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nesca degli uomini, riconosce la voce del suo padrone e l'uscio della sua stalla e in tutta la vita non apre bocca che in due soli casi : quando ha fame e quando è in amore. Confrontatelo coll'uomo che non sa mai la sua vera strada, che mette il piede in tutti gli abissi, che non sa sostenere la soma dei suoi doveri e dei suoi dolori, che non vuol riconoscere nè padroni nè case, e che apre continuamente la bocca per dire un'infinità di cose oscene, idiote, bestiali e soprattutto superflue.

Se la giustizia regnasse almeno nella zoologia, il leone dovrebbe esser chiamato il brigante degli animali e l'asino, colla sua umile rassegnazione, il cristiano del terzo regno della natura.

ASMODEO

L'eroe del Diablo cojuelo di Guevara (libro rifatto in francese da Lesage) ebbe bisogno del diavolo Asmodeo perchè gli mostrasse gl' interni delle case, e tutte le vergogne e le ridicolezze che nascondono i tetti d'una città. Oggi non c'è più bisogno di Asmodeo: i giornali, i cinematografi, i romanzi veristi e priapisti compiono esattamente la stessa rivelazione. La letteratura ha preso il posto del diavolo ed è un gran peccato che le nostre case non abbiano, come quelle romane antiche, il vomitorio.

ASPASIA

Il «< secolo di Pericle », che gli amatori delle favole antiche rinfacciano sempre alla barbarie cristiana, vide anche questa il primo cittadino di Atene, il luminare della Grecia, si faceva guidare e dirigere da una meretrice di Mileto, la quale, non contenta di prostituir sè ai grandi personaggi dello stato, era «soprantendente, dice l'onesto Plutarco, ad un mestiere non decoroso nè onesto, che allevava fanciulle a turpe guadagno ». Pericle, per pigliarsela in casa, ripudiò la moglie e pare che per far piacere a lei intraprendesse la guerra di Samo. Socrate, naturalmente, che si ficcava dappertutto pur di stuzzicare il prossimo, andava a far da ostetrico filosofico anche in casa della celebre concubina.

La quale, morto il suo mantenitore si acconciò con un certo Lisicle, uomo ignobile, venditore di carne di pecora degna fine di Aspasia e degna pena, benchè postuma, di Pericle.

ASPETTARE

È un verbo che non trova più credito. Nessuno vuole aspettare; tutti corrono, volano, si precipitano verso qualche cosa che non esiste.

Lo star fermi, l'attendere, fa paura all'uomo moderno ; forse egli aumenta la propria vertigine e la comunica alle cose per non esser costretto ad accorgersi della miseria spaventevole nella quale è caduto.

La società attuale, completamente capovolta, gira come un' immensa trottola sul proprio ferro: un cono che sta ritto sul vertice a causa della rapida rotazione; ma se il moto rallenti barcollerà ; e se cessi cadrà.

Bisognerebbe rimettere il cono sulla propria base; ma non si ha più mani da tanto. Ecco perchè l'Omo Salvatico (il solo uomo che aspetti) aspetta l' intervento di Dio.

ASPIRARE

Ad una cosa sola, non a due: ad una posizione sociale rispettabile.

Questo è il caro ideal! >>

Senonchè, in brevissimo tempo, con lo sviluppo sempre più vasto e profondo della istruzione primaria e secondaria, non avremo più contadini, calzolai, fabbri, falegnami, ecc. (arti vili), ma distinti professionisti e, fra questi, soprattutto impiegati, etimologicamente: piegati in, cioè fisicamente, su se stessi, ovvero sulla pratica da evadere.

Allora, l'aspirazione suprema essendo stata raggiunta, moltissimi, invece d'aspirare, spireranno; e per non spirare tutti quanti, bisognerà per forza che riaspirino all'opere servili che ora disprezzano.

ASSASSINARE

L'assassinio, diceva il dott. Enteroclismi, è certamente un atto poco socievole e piacevole. Ma bisogna ve

dere tutti i casi e i frangenti e allora si vedrà che gli assassini veri, in fondo, son pochi. Chi ammazza per difendere il suo non è un assassino; che ammazza per troppo amore non è un assassino; chi ammazza per vendicare il suo onore non è un assassino; chi ammazza per legittima difesa non è un assassino; chi ammazza spinto dalla fame atroce, come quelli della zattera della Medusa, non è un assassino; chi ammazza un tiranno non è un assassino....

Domando e dico, conclude il Dottore, dove sono gli assassini veri e propri ? Ho una gran paura che anche questo orrore dell'omicidio non sia altro che un residuo di quelle tavole apocrife che Mosè portò giù dal Sinai dando ad intendere ai poveri ebrei spaventati che si trattava dei comandamenti d' Iddio!

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ASSEMBLEA

Ci sono tre principali assemblee : l'assemblea dei rappresentanti del popolo in cui i rappresentanti studiano il modo di rimbecillire e di tassare il popolo; l'assemblea degli azionisti in cui si spartiscono i guadagni leciti e illeciti delle società dette, per prudenza, anonime; e l'assemblea annuale del partito nella quale il partito si partisce in due o tre frazioni o fazioni per ricominciar daccapo l'anno dopo.

ASSENTEISMO

Assenteismi celebri quello di Nicodemo al Sinedrio, quello di Pietro alla Crocifissione, quello di Tommaso al Cenacolo. Oggi sono assenti al banchetto di Cristo tutti gli eretici, tutti gli scettici, tutti i pagani, tutti i superbi, tutti gl'impuri. Ma nel giorno dei clangori resuscitanti non saranno possibili assenze e la Presenza gloriosa del Padre chiederà stretta ragione di tutti gli assenteismi dei figli.

ASSENZIO

ovvero la «<musa verde » dei poeti francesi: da De Musset a Verlaine e via giù calando. In Italia, più sani, sappiamo che l'assenzio è un veleno e il popolo dice « amara come l'as

senzio » di cosa amarissima. Per conseguenza non esiste, da noi, poesia moderna: Carducci bevitore di vino è un contemporaneo del Monti e D'Annunzio astemio risale, come hanno detto di corto, ad Omero.

ASSERELLE

Due tavolette fra le quali «i nostri cari giovinetti » tengon legati con una cinghia durante il tragitto, dalla casa alla scuola e viceversa, i numerosi «libri di testo» che contengono i primi principii della scienza laica ed obbligatoria.

Anche l'Omo Salvatico, da ragazzo, dovè trasportare, giornalmente, fra quei due pezzetti di legno, la colazione e la merenda governativa che si pretendeva di far trangugiare alla sua anima.

Ma era un cibo che lo faceva recere; e perciò dell'asserelle e del loro nobile contenuto egli se ne serviva, soprattutto, come proiettile da scagliar sulla testa e sulla schiena dei suoi più diligenti compagni.

Da tali inizii, poco rassicuranti, era facile prevedere che quel ragazzo sarebbe doventato un pessimo cittadino. E infatti, oggi, si vede!

ASSICURAZIONE .

Di tutte le assicurazioni, la più importante è quella sulla vita.

Un tempo (al tempo del re Pipino) i santi si assicuravano la vita, con macerazioni, penitenze, digiuni, opere di misericordia, preghiere ed estasi.

Oggi l'onesto professionista, il savio pensionato, o l'accorto proprietario, si assicurano la vita (quella non chimerica) dall'agente ad hoc.

E soltanto quando creperanno (cioè a dire quando incominceranno a vivere, di là, nella dannazione eterna) s'accorgeranno, con terrore, che la polizza, firmata di qua, non è più valida.

ASSIDUO

L'assiduo è un collaboratore gratuito e occasionale, che poppa assiduamente una delle tante enciclopedie cotidiane da quattro soldi alla quale regala di quando in quando, sebbene con timidezza e rispetto, una stilla della sapienza propria, fondata unicamente sul proprio modesto buon senso.

L'assiduo, quando ha da proporre o da rettificare qualche cosa, incomincia un'epistola così:

Spett. Sig. Direttore: Vengo con la presente.... ».
Oppure :

«Scusi se mi prendo la libertà.... ».

Ovvero :

<< Avendo letto nel suo pregiato giornale.... ».
Lo stile, dice Buffon, è l'uomo.

Infatti lo stile dell'assiduo è lo stesso assiduo. E i giornali son fatti principalmente per gli assidui, i quali formano, con l'aiuto del giornale, quella tale opinione pubblica.... che se la tocchi stai fresco !

ASSIOMA

è ciò che non ha bisogno d'esser dimostrato perchè troppo evidente. L'imbecillità dei nove decimi degli uomini viventi non ha bisogno di esser dimostrata, dunque è un assioma. Da questo assioma si posson trarre parecchi corollari.

1o che le idee degli uomini d'oggi sono imbecilli e per conseguenza da risputarsi ;

2o che le azioni dei suddetti uomini sono inficiate d' imbecillità e per conseguenza contrarie alla giustizia, alla verità e alla carità;

30 che i figli di questi imbecilli, essendo allevati e istruiti da padri imbecilli, diventeranno sempre più raffinatamente imbecilli;

4o infine che i pochi intelligenti rimasti, essendo un' infima minoranza, sono, secondo le leggi della democrazia, nel torto, dunque sospetti, per conseguenza colpevoli e in quanto sospetti e colpevoli degni della pena capitale.

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