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tenza che gli vien dal cuore: Che stupido! giacchè era stato capace di fare il colpo, doveva spiccar subito il volo!

Io, per esempio, credo d'essere un galantuomo da darsi a taglio, ma se domani, puta caso, perdessi la testa col fare uno sbaglio simile, parola sacrosanta d'onore, io non la perderei fino al punto da non riuscire a salvarmi con tutta la refurtiva!

ABILITATO

Parola che ricorreva molto spesso sulle labbra del mio

tutore.

Egli diceva:

« L'uomo che non è abilitato non costa un centesimo. Finchè io non fui abilitato ero un povero figlio di famiglia qualunque, con pochi soldi in tasca e nessuna considerazione. Ma quando mi abilitai, le cose cambiarono: in primis, conquistai una posizione indipendente, in secondo luogo, mi sentii qualche cosa di non inutile nel paese di Bagoghi, e in terