페이지 이미지
PDF
ePub

E quindi, in questo secolo positivo, consacrato esclusivamente al benessere, neppure i preti, così bene spiritualizzati da Don Sturzo, posson perdere il loro tempo nel leggere le vite dei Santi.

BENGALA (FUOCHI DEL)

Sono l'epilogo dei fuochi d'artifizio i quali, a loro volta, sono l'epilogo d'ogni pubblica festa che si rispetti.

Dopo «la girandola nevrastenica », che si spenge fra gli applausi scroscianti della folla, le candele del bengala spandendo il loro fumo luminoso, tutte le facce degli spettatori e tutte le facciate delle case s'accendono. Ma è l'ultimo guizzo di gioia velato di tristezza; poi tutto si rifà nero; e la folla si sbanda mal dissimulando la sazietà e la noia.

Ogni cosa finisce nella vita, coi fuochi del Bengala : un po' di luce fumosa, che, spenta, fa più triste il buio.

[ocr errors]

Gli ultimi fuochi del Bengala precedono la morte; oltre la quale, per molti, s'accenderanno altri fuochi un po' meno divertenti di quelli visti di qua.

Ma nessuno ci pensa; e da questo non pensarci, deriva appunto questo incendio infernale che divora il mondo.

BENI

Il tale non ha « beni di fortuna »; il tal'altro invece può darsi il lusso d'avere «l'agente di beni », quell'altro si diletta «a guardare da sè i propri beni », a Sempronio infine, cretino che non è altro, sono stati « mandati all'asta tutti i beni ».

Da queste frasi che risuonano spesso sulla bocca d'oro del Borghese risulta chiaramente che il Bene è una conseguenza dei «< beni », cioè di qualche cosa di reale, di solido, d'immobile e di fruttifero, mentre il male, sinonimo di nullatenenza, incomincia con la perdita dei « propri beni » ed è il compagno inseparabile di chi non possedette mai

« beni ».

Perciò, se il Borghese vuol essere logico, bisogna che convenga che il cristiano è il massimo degli imbecilli, perchè, distaccandosi dai « propri beni » per aspirare al Sommo Bene, cioè a Dio, il quale appartiene al numero delle cose

invisibili, lascia il certo per l'incerto e invece di trovare quel problematico quid ch'egli chiama il Sommo Bene, s'imbatte fatalmente nella miseria che è il Sommo Male.

:

Ma da ciò, sempre a fil di logica, questo inevitabile corollario Essendo Dio sconosciuto all'Agente delle Tasse, non può essere, secondo il borghese, anche nell'ipotesi più favorevole, che un perfetto nullatenente; dunque Dio È IL MALE.

E il Borghese e Proudhon si stringono cordialmente la mano.

BENIAMINO

L'ultimo e il più amato dei figli di Giacobbe.

Passò in proverbio quando, «in tempi oramai ineluttabilmente superati », invece dei giornali o de I Lupi Rossi şi leggeva la Bibbia o, per dir meglio, la Storia Sacra, e significò, fin d'allora, il prediletto, il protetto, ecc.

Ma ora essere il beniamino del Commendatore, o del Capo-Ufficio, o di S. E., vuol dire, nell' invidioso linguaggio degli «emarginatori di pratiche », aver la fortuna di possedere una moglie che sia «l'amica» del Commendatore, o del Capo-Ufficio, o di S. E.

Fortuna che, a dir vero, non càpita tutti i giorni ; ma che quando càpita porta come conseguenza al privilegiato marito di quella desiderabile moglie ciò che si chiama comunemente «< aver fatto una rapida e meritata carriera ! ».

BENOIT (PIERRE)

Fabbricante di romanzi a gran tiratura. È il Conan Doyle della storia contemporanea; colto come un medio professore, stilista come un buon giornalista, profondo come una catinella, ha il merito di aver liberato i lettori dalla psicologia di Bourget e dalle preziosità di Barrès. Dissero che la sua Atlantide era presa da She di Rider Haggard; il suo ultimo romanzo ha un titolo di malagurio e forse profetico: L'oublié.

BENPENSANTE

Io sono del partito dei benpensanti, dice il cav. Francatrippa; e infatti pensa bene di non pensare che ciò che pensa la maggioranza.

Attenendosi, perciò, a questa igienica norma, fu, nei primi giorni della neutralità, neutralista, fu « interventista » negli ultimi, combattè durante la guerra, come tutti i savi, nel «<fronte interno », nascose prudentemente il tricolore nello stanzino dei panni sudici durante il periodo del «< bolscevismo» ed oggi, finalmente, che il fascismo è in auge, riespone il tricolore al balcone, è socio benemerito de « La Disperata» e giura e spergiura a fin di pranzo, con dei gran pugni sulla tavola, che Mussolini e non altri salverà l'Italia.

Il cav. Francatrippa, proprietario di ben dieci pizzicherie, mostra di conoscere a perfezione «<il vivere del mondo », e di non ignorare che per non esser travolti bisogna «seguir la corrente ».

