페이지 이미지
PDF
ePub

ARTIFICIALE

A me (diceva un pittore metà tisico e metafisico) la natura vera fa schifo!

Ma che natura d' Egitto (balbettano gli spettri mondani del secolo XX) noi vogliamo l'artificiale!

Alfredo Panzini, nel suo Dizionario Moderno, riporta queste parole che assicura scritte da una signora :

<< Abbiamo inventato i paradisi artificiali perchè tenessero luogo dei celesti, decaduti col decadere della fede. L'oppio è il giusto successore del dogma ».

ARTISTA

Sarebbe ora di finirla - esclamò una sera il prof. Mediani con questa smoderata idolatria per gli artisti! Prima di tutto osservate che non si potrebbe vivere senza la culinaria o la medicina ma si potrebbe vivere benissimo senza l'arte. Eppoi, dite cosa volete, l'arte non sorpasserà mai la divina natura. Un uomo intelligente e sensibile non ha bisogno di quadri o di poesie o di musiche per godere le bellezze dell'universo. So che per conto mio preferisco un grazioso paesaggio o l'interno pittoresco di un'osteria di campagna a tutti i quadri del mondo e quando voglio la musica ascolto il mormorìo del ruscello, lo stormire delle foglie, il crescendo dei tuoni e l'armonia delle sfere, e quanto alla letteratura mi pare che non si possan trovare romanzi più belli e intrecciati e commoventi di quelli che si leggono nella cronaca dei giornali.

Cosa pretendono dunque questi signori artisti che sono così orgogliosi e scontenti? Si vantano forse dell' ingegno ? Ma quello è un dono di natura e non ci hanno nessun merito. Si lamentano di non esser compensati abbastanza ? Ma tutta la storia insegna che la miseria e magari la fame sono condizioni favorevoli per la creazione dell'opera d'arte.

Dico la verità, concluse il professore, in fatto di artisti preferisco di gran lunga un calzolaio che sia capace di farmi un paio di scarpe benigne ai lupini dei miei poveri piedi, a tutti i più celebri artisti del mondo!

Ma l'arte, interruppe l'assessore anziano, è una delle glorie più pure della nostra patria.

- Ma non la sola, replicò il professore. Quando un paese ha dato i natali a un Balilla, a un Pietro Micca, a un Marconi, a un Mantegazza, a un Rossi, a un Giovanni Giolitti, non ha davvero bisogno, per esser gloriosa, dei Giotti, dei Michelangioli o dei Barabino.

Ma Dante insistè l'assessore.

Dante è più che un artista, rispose in aria solenne l'egregio insegnante, Dante è il repubblicano, il cittadino che fa parte da sè stesso, è il « ghibellin fuggiasco », il profeta del Risorgimento, e, per dirlo con una frase sola, il « genio tutelare della nostra stirpe ! ».

ARTURO

Il nobil re di Brettagna aveva Dodici Pari di fede e di cuore come lui.

cavalieri

I moderni monarchi son più fortunati di lui che di pari ne trovano, nei loro reami, a milioni: sarebbe forse

scusi la malignità

[ocr errors]

si

perchè la qualità de' re e de' sudditi è calata, dai secoli barbari a ora, in proporzione diretta e geometrica del civile progresso ?

ARTUSI

Autore di un aureo libretto, L'Arte di Mangiar Bene, le cui edizioni gareggiano con quelle della Divina Commedia.

Prima la biblioteca delle donne italiane di provincia era composta della Via del Paradiso e dell'onesto Sesto Cajo Baccelli. Ora, per conciliare l'economia e l'idee moderne, s'è ridotta al solo Artusi il quale si potrebbe forse meglio intitolare: La Via della Latrina.

ASCENSORE

Ci sembra che sia l'ora di farla finita con questo mezzo poco meno passatista delle preadamitiche scale.

Ma ci consoliamo pensando che, fra poco, mediante l'amoroso connubio della meccanica sempre più perfezionata con l'architettura sempre più disarchitettata, si avranno case veramente adatte ai gusti e ai bisogni dell'homo sapiens del XX secolo. E forse, da certi ordigni che s'intravedono, applicabili al culo umano, saremo scaraventati ogni sera, con una spinta energica quanto innocua, ai vari piani delle nostre abitazioni dernier style.

ASCOLI (CECCO D') (1269-1327)

Noto archileo trecentesco, autore di trattati latini non letti e illeggibili, e d'un poema quasi italiano che chiamò L'Acerba.

"

Medico, astrologo, matematico, mezzo mago, amante d'una monaca, e «martire » (anch'esso !!) del « libero pensiero o (come scrisse, naturalmente sulla Nuova Antologia, l'ancora esistente Luigi Luzzatti), « vindice della libertà di coscienza », questo povero Cecco, saturo d'erudizione stopposa, di mediocrità orgogliosa e d'eresie nebulose, questo universitario medioevale che finì (troppo onore!) per esser bruciato vivo e che fu preso troppo sul serio dall'Orcagna, quando lo effigiò fra i dannati e da Leonardo che s' ingolfò nell' interpretazione dei suoi logogrifi, immaginandosi, verso la fine del proprio indigeribile poema, d'aver sorpassato e oscurato la Divina Commedia, così ronchia:

[ocr errors]

Qui non se canta al modo de le rane, qui non se canta al modo del poeta che finge, imaginando, cose vane.

