ÆäÀÌÁö À̹ÌÁö
PDF
ePub

proruppe il prete. E codesti discorsi impastati d'un comodo scetticismo che vuol sembrare saggezza non crede che possano far del male a qualcuno? A me, per esempio, fa male sentirli. E crede lei che Dio accetterà volentieri uno che non ha mai pensato a Lui che per scartarlo e metterlo tra le ipotesi inverosimili? E se il Paradiso c'è davvero, come credo io insieme a tanti milioni di anime, crede proprio che toccherà a quelli che l'hanno messo in burletta? Dia retta a me che ancora è in tempo: lasci pure l'altre ambizioni ma veda di coltivare quella che dico io: l'ambizione d'esser degni di Quello che ci ha creati liberi anche di sbagliare perchè possiamo liberamente amarlo.

Bellissime parole, concluse il prof. Mediani, ma troppo al di sopra del mio intendimento. Cosa ne direste, cari amici, se si avviasse la solita briscola?

AMBROGIO (S.) (337-397)

Gran vescovo e gran poeta: basta, per il primo, rammentare la conversione di Sant'Agostino e la penitenza imposta al potente Teodosio; per il secondo i suoi inni che ancora si cantano nelle chiese.

Ma di Sant'Ambrogio all' Omo Salvatico è rimasto impresso specialmente un fatto che si legge nel Passavanti. Andando a Roma si fermò a Malmantile, nel contado di Firenze « dove essendo con tutta sua famiglia in uno albergo per riposarsi, venne a ragionamento con l'albergatore, e domandollo di suo essere e di sua condizione. Il quale gli rispose e disse come Iddio gli aveva fatto molto di bene, che tutta la vita sua era stata con molta prosperità, e giammai non aveva avuta alcuna avversità. Io ricco, io sano, io bella donna, assai figlioli, grande famiglia: nè ingiuria, onta o danno ricevetti mai da danno ricevetti mai da persona; riverito, onorato, careggiato da tutta gente, io non seppi mai che male o tristizia vi fusse; ma sempre lieto e consono vivuto e vivo. Udendo ciò santo Ambrogio, forte si maravigliò: e chiamando la famiglia sua comandò che i cavalli tosto fossero sellati, e immantinente ogni uomo si partisse, dicendo: Iddio non è in questo luogo, nè con questo uomo, al quale ha lasciato avere tanta pro

tento

sperità. Fuggiamo di presente, chè l' ira di Dio non venga sopra di noi in questo luogo. E così partendosi con tutta sua compagnia, innanzi che molto fussero dilungati, s'aprì la terra di subito, e inghiottì l'albergo e l'albergatore, i figliuoli, la moglie e tutta la sua famiglia e tuttociò che egli possedeva. La qual cosa udendo santo Ambrogio, disse alla sua famiglia: or vedete, figlioli, come la prosperità mondana riesce a mal fine. Non la desiderate, anzi n'abbiate paura, come di quella che conduce l'anime all' inferno ». L'autore del De bono mortis e del De fuga seculi non poteva parlar meglio. Ma questo terrore dinanzi alla prosperità non si dovrebbe avere soltanto dinanzi a un uomo, ma a un popolo, a una scuola, a un partito. Guai a quei naviganti che hanno avuto sempre il vento in favore! La Chiesa di Roma, unica fra tutte le monarchie spirituali e temporali, dura da venti secoli perchè da venti secoli, senza riposo, è combattuta e perseguitata.

AMBROSIA

Da quando gli Dei bugiardi sgomberarono dall'Olimpo la ricetta della vera ambrosia fu dimenticata e perduta. Ma col paganesimo risorgente e sbevazzante tornò la voglia e i distillatori d'oggidì fabbricano a dozzine di dozzine nuove sedicenti ambrosie per le sbornie dei greculi a' quali lo schietto vino transustanziato nell'ultima cena non garba e non basta: bevanda da semplici e da preti.

Ma le contemporanee ambrosie - poetiche, filosofiche, alcooliche per dare ulteriore ebbrezza ai briachi son mischiate di veleni: veleni gustosi e pizzicanti, ma sempre veleni e coloro che le ingollano a tutto pasto muoiono prima del tempo, non senza far prima sosta nel reparto frenetici de' più reputati e scientifici manicomi.

AMEBA

Il primo essere vivente secondo il defunto Haeckel, e il più semplice perchè consiste in una vescichetta che ha soprattutto le funzioni dello stomaco. S'intende senza difficoltà che le amebe moderne, le quali vorrebbero ridurre tutta la vita all' ingurgitazione, seguita, purtroppo, dalla

defecazione, abbiano messo l'Ameba nel posto di Adamo. Si sono scordati, però, di spiegare per quale miracolo la materia morta, un bel giorno, abbia creato la materia viva.

AMEN

È l'unica parola della liturgia cattolica che non dispiaccia troppo ai non cattolici prima di tutto perchè è la sola di cui sanno il significato, eppoi perchè essendo spesso l'ultima, è quella che permette di alzarsi e andar via.

AMERICA

L'America è la terra degli zii milionari, la patria dei trusts, dei grattacieli, del fonografo, del tranvai elettrico, della legge di Lynch, dell' insopportabile Washington, del noioso Emerson, del pederasta Walt Whitman, del vomitivo Longfellow, dell'angelico Wilson, del filantropo Morgan, dell' indesiderabile Edison e di altri grand' uomini di simil pasta. In compenso c' è venuto dall'America il tabacco che avvelena, la sifilide che marcisce, la cioccolata che stucca, le patate pesanti allo stomaco e la Dichiarazione d'Indipendenza che figliò, qualche anno dopo, la Dichiarazione dei Diritti dell' Uomo.