Filosofia chiara, facile, a portata di mano e (come scrivono attualmente i giornalisti) dimostrata vera dalla prassi ».

[ocr errors]

Perciò noi proponiamo fin d'ora a tutti i benpensanti del « Bel Paese » di collocare in Santa Croce, fra gli altri Grandi, la simbolica effige del non men grande Cavaliere, rappresentandolo, in costume da Pulcinella, con un salvagente in una mano e un portafogli nell'altra.

BENSON ROBERT HUGH (1871-1914)

Prima protestante, poi sacerdote cattolico, dopo avere scritto una ventina di volumi in gloria della Chiesa, morì quarantenne, nel 1914, al principio della guerra, da lui presentita apocalittica.

In Francia (mirabile paese anche infetto) da vivo e da morto fu tradotto e discusso.

In Italia, da vivo e da morto, figurò morto.

Forse una diecina di persone, delle quali la metà preti, non lo ignorano. Ma non ne parlano.

Non assomiglia al Padre Giovanni Semeria; non porta Cristo al cinematografo e altrove.

Inglese, non ha fratelli in patria; ne ha tre, lebbrosi, in Francia, dinanzi ai quali i parrucchieri del Cristianesimo si tappano il naso, fuggendo: Hello, Veuillot, Bloy.

Com'essi, vede la società impazzire per aver disfatto la Croce e non poter rifarla.

Allora dà uno sguardo all'orologio e capisce.

Il Dominatore del mondo (che è il suo capolavoro) è un libro di storia scritto prima che gli avvenimenti si compiano.

Gli avvenimenti odierni, abbracciati con occhio cattolico, fanno pensare a un' Imalaia di cadaveri dalla cui cima si può vedere, al di là, qualche cosa di prossimamente sistemato per sempre.

Chi può salirci può anche intendere che il romanzo di Robert-Hugh Benson è una storia.

Ma intendere (in latino intelligere) vuol dire intus legere; e, in tal modo, e ne godo, nel tempo dei bruti volanti non si legge più.

Il Dominatore del modo, tradotto per la prima volta in italiano e pubblicato recentemente da Vallecchi, non ha avuto il successo ch'era lecito sperare.

Le signore non lo leggono perchè non è un romanzo pornografico; e i preti, dinanzi a questo inglese poco rassicurante, in generale arricciano il naso, perchè nella loro ignoranza, tutta italiana, non leggono che il Corriere d'Italia e il Pigliami subito.

BENTHAM GEREMIA (1748-1832)

Profeta veramente moderno e popolare della filosofia utilitaria chiamata ingiustamente da quel dispeptico di Carlyle la «< filosofia dei porci ».

La più grande felicità possibile del più gran numero: ecco la sua formula luminosamente umanitaria. Accettabile dai savi degli ultimi due secoli perchè per felicità intendevano possesso ed uso dei beni e dei beni tangibili, misurabili, terrestri.

Non poteva, però, intendersi coi cristiani — i quali, guardate un po', preferiscono il dolore alla felicità e in fatto di beni desiderano piuttosto quelli del cielo che quelli della terra.

Il nostro Bentham ha scritto anche una Difesa del Usura che gli procurò immensa popolarità tra i pubbli

cani dei due mondi e non sapendo in quale altro modo essere utile ai suoi simili lasciò il suo cadavere per la dissezione e il suo scheletro, ohimè inutile, si può ammirare all' University College di Londra.

BENZINA

È l'Acqua Santa del secolo XX.

Con l'Acqua Santa si scacciavano i demòni; con la benzina si mettono in moto: (demòni meccanici sporchi, fumosi, rumorosi, mostruosi, spaventevoli).

E l'uomo moderno, più brutto e brutale di loro, se li inventa, se li fabbrica e se li adora.

Talvolta (ma troppo di rado !) l'idolo ammazza l'ido

latra.

Piccolezze che non soddisfano l' Omo Salvatico.

Fortuna che certe osservazioni meteorologiche sembrano accertare una imminente spaventevole siccità su tutta la terra.

Allora all'uomo moderno, adoratore del « motore a scoppio », non resterà che bere la sua benzina.

E sarà l'ultima bevuta di questo ubriaco molesto.

BEOWULF

Antico eroe germanico, le cui gesta son conservate in un poema scritto in west-saxon. Uccise il mostro Grendel che divorava i guerrieri del re Hrothgar; e, cinquant'anni dopo, morì dopo aver ucciso un terribile drago. Rappresenta l'antica idea del Re che deve affrontare il male che affligge il suo popolo anche a costo di morire. Ma «nous avons changé tout cela» e nei tempi più civili (non parliamo dell'oggi) è il popolo che deve morire per il re e non il re per il popolo. Noi, coi barbari, stiamo con Beowulf.

BEOZIA

Paese greco, dove nacquero alcuni de' più grandi uomini dell'antichità: Pindaro, il massimo lirico, Esiodo, Epaminonda, Plutarco e altri molti. Gli altri greci, forse per invidia, sparsero la voce che i beoti fossero d' ingegno tardo e grosso diceria che s'è conservata in

401

« 이전계속 »