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per i profondi studi medico-legali fatti in proposito se ne intende) è il Cristianesimo.

Infatti, non è valso, (egli osserva) che contro questa inumana, antisociale e pazzesca dottrina, abbia reagito, per venti secoli, con maggiore o minor fortuna, il pensiero laico.

La così detta « Buona Novella» (una vera indecenza) si è insinuata, purtroppo, in moltissimi cervelli non rischiarati ancora dal libero esame, e v' ha deposto le muffe e le ruggini d'ogni più vieta superstizione.

Perciò è necessario ed urgente prescrivere contro questo veleno, diversi antidoti.

Ma io per ora non ne consiglierò che uno: Il ritorno cioè, puro e semplice al culto della natura, ad imitazione dei nostri grandi padri pagani, al tempo che la triste ed inestetica croce non aveva ancora aduggiato il mondo.

Ma ecco, per conseguenza, le cose che a tal fine sono a parer mio necessarie :

Donne, vino, giuochi, danze; assoluta proibizione di parlar di morte nel senso religioso, e infine quando il moto meccanico del cuore si ferma, e si verifica molto semplicemente quel comunissimo fenomeno che i profani chiamano morte e non è invece che una delle tante trasformazioni della materia, il forno crematorio imposto per legge indistintamente a tutti i cittadini, e ciò non solo in omaggio all'igiene e alla libertà ma anche e soprattutto per impedire quel continuo sconcio del prete il quale non si perita d'oltraggiare una legge fatale della natura, con le sue incomprensibili stregonerie.

a. C.)

ANTIFANE (III sec. Scrisse 365 commedie: restano solo pochi frammenti, che fanno rimpiangere il resto.

<< Chi per quattro quattrinelli superior crede sè stesso si vedrà simile a tutti quando deve andare al cesso » (L'Arcade) — « La vita nostra rassomiglia al vino-quando ce n'è rimasto un fondigliolo-diviene aceto: tutti i mali bazzicano nella vecchiaia come in una bettola >> << Mi fido, in una femmina, di questa-sola cosa e non più:

che quando è morta non può tornare al mondo. In tutto il resto sino a che non è morta, io non mi fido >>. Mori a 74 anni schiacciato da un albero di pero.

ANTIFONA

Amatevi gli uni cogli altri, gridava il frate dal pergamo, perdonate le offese, abbiate pietà de' vostri nemici..... Ho capito bofonchiò l'avv. Pappagorgia che aveva dovuto accompagnare la moglie alla predica sempre la solita antifona! Pare impossibile che in diciannove secoli non abbian saputo trovare qualcosa di nuovo!

E scappò di chiesa, sbatacchiando la bussola in segno di protesta.

ANTIGONE

Giovinetta greca che amava teneramente il padre e i fratelli. Si tratta evidentemente di una leggenda spuria e inattendibile. Le ragazze moderne ingannano il padre, disprezzano i fratelli e amano, tutt'al più, e per un periodo che non supera i due o tre mesi, i diversi giovani che aspirano a distruggere la loro incomoda verginità.

ANTIMILITARISMO

È figliolo legittimo del militarismo.

Brutti individui l'uno e l'altro, discesi in linea retta dalla Rivoluzione Francese, la quale dopo essersi giaciuta, come una infett a bagascia, con tutta la canaglia malpensante del secolo XVIII, scodellò sul mondo, che l'applaudiva, infiniti mostri ed aborti.

L'Antimilitarista (una delle tante deiezioni putride della democrazia: altra fille de joie della predetta madre) sogna, come ultima mèta, l'abolizione totale delle armi in un presunto regime di grassa, laica e laida pace.

Il militarista, invece, con in corpo un'alabarda ingoiata. per traverso, vorrebbe marciare alla conquista anche del mondo stellato.

Prima, durante l'« ancien régime », gl' infelici sudditi dei vari tiranni, non avevano (come noi fortunati!) la consolazione di conoscere nè il militarismo nè il suo con

trario. Esistendo allora l'arte del soldato come tutte l'altre arti, chi spontaneamente l'abbracciava sapeva d'esser pagato per uccidere e farsi uccidere ed assolvere il proprio compito con coscienza se non con passione.

Da ciò, guerre limitate e, in confronto a quelle d'oggi, con pochissimi morti.

Ma poi, abbattuto il dispotismo e sorta, sulle sue fosche rovine, l'aurora dalle rosee dita della seducente libertà, questa mite signorina, tanto per fare onore al suo nome, impose, indistintamente, a tutti i «liberi cittadini » il servizio militare obbligatorio. E allora (sempre in omaggio alla stessa demoiselle, che con tanta facilità, in presenza a tutti, abbassa il capo e rizza il culo) sorse, come reazione, l'antimilitarismo.

Due «ismi» da mettersi insieme con tutti quegli altri deliziosi «< ismi » che sono il contrapposto perfetto dei carismi i quali, come si legge, furon di moda una volta, ai tempi del Re Pipino e della civiltà cristiana.

ANTIPAPA

I piccoli anticristi preferiscono immensamente gli antipapi ai papi legittimi, e si capisce il perchè. La loro ammirazione, però, è guastata dal pensiero che anche gli antipapi credevano in Cristo e allora, vergognosi della loro indulgenza, ripongono tutte le speranza nel grande Anticristo il quale, come prima gesta, li ammazzerà tutti per non doverli mantenere.

ANTIPATIA

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L'antipatia diceva il prof. Pocosale è un sentimento invincibile, è più forte di me. Il priore, per esempio, con quel suo naso lungo e quelle spalle gobbe, m'è antipatico da quando l'ho visto, e per non vederlo son costretto da anni e anni a lasciar la messa, con mio grave dispiacere. Quando si dice l'antipatia !

ANTIPODI

Essere agli antipodi di qualcuno o di qualche idea, significa occupare una posizione estrema; come, per esempio, la cresta d'un monte o il fondo d'un abisso, abitare in

Paradiso o nell' Inferno, vivere nella fede o nell'ateismo ecc. Essere insomma estremi, nel bene o nel male, nel vero o nel falso.

Posizioni incomode. Non bisogna dunque trovarsi mai agli antipodi, ma nel mezzo; e spostarsi secondo i casi e sempre moderatamente, ora di qua ora di là.

Iddio e il diavolo sono agli antipodi, e sono perciò (sia detto inter nos) due esagerati. L'ideale sarebbe di travasare un po' di diavolo in Dio e un po' di Dio nel diavolo. (È inutile dire che questi ed altri simili concetti, fanno parte della sana filosofia del prof. Mediani).

ANTISEMITISMO

Come tutti gli « anti» è generato e rafforzato dagli ebrei stessi. Questa razza divina e immonda, la cui punizione consiste nell'obbligo di punire i cristiani, ha talmente sopraffatto tutti i popoli dev' è sparpagliato, ch' è divenuta, benchè non abbia una terra propria, una delle nazioni dominanti della terra. I cristiani si difendono; male, però : con i sistemi ebraici. Gli ebrei non avrebbero preso il posto che hanno, e non avrebbero tanta tracotanza, se i cristiani fossero veramente cristiani e non avessero adottato gli stessi valori giudaici: l'amore della potenza, della moneta, della quantità ecc.

La conversione dei cristiani al Cristianesimo porterebbe la fine del semitismo e perciò dell'antisemitismo e forse la conversione degli stessi giudei alla Verità crocifissa in Giudea.

ANTISTENE

Scolaro di Socrate e capo dei Cinici.

Delle molte cose che si narran di lui racconteremo soltanto questa, che ben s'attaglia ai nostri democratici tempi. Consigliò un giorno agli ateniesi di fare un decreto col quale si ordinasse che gli asini son cavalli. Tutti ridevano come se avesse detto la maggiore buaggine che possa venire in testa a un matto.

Non decretate voi

aggiunse allora Antistene

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che siano generali certuni che di guerra non sanno nulla?

ANTOLOGIA

Quando un uomo, preferibilmente un professore, si persuade, dopo molte ponzature, di non esser capace di defecare un libro proprio, prende un certo numero di volumi celebri, un paio di forbici e un tegame di pasta e mette insieme un'Antologia, la quale viene adottata nelle regie scuole e procura al padrone delle forbici una buona raccolta annua di percentuali.

Per quelli che volessero darsi a questa florida industria si avverte di non scordarsi in tutte le maniere di mettere: «Ei_fu.... »; «S'ode a destra uno squillo di tromba.... »; «Era già l'ora che volge il disio.... »; << Rondinella pellegrina.... » e soprattutto il sonetto «< T'a mo pio bove.... » ch'è un delicato omaggio a sè stesso del modesto compilatore.

ANTONINO (S.) (1389-1459)

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scrisse il buon

Arcivescovo di Firenze; nemico degli onori e dei lussi e grande amico della povertà e della giustizia. «Era di tanta riverenza e riputazione Vespasiano da Bisticci che con quella cappa di fraticello in dosso, con pochi famigli, aveva tanta riputazione, che mai passava di luogo ignuno, che ognuno quando passava non si gittasse per terra ginocchioni. E sanza cavalli e sanza vestimenti e sanza famiglia e sanza ornamento ignuno in casa, era più istimato e più riverito, che s'egli fusse andato con le pompe con che vanno i più de' prelati ».

Scrisse libri molti, di teologia e di morale: tra questi, in volgare, l'Opera a ben vivere - una delle gioie della prosa toscana del quattrocento.

L'ultime sue parole furono : Non l'ho detto sempre, che servire a Dio è regnare ?

ANTONIO (S.)

Non capisco, diceva un giorno il prof. Mediani, perchè la Chiesa di Roma, alla quale appartengo per nascita, abbia messo tra i santi l'asceta Antonio. Forse perchè aveva delle forti tentazioni? Ma queste sono un indizio della sregolatezza della sua fantasia e della sua inclina

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