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AI MONDANI

Impossibile proprio non è - << bisogna stare al giorno! >> che a qualcuno di voi capiti nelle mani questo primo volume del nostro libro. Mi permettete, in questo caso, di riferire alla meglio, alla buona, alla diavola, le vostre impressioni?

- Che ingenuoni, questi pretesi Salvatici! Perchè pigliarsela tanto calda? Perchè arrabbiarsi a questo modo? Perchè vociferare e sbraitare contro questo mondo che pure li ospita e li sopporta? Perchè rider sempre ma di quel riso che non vien dal cuore e non fa buon sangue? Di quel riso amaro, cattivo, invidioso, che non leva davvero un chiodo dalla bara ma che manda al camposanto più presto, gialli di fegato prima che gialli di morte?

<< I predicatori ci son sempre stati e più bravi di loro, più eloquenti, più pungenti, eppure il mondo è rimasto giuppersù lo stesso. Nè poteva accader diversamente. Anche il corpo ha i suoi diritti e la modernità le sue esigenze. Date a Dio quel ch'è di Dio e al Diavolo quel ch'è del Diavolo, come diceva un tale che non mi ricordo il nome.

Questo, signori Selvatici, è fiato al vento, tempo perso, carta sciupata. Chi vi piglierà sul serio, fuor di qualche giovinotto della gioventù cattolica o di qualche prete di campagna ? Le passioni religiose ormai sono sbollite, svanite, finite, ed è gran fortuna, che del sangue n' hanno fatto spargere abbastanza. Oggi si combatte e si muore, ma per altri ideali, più tangibili e visibili. E mettetevi in testa che un po' d'amabile

scetticismo, contornato da un'alta dose di tolleranza, è la migliore regola che sia al mondo - specie in questo d'oggi ch'è veramente un « mondo di tolleranza ».

"Il vostro nemico vero non è l'ateismo o il materialismo o l'idealismo: è l'indifferenza, il je m'en fichisme delle classi colte: le quali non odiano il Cristianesimo ma lo ignorano, o lo conoscono come fatto storico, e se volete estetico, ma non ci s'appassionano e tanto meno non si spassionano non lo vivono, non

li tocca, in una parola non l'interessa! Voi siete in ritardo di cinque secoli, o per lo meno di trecent'anni : sono un po' troppi, specialmente per noi che viviamo pienamente la vita del novecento! ».

Ben miagolato, gatti di grand hotel e di transatlantico! E voi, ragazze extra dry e spose d'alto bordo e patronesse del nulla e gentiluomini di molte anticamere, controfirmate certo a quattro mani l'esposto. Per voialtri e voialtre è indifferente sapere se siamo nati a viver come bruti marcibili o per diventare angeli in eterno; è indifferente sapere se Dio parlò agli uomini o se pure siamo irremissibilmente soli in mezzo alla solitudine infinita dell' infinito; è indifferente sapere se Gesù fu un legnaiolo isterico che si sfece nella fossa dei giustiziati o un Dio salvante, trionfante e risuscitato; è indifferente sapere se dobbiamo tener la Chiesa come un bel monumento d'archeologia storica o come la vera casa dell' uomo, fondata da Dio perchè un pastore unico guidi un gregge unico alla virtù e alla salvezza; è indifferente sapere se il vostro prezioso e delicato corpo, che pure dovrà imbacare e disfarsi, contiene un'anima immortale o soltanto un fiato che la morte mozza per sempre; è indifferente sapere se dobbiamo essere l'uno all'altro come lupi o se dobbiamo scaldare col nostro corpo l'ignudo e baciare le ferite del nemico.

Per voi, abiti di moda riempiti di carne grassa e vogliosa, per voi, maiali eretti, ripuliti dal manicure, dal pedicure, dal parrucchiere e dal sarto, è più importante sapere qual'è l'ultimo scandalo del vostro pic

colo gran mondo, qual' è il colore preferito delle cravatte dai dandys londinesi, qual'è l'ultimo profumo inventato in Rue de la Paix, qual' è la marca più chic delle automobili e degli spumanti, qual'è l'ultima commedia di Bernardo Shaw o l'ultima trovata di Dada, qual' è l'ultima mantenuta di lusso arrivata sulla piazza e qual' è la sua tariffa e la sua gioielleria per voi, dilettanti senza dilettazione, scettici senza tormenti, viveurs senza vita, signori senza aristocrazia, è importante sapere queste cose e non l'altre, conoscere la novità della penultima ora e non la verità sull'ultima ora, che arriverà, un giorno, anche per voi. Cosa possiamo fare, noi poveri Salvatici, esseri rozzi e malvestiti, senza quattrini e senza eleganza, se non pregare per voi quel doloroso Dio a cui crediamo perchè abbia pietà, subito o più tardi, della vostra miséria ?