Ma qui resplende e luce onne natura che a chi entende fa la mente leta. Qui non se gira per la selva

scura;

qui non veggio Paulo nè Francesca;
de li Manfredi non veggio Alberico,
che diè l'amari fructi ne la dolce esca;

del Mastin vecchio e novo da Varrucchio,
che fece de Montagna, qui non dico,
ne de Franceschi lo sanguigno mucchio.
Non veggio el Conte che per ira et asto,
ten forte l'arcevescovo Rugero,

prendendo del so ceffo el fero pasto.

Non veggio qui squadrare a Dio le fiche; lascio le ciance e torno su nel vero;

le fabule me fur sempre nimiche.

E insieme con le « fabule », a quest'anima secca e cocciuta, fu nemico il genio.

Tuttavia, caduto fra le mani dell' « inquisitore dell'ere

tica pravità » ebbe anch'egli (come tutti i tragici vanitosi) la sua «< frase storica >> :

« L'ho scritto, lo sostengo e lo credo »>.

Ragione per cui ci meravigliamo, e non poco, che dall'analfabetismo comitatofilo dei nostri propensi anticlericali, non sia stato ancora consacrato alla memoria del martire» un indispensabile monumento, «là dove il rogo

arse ».

Ma noi lanciamo l'idea; e non dubitiamo minimamente che qualche talentone la faccia sua.

ASDENTE

ciabattino di Parma che divenne famoso come indovino. Dante dice di lui

che avere inteso al cuoio ed allo spago

ora vorrebbe, ma tardi si pente.

Il suo contemporaneo Fra Salimbene ci assicura, però, che fu «pauper homo purus et simplex et timens Deum » e fa pensare quasi al calzolaio tedesco, illuminato anche lui, ad Hans Sachs.

Anche oggi molti ciabattini smessi vanno sdottorando e profetando il conte Tolstoi raccomodava le scarpe da sè, quando c'erano fotografi nelle vicinanze ma è desiderio generale che molti profeti si risolvano a cambiar mestiere e comincino a racconciare scarpe cioè gli indumenti che proteggono gli organi del loro intelletto.

ASFODELI

Sono fiori a uso esclusivo di poeti che vogliono alludere delicatamente alla morte. L'al di là, secondo i cercatori di rime e di paragoni, consiste in una prateria di asfodeli. E Dante, pover'uomo, non ebbe in poesia buon gusto quando osò assicurare che l' inferno, invece che di asfodeli e di buone intenzioni, è occupato da fiamme, da sterco e da diavoli.

ASGILL JOHN (1659-1753)

Avvocato inglese il quale volle dimostrare in un opuscolo (An Argument) che gli uomini potrebbero andare al cielo

senza morire: la morte è dovuta, secondo lui, alla forza dell'abitudine, alla paura di morire più che a una vera necessità. Per quest'opinione venne cacciato dalla Camera dei Comuni e, infedele alla sua idea, morì in prigione per debiti.

ASIA

L'Asia è stata la matrice di tutte le religioni perciò non è da meravigliarsi che il prof. Mediani abbia proposto di cambiare il famoso detto « Ex oriente lux » in quest'altro « Ex oriente tenebrae ».

ASILO

Prima le chiese e i conventi godevano del «< diritto d'asilo » il quale serviva a salvare gl' innocenti falsamente accusati o a sottrarre i colpevoli alla bestiale giustizia della folla. Ma parve ai riformatori un intollerabile abuso degno di tempi barbari; e fu abolito, conservandolo però per i diplomatici.

Oggi abbiamo gli asili d'infanzia, che accolgono i bambini troppo piccoli per andare a scuola e che le famiglie si levano volentieri di torno. Quando furono creati i primi asili si disse che una nuova era si apriva per l'educazione degli uomini, i quali sarebbero cresciuti più intelligenti e più buoni. Dal 1766 (fondazione del primo) a oggi gli uomini son diventati più bestiali e più idioti resultato che pareva, a priori, imprevedibile.

ASINO

[ocr errors]

« L'asino è il popolo, scrisse il Guerrazzi, utile, paziente e bastonato ». Ma i tempi son cambiati : il popolo, da quando gli hanno dato il comando, è più dannoso che utile ; non sopporta intorno a sè che adulatori e bastona quei pochi sciagurati che vorrebbero fargli intender ragione.

Quando poi si dà di asino a qualcuno, intendendo di offenderlo come ignorante e villano, si offende invece il prezioso compagno del montanaro. L'asino conosce magnificamente la scienza che gli occorre per compiere il suo dovere: sa camminare sull'orlo dei precipizi senza cadere, sa portare in equilibrio le some, sa compatire la rabbia ma

« 이전계속 »