Dal che si deduce che la scoperta dell'America --- benchè operata da un uomo che ebbe dei lati di santità fu voluta da Dio nel 1492 come una punizione repressiva e preventiva di tutte l'altre grandi scoperte del Rinascimento: cioè la polvere da cannone, l'umanesimo e il protestantesimo.

AMIANTO

Il comm. Quattrostomachi, nella ipotesi del proprio decesso e nell'incertezza dell'al di là, volendo avere un riparo contro eventuali arsure ed arsioni, lasciò nel codicillo del suo testamento Ico lire per la Chiesa di Bagoghi e 150 lire per l'ospedale degli idrofobi. Ma non sicuro ancora si fece fabbricare un camicione di amianto, coll'ordine di rinvoltarci da capo ai piedi il suo cadavere colla speranza di rimanere incombustibile non si sa mai nelle fiamme

dell' inferno.

AMICA

È quella stessa scrofa (liberamente accoppiata col solito porco in guanti gialli) che, una volta, le persone educate chiamavano concubina e le sboccate, ma oneste donne del popolo, puttana.

Amica è un ipocrita eufemismo recente col quale si caramella una pallottola di sterco.

Il vizio, tra i lemuri mondani del nostro tempo, bisogna che si presenti con aspetto distinto e un po' sentimentale.

Aver moglie Ohibò, quale volgarità! Invece, aver l'amica, presentare l'amica, farsi vedere in automobile con l'amica, è veramente chic.

In fondo, è questione d'una parola: cambiando una parola, la sostanza resta, ma l'apparenza cambia. Ed è l'apparenza e non la sostanza che ha libero ingresso dappertutto.

Come si potrebbe soltanto immaginare che qualcuno dicesse Questa è la mia mantenuta, la mia druda, od anche (appena appena meno peggio) questa è la mia amante? Ma se dice invece : « Presento la mia amica, Signorina X », dice la stessa sporchissima cosa con parole distinte, e la distinta sporcizia delle « persone per bene » s'inchina sorridendo e ammirando.

Ormai la cosa è chiara: Famiglia è sinonimo di schiavitù; concubinaggio di libertà; la moglie è un fastidio che mal si sopporta; l'amica un'ala che ci trasporta.

E tra la moglie (prosa) e l'amica (poesia) la scelta, pei liriçi suini del nostro tempo, non può esser dubbia.

AMICIS (DE) EDMONDO (1846-1908)

Detto anche Edmondo dei Languori. Viaggiò per poter scrivere dei libri di viaggio, s'ubriacò per poter scrivere un libro sul Vino, fece l'ufficiale per scrivere i Racconti Militari andò in tranvai per scrivere La carrozza di tutti, fu socialista per scrivere le Lotte civili e si fabbricò un cuoricino di gomma lacrimosa per scrivere Cuore. Per poter comporre tutti questi volumi, che fornivano il sostenta

mento della vita a lui e ad un suo figlioletto, dovette compulsare molti vocabolari e dalla lettura dei dizionari ricavò, naturalmente, un altro libro che intitolò L' Idioma Gentile e che lo fece, naturalmente, soprannominare l' Idiota Gentile. Fu uomo compito e uno dei più solerti operai della Ditta Treves. Morì tra il compianto delle maestre elementari che ora però lo tradiscono vilmente con Pitigrilli.

[ocr errors]

AMICIZIA

Fortuna che gli stessi antiquari di virtuose comunalità che dai sett'anni in su ci fonografano le più fruste platonate e ciceronate sono i primi ad avvertirci che il « vero amico », protagonista di tutte le morali in azione, è la cosa più difficile del mondo a trovarsi tanto difficile che non si trova mai. Più caro del diamante ma più raro. Se ne trovano memorie approssimative in alcune leggende letterarie della Grecia antica - in raccolte di aneddoti del Rinascimento in romanzi moderni ma poco nuovi. In conclusione il « vero amico » sembra appartenere più alla leggenda che alla storia e nessun esemplare perfetto fu registrato dagli stessi suoi panegiristi. I più propendono oggi a considerarlo come un mito laico sul genere di quelli moderni del « borghese », del « miliardario » e dell' «< assassino misterioso ».

Nessuno psicologo potrebbe ammetterne la realtà senza perdere ogni patente e brevetto. Mai fu immaginato un rovesciamento così completo dell'anima umana.

Un uomo che non vive per sè ma per un altro. Un uomo che preferisce un altro a sè stesso. Un uomo disposto a dar tutto, borsa e vita, per salvare un altro. Un uomo che piange davvero perchè un altro piange, e ride sinceramente. quando l'altro ride. Un uomo che non è più proprietà propria, ma quasi parte di un altro uomo. Un uomo così assurdo, così invertito, così passivo, un uomo che smentisce tutte le leggi della meccanica morale, tutti i principî della fisica mentale, tutte l'esperienze della chimica sociale, un uomo cosiffatto non è mai esistito.

Scoperta per reductio ad absurdum, l' inesistenza ideale e storica dei «< veri amici » cantati nelle saghe etiche, resta

« ÀÌÀü°è¼Ó »