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Ma vi sono tra voi taluni e talune che si dicono cristiani, anzi cattolici, e hanno il libro da messa e si confessano una volta l'anno e invitano a colazione il prete del posto in tempo di villeggiatura e ci tengono ad avere, in punto di morte la benedizione telegrafica del Santo Padre. A voi che in tutto il resto fate la vita medesima degli altri che non credono, che confessate Gesù con la bocca e ogni giorno lo rinnegate coll'opere, che diremo noi, guardiani notturni che abbiamo la mala abitudine di voler destare i dormenti coi nostri singhiozzi e colle nostre risate, più tristi dei singhiozzi? Per gli altri possiamo pregare: non sanno quel che si fanno e Cristo li riconoscerà forse per suoi perchè non l'hanno mai conosciuto. Ma voialtri dite di conoscerlo; lo ricevete nel sacramento, lo pregate coi labbri: non potrete dire, un giorno: Che v'è di comune tra me e te, Uomo ?

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V'è di mezzo, tra Cristo e le vostre povere anime, un tremendo legame: il tradimento. Colla tiepidezza e l'apostasia di tutta la vita l'avete tradito ora per ora. Non basteranno le parche elemosine degli ultimi giorni, nè i rosari della vecchiaia, nè l'ufficio mortuario di

prima classe per cancellare il lungo tradimento verso Colui che avete ricrocifisso. La sua misericordia vi può ricomprare una seconda volta ma noi, bassi scolari troppo lontani dal divino modello, non possiamo sentire al contatto vostro che la puzza d'una progressiva putrefazione.

11.

AI CATTOLICI CHIOCCIOLE

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Voi uscite di rado dal vostro guscio lodabile abitudine per evitare scontri e contagi ma un tantino egoista e difficilmente vi capiterà sott'occhio il nostro libro. Se questo caso, inverosimile ma non impossibile, si desse, vogliamo mettervi subito in guardia per risparmiare ai vostri spiriti animali il pericolo di intempestivi riscaldamenti. Vedrete qui dentro discorsi bestemmianti e infami sulle cose più sacre: badate che non sono nostri, osservate che son messi in bocca a maschere fin troppo trasparenti che impersonano ciò che noi detestiamo con tutto il cuore, tenete conto che son riportati apposta e accentuati in senso ironico, satirico e sarcastico, colla speranza - forse vana, ma non condannabile di far nascere in altri la stessa repugnanza ch'è in noi; avvertite, infine, che noi scriviamo piuttosto per rintracciare un'anima lontana e perduta che per quelle rimaste alla luminosa ombra del Pastore. Noi siamo apostoli in partibus infidelium, siamo missionari, noi Salvatici, tra i selvaggi o rinselvaggiti che vestono gli abiti di stoffa inglese, viaggiano in sleeping car, si rinfrescano ai bars, inzuppano i biscottini nel the, giocano al foot ball, e non bestemmiano Iddio perchè non si ricordano neppur della sua esistenza.

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Pensate e riflettete che questi civilissimi selvaggi non leggono nè Vie del Paradiso nè Filotee nè libri devoti e ascetici di nessuna specie; nè potrebbero leggerli, ed avrebbero, molte volte, ragione di non leggerli, perchè a quelli che si voglion guarire dal vizio della zozza non si può dare a bere, di punto in bianco, acqua di fior d'arancio o di mucillaggine. Per chiamarli ci vuole, come alle capre, una manciatina di sale: perdonateci dunque se il nostro stile è talvolta pizzicante come la senapa o rosseggia qua e là di zenzero maremmano.

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Incontrerete anche parole, come voi dite, «non troppo castigate ». Lasciatele passare, per amor di quel Dio ch'è pur verità, senza castigo. Non le parole puzzano o lordano ma le cose e le azioni che significano e che noi condanniamo e chi vuol nettare i destri (vedete che sappiamo anche le parole pulite?) non può mettersi il vestito delle feste e non può mandare odor di zibetto.

Del resto, se proprio vi venisse l'idea d'istituir processo contro di noi per lesa castigatezza, abbiamo in serbo un sacco e una sporta di esempi e di testi che vi turerebbero la bocca senza facoltà di appello. Non già di autori profani, chè a voi non garbano e qui non troverebbero luogo - ma di scrittori ispirati, e di padri, dottori e pontefici. Ne abbiamo di Ezechiele e d' Isaia, di S. Gerolamo e di S. Pier Damiano, di S. Bernardo e di S. Bernardino. E se non vi bastassero potremmo squadernarvi alcuni capitoletti del De Contemptu mundi del grande Innocenzo III pontefice romano di gloriosa e immortale memoria. Concluderemo con queste parole di Clemente Alessandrino: «Io nomino senza vergogna, per l'utilità dei lettori, le parti del corpo dove il feto si forma e cresce. Perchè dovrei vergognarmi di nominarle se Dio non s'è vergognato di crearle ? »

Vi accorgerete, infine, che abbiamo parlato qualche volta con rispetto e talvolta con amorevolezza, di pagani, d'infedeli, in una parola, di non cattolici. Non vi adombrate senza aver prima ben riguardate le nostre

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