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invece di vivere nel mondo, coi lombi precinti e col bastone in mano, viveva alla buona nella geometria. Oh! il mondo è una mala cosa!

Tanto peggiora più quanto più invetera,

diceva il Sannazzaro, or son trecento e più anni. Figuratevi oggi!»

CARLO BINI (Manoscritto d'un prigioniero).

ARCHITETTURA MODERNA

Tout est déshonoré par les constructions modernes : le paysage, la terre et les eaux, et jusqu'à l'air dans lequel on ose les élever !

Quelles traces les Classes Moyennes, comme dit Guizot, leur publiciste et leur parrain, laisseront dans l' histoire, et quelle signature de leur bassesse que leurs monuments BARBEY D'AUREVILLY.

ARDIGO (ROBERTO) (1828-1920)

Trapassato filosofo positivista il quale, essendo prete, si convertì all'ateismo per aver contemplato il colore di una rosa. Il che dimostra, a dispetto della sfuriata satanica di Carducci, che Satana si può nascondere davvero anche in un cesto di lattuga.

Come ricompensa all'apostasia fu creato, dal governo che reggeva l'Italia in nome della Massoneria, professore d' Università e scrisse, nei suoi ozi, venti o trenta volumi alla cui lettura è sopravissuto un solo discepolo, ancora vivente e docente.

Negli ultimi anni della sua vita il « venerando pensatore», o stanco di aver travasato in cattivo italiano le più famose banalità della filosofia anglo-franco-tedesca, oppure assalito da un tardivo rimorso, tentò due volte di ammazzarsi ma non gli riuscì di morire come non era riuscito a vivere e fu condannato a morire nel suo letto, con i soli conforti delle società razionaliste, e partì, con molta probabilità, per un asilo molto più positivo del suo sistema filosofico.

ARELIGIOSO

Aggettivo indovinatissimo, inventato ed usato dagli atei bene educati, per non urtare (come suol dirsi) « le suscettibilità religiose di chicchessia ».

Quell'A disinvoltamente privativa, è rispetto, all'Anti brutale ed aggressivo degli atei volgari, un' apprezzabile dichiarazione di tolleranza. Par che dica: «fate pure, io per non disturbarvi m'apparto »>.

Ma in questo dignitoso appartarsi c'è una condanna implicita e un leggero e perfido senso di commiserazione per chi dice il Pater Noster.

L'uomo areligioso non odia Dio; non se n'occupa; come non s'occupa più dell'orco o della befana in cui credeva da bambino. Quindi, generalmente, è inconvertibile. Egli è una maledetta acqua tiepida, che non arriva mai nè a bollire nè a gelare. I persecutori posson diventar confessori; gl' indifferenti, i tolleranti, gli areligiosi resteranno tali fino alla morte. L'antireligioso è nel più profondo dell'anima religiosissimo; egli sente in sè il Demonio a cui s'è consacrato, e, perciò, odia Dio, di cui percepisce la tremenda ed insoffribile realtà. Ma, appunto perchè odia l'Amore, un giorno, come San Paolo, può esser fulminato e ricreato dall'Amore.

L'Areligioso è la sicura preda del Demonio, a cui non crede; l'antireligioso, quanto più è zelatore del Demonio, tanto più facilmente può diventar martire e confessore di Cristo.

Ma i nostri buoni cristiani par che siano felicissimi d'attestare tutta la loro riconoscenza a chi si degna di tollerare il loro culto e il loro Dio; e forse ciò fanno, perchè, anch'essi, da persone bene educate si credono in dovere di rispettare le convinzioni del Diavolo.

AREOPAGO

Quando son riuniti, nella farmacia o nel caffè o al circolo, il dottore, il pretore, il cancelliere, il veterinario, il maestro, il postino, il notaro e l'assessore anziano e lì decidono, dalle nove all'undici, che Dio è una trappola inventata dai papi, che il Governo non ha abbastanza ener

gia, che il paese corre alla rovina e che la serva del maniscalco è certamente gravida, arriva il Sindaco, che ha studiato in collegio, e vedendoli tutti raccolti e severi come un tribunale che giudica vivi e morti senza batter ciglio esclama sorridendo:

Ecco il nostro Areopago!

Cosa vuol dire Areopago? domandò una sera il figliolo del farmacista.

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Areopago, rispose pronto il veterinario, era un parlamento dei tempi antichi che stava sopra un monte, su in alto, epperò si chiama areopago, per la stessa radice di areoplano ch'è una macchina per volare in alto, ma senza pallone.

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Ma l'Areopago, aggiunse il maestro, doveva essere un covo di reazionari perchè condannò Socrate a bere la cicuta.

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Colpa dei preti di quell'epoca arretrata, replicò il dottore, e del resto Socrate era un imbroglione perchè confessava di non saper nulla eppoi faceva perder tempo alla gente perbene colla scusa d'insegnar la sapienza!

