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zione a peccare. Io, per esempio, modestia a parte, non ho mai tentazioni e non per questo pretendo d'essere un santo!

ANTONIO (MARCO)

Sarebbe stato salvo e forse padrone del mondo se Cleopatra fosse stata più brutta o, come dice Pascal, se la regina avesse avuto il naso più lungo. Ma non si sarebbe salvato lo stesso se avesse avuto, lui Antonio, il giudizio men corto?

ANTROPOFAGI

Gli Antropofagi ammazzano i loro simili per mangiarli ; gli Antropolatri ne ammazzano molti di più ma non li mangiano, sicchè per i loro massacri non hanno neppur la scusa dell'appetito. Lasciamo ai dialettici la facile fatica di tirare la conseguenza.

ANTROPOLOGIA

Un capitolo della Zoologia dedicato a quel bastardo postero dei babbuini che è, secondo gli antropologi moderno stile, l'animale ragionevole e ridente di Aristotele. Gli antropologi studiano soprattutto i crani e dalle misure degli angoli craniali deducono profondissime verità filosofiche e sapientissime catalogazioni delle razze. Studiare nell'uomo la testa non sarebbe cattiva idea ma per l'appunto gli antropologi le prendono, le teste, quando sono scarnite di fuori e vuote dentro senza la carne colorita che dà la bellezza o il carattere, e senza il cervello nel quale risiede, dicono, l'intelligenza. Epperciò mi somigliano a quelli che fondassero la scienza delle spade sulla misura della fodera dei foderi.

ANTROPOMORFO

La gran disgrazia dell'uomo è d'essere soltanto antropomorfo cioè d'aver dell'uomo soltanto la forma e l'apparenza. Se l'uomo vorrà ascendere davvero all'umanità

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grado insopprimibile per salire a Dio dovrà diventare risolutamente teomorfo, seguendo l'esempio dei santi, e ricordando che non tocca il segno chi non mira più in là.

Presso gli Egizi era, anticamente, il cane che va frugando nei sepolcri; divenne poi il Dio che guida i morti al paese dell'ombre e pesa i cuori nel giudizio a cui presiede Osiride. Ma gli restò del cane la figura e l'aspetto, benchè sia rappresentato anche come imbalsamatore dei defunti. Un cane che ha fatto carriera: da violatore di tombe a conservatori di morti. Dovrebbe essere il Dio dei critici, che in tutti i modi, prima straziando eppoi esaltando, voglion vivere alle spalle dei grandi cadaveri.

APACHE

Per nominare questo autorevole personaggio delle moderne metropoli i dialetti italiani avevano già moltissimi nomi: barabba a Torino, teppista e locch a Milano, bulo nel Veneto, lazzarone, camorrista, picciotto e mafioso nel Regno delle Due Sicilie. Ma il mondo della malavita come il mondo della gran vita sente il bisogno di nobilitarsi e ha bisogno del cachet dell'argot di Parigi per far migliore figura nell'arte del cinematografo e nella prosa dei giornali.

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APE

Per il borghese moderno l'ape è il simbolo dell'uomo industrioso che mette dapparte l'estate per poter mangiare l'inverno cioè che fa lo strozzino nella virilità per poter vivere di rendita nella vecchiaia. E per conseguenza gli uomini cercano tutti, più o meno, d'imitare l'ape e di svolazzare qua e là sui fiori per succhiare la sostanza. Don Giovanni è l'ape, dell'amore che svolazza sulle donne; l'uomo di stato è l'ape politica che svolazza di partito in partito; l'affarista è l'ape economica che svolazza di banca in borsa; il letterato è l'ape poetica che svolazza tra i vocabolari e l'antologie.

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Ma le api vere della campagna hanno, per i moderni, parecchie taccherelle prima di tutto son monarchiche, eppoi hanno fornito il miele a San Giovanni Battista e forniscono tuttora la cera per gli altari di un Monarca spodestato.

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APELLE

non permetteva ai ciabattini di giudicare più in su delle scarpe. Oggi che gli eletti del popolo giudicano di politica, i letterati di poesia, i filosofi di religione, i lattanti dei governi, i mendicanti di economia politica e i trombai di musica, il povero Apelle, se si ostinasse nella sua antiquata pretesa, sarebbe fucilato isso fatto come ribelle.

APERITIVO

Il miglior aperitivo per gustare la letteratura moderna è di rileggersi un canto di Omero o dieci terzine di Dante. Il miglior aperitivo per ascoltare la messa è di recarsi prima in un ospedale.

Il miglior aperitivo per una festa da ballo è una visita preliminare al camposanto o alla morgue.

Il miglior aperitivo prima d'un banchetto è di contemplare le fotografie degli affamati del Don.

E il miglior aperitivo per leggere i giornali quotidiani è una scorsa al presente Dizionario.

APIS

I nostri contemporanei fanno le più matte risate quando leggono che gli Egiziani antichi adoravano il Bue Apis e lo custodivano in un tempio. Quest'allegria andrebbe opportunamente temperata se pensassero che noi inalziamo sul trespolo del potere o della fama degli animali, colle corna o senza, assai meno utili dei bovi e che li mettiamo in quei templi moderni che sono i Parlamenti o l'Università, invece d'aggiogarli all'aratro.

APOCALISSE

Cristo ritornerà; così è scritto nel Sermone profetico e nella Visione di San Giovanni.

L'uno e l'altra sono compresi nei libri canonici; dunque, per noi cattolici, la seconda venuta del Signore è articolo di fede.

Ma Cristo (è detto ancora nei due luoghi) non tornerà in abito di povero e di pellegrino; bensì vestito di gloria, ed esecutore terribile della giustizia del Padre.

La descrizione degli ultimi tempi >>> e del Giudizio Finale, prima accennata nel Vangelo poi sviluppata nell'Apocalisse, è spaventevole.

Eppure (se non siamo eretici) non possiamo metterla in dubbio od evitare di pensarci perchè ci fa paura.

Il «< Dies irae », per chi dice d'accettare totalmente la dottrina della Chiesa, va considerato come il preannunzio assolutamente certo dell'ultimo fatto storico che (sebbene non sappiamo quando) ineluttabilmente avverrà.

Cristo si paragona al ladro di notte: Voi dormirete, avrete chiuse tutte le porte, e non penserete a me. Ma io le scassinerò e vi sorprenderò nel sonno. Vegliate dunque perchè non sapete quando sia per essere la mia venuta.

Parole al vento. Certi cristiani che Dio rivomita non posson credere che il Signore, così buono, così longanime, così misericordioso coi peccatori com'è stato dipinto, dica queste cose sul serio.

L'Apocalisse! il Giudizio Universale! Mio Dio, ma non vedete che son cose che a fissarcisi farebbero impazzire ?

E poi, dovreste capire una buona volta che a divulgarle troppo, è più lo scapito del guadagno. Tizio, per esempio, è cattolico; ma capirete, vive nel secolo XX, è abbonato al Giornale d'Italia, possiede una certa cultura.... se gli mostrate dunque la religione dal lato tetro sapete che cosa farà ? perderà la fede, e chi s'è visto s'è visto.

Ah no, Signore, non è questo il modo di trattare con le persone colte; e se volete far breccia ancora nell'anime bisogna (persuadetevi pure) che, adattandovi ai tempi, sappiate insinuarvi educatamente con la tolleranza e l'amore. Assempro :

Una sera di quest'anno, monsignor Boccoleri, vescovo di Terni, predicava in Santa Maria del Fiore.

Prima d'entrare in argomento, avvertì l'uditorio che avrebbe parlato dell' Inferno.

Accanto a me, stavano due signore (madre e figlia) sontuosamente impellicciate ed acremente profumate.

Al fastidioso annunzio lanciato dal Vescovo, la signorina non potè trattenere una smorfia; poi disse: «< Mio

Dio, s'incomincia male! » E qualche minuto dopo se ne andarono l'una e l'altra lasciando in quell'aria, che già sapeva di zolfo, una scia di beninteso cristianesimo perfettamente muschiato.

APOCRIFI

Apocrifi sono, per i moderni critici cristofobi, tutti quegli scritti sia ebraici che greci, sia sacri che profani, sia storici che poetici coll'aiuto dei quali si può dimostrare la realtà di Cristo, la missione degli apostoli, la fortezza dei martiri, i miracoli dei santi, la tradizione della Chiesa e il primato di Roma.

APOPLESSIA

La malattia (giacchè se non si muore ammazzati d'una malattia si deve morire) desiderata da tutti i «< ben pensanti » i quali, saggiamente, non accolgono fra i loro pensieri (pochi ma buoni) il pensiero di Dio.

Un buon accidentino a secco, e là. Almeno non si patisce !

Questo discorso, fatto comunemente, non desta alcuno stupore; sembra naturale; tanto si sottintende che «con la morte finisce tutto».

Ma che sorprese di là, poveri filo-apoplettici che non vorreste soffrire !

APOLLINAIRE (GUILLAUME) (1880-1918)

Essendo un polacco nato a Roma diventò naturalmente uno dei colonnelli della giovane letteratura francese verso l'epoca della guerra: alleato dei futuristi italiani e precursore dei dadaisti rumeno-elvetici. Derivò molto da Villiers, da Jarry e dal suo amico Max Jacob. Teorico del cubismo, rivelatore di Rousseau le douanier, ebbe molta influenza anche sui pittori. Partecipò alla guerra ma morì più tardi, di spagnuola. Il suo ultimo libro Le Poète Assassiné è profetico nel senso personale e letterario. Era grasso, gioviale, e si dilettava molto di bibliofilia e di letteratura pornografica.

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