffeur; graziose, aeree seminatrici, volando a bassa quota, come enormi e pur leggiadre artificiali farfalle, spargeranno il grano nei solchi già preparati dai nuovi bovi d'acciaio. La chimica aiuterà sempre più la meccanica. Forse un giorno arriveremo a surrogare scientificamente il grano, l'uva, l'olio, il formaggio ecc.; allora la terra lavorativa, diventata inutile, a poco a poco sparirà; tutta la sua superficie sarà occupata da officine, laboratori, scuole, garages, aerodromi, case di piacere ecc. e queste saranno finalmente le nuove auspicate chiese della nuova e redenta umanità.

AGRIMENSORE

Modesto e utile professionista in contrasto col nome vasto e solenne. Ma quando si pensi ch'egli è il « misuratore della terra », lo spartitore del tuo e del mio e che la terra è così infima particola nell'universo e che di questa particola tanto piccolo spazio basterà a noi per sempre, si arriva a rappresentarsi la grandezza, veramente tragica, di questo piccolo misuratore del nulla.

AGRIPPA DI NETTESHEIM (1486-1535)

Nessuno si ricorderebbe del vecchio alchimista e cabalista se non avesse scritto un libro De Incertitudine et vanitate Scientiarum (1527) che figura d'obbligo in tutte le storie dello scetticismo. Scrisse anche un trattato di magia, in gran parte copiato da Pietro d'Abano. È degno di nota che tutti i proponitori e propagatori di scienze stravaganti e fantastiche sono nello stesso tempo dispregiatori e insidiatori delle scienze esatte qual'era, in senso metafisico, la scolastica combattuta dal negromante di Colonia.

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