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Ciò non toglie, saltò su il cancelliere, che Socrate non sia una vittima del Libero Pensiero !

Ma se a quel tempo non c'era il Cristianesimo e dunque non c'erano i preti, osservò il notaro.

Già, concluse il sindaco, i preti non c'erano ma c'erano i sacerdoti e lei m'insegna che preti e sacerdoti sono zuppa e pan bagnato. E nell'Areopago i sacerdoti c'eran di certo e proprio per questo sostengo che il nostro Areopago è superiore a quello d'Atene perchè qui non ci sono, grazie a Dio, sottane nere.

ARETINO (PIETRO) (1492-1557)

L'Aretino è il più famoso mandrillo questuante della letteratura universale. Ma per lo meno era un mandrillo che sapeva scrivere in ben colorito italiano e un que stuante che chiedeva l'elemosina agli imperatori. Oggi vi sono torme di Aretinucci e Aretinelli che scrivono porcherie in forma sporca e che chiedono la mancia e la gloria alle padrone dei bordelli ed ai clienti dei medesimi.

AREZZO

11 paese d'Arezzo ha dato, in proporzione degli abitanti, il maggior numero di uomini grandi o segnalati all' Italia. Basta rammentare Guido (l' inventore delle notazione musicale), Guittone, Petrarca, Michelangiolo, Cesalpino, Vasari, Pietro Aretino, Redi e altri moltissimi. Ora è in decadenza: gli ultimi aretini celebri sono, ahimè, il Guadagnoli, poeta sudicio, e il Chiarini, poeta pallido.

Arezzo fu liberata da San Francesco dai demoni che l'abitavano ma pare che fossero tornati ai tempi di Dante che gli Aretini chiama « botoli ringhiosi ».

Arezzo è città antica, quieta e bella, non sciupata ancora dalla civiltà (benchè alcuni fabbriconi la minaccino) e vi sono ancora stradine in salita, tra mura e case vecchie, dove l'erba verdeggia, ove si può dire orazione in pace sotto i tabernacoli: Via del Praticino, Via della Fioraia, Via del Sasso verde sono ancora tra i pochi luoghi puliti e solitari del mondo. E nella Chiesa di San Francesco c'è uno de' miracoli della pittura: il sogno di Costantino di Pier della Francesca.

ARGENTINA

Grande paese dell'America del Sud dove gl' italiani vanno per far fortuna. È popolato di vacche, di bovi, di vitelli, di gauchos, di generali e di uomini politici democratici. Il suo nome, che contiene l'argento, lo rende simpatico a tutti gli affaristi internazionali. Non va dimenticato che servì, per un certo tempo, come terra d'esilio all'Eroe dei Due Mondi.

ARGENTO

La parola, dice il proverbio, è d'argento. Se fosse vero nessuno parlerebbe per non spender un sì goloso metallo tanto più che il silenzio è d'oro e perciò tanto più fruttifero.

Il francese, più pratico, chiama «argent» il denaro e la parola, dunque, sarebbe denaro ma l'inglese ha decretato che denaro è il tempo. Si può dedurre che la parola è tempo? Il verbum di San Giovanni sarebbe mai eguale

al times di John Bull? E il silenzio sarebbe allora la non-durata, l'inesistenza, il nulla? E per tornare al proverbio, se il silenzio è d'oro, non si dovrebbe concludere che l'oro è il nulla? E se la parola val meno del silenzio confesseremo che vale ancora meno di nulla?

Questi corollari, benchè ottenuti con una rigorosa dialettica fondata sulla «sapienza dei popoli », parranno talmente eretici agli occhi dei banchieri e degli avvocati i padroni dell'ora che l'Omo Salvatico rinunzia, inorridito, ad ogni ulteriore approfondimento.

ARGO

aveva cento occhi ed è probabile che non potesse dormire, per la difficoltà di chiuderli tutti insieme, e che non potesse vivere in pace, tante più turpitudini gli sarà toccato vedere. Da un bel pezzo gli uomini saggi, che hanno due occhi soli, e anche un po' annebbiati, hanno preso l'abitudine di tenerne chiuso uno anche di giorno e ora si sparge la moda di chiuderli tutti e due con provvido benefizio per i ladri e per i pittori.

ARGOMENTO
(ALLA CAMERA).

Il presidente avverte l'oratore

che d'argomento è fuore.

E l'orator: Si vasto è l'argomento

che non si sa quando si è fuori o drento.

ARGONAUTI

Se i mercanti e i coloniali conoscessero la mitologia non v'è nessun dubbio che avrebbero un vero culto per gli Argonauti che andarono in cerca del Vello d'Oro. Anch'essi a loro modo seminano i denti del dragone da' quali nascevano i giganti armati: portano infatti, nelle terre vergini e lontane, quei velenosi doni che sono l'armi e le zozze eppoi si meravigliano di essere qualche volta massacrati dalle tribù furibonde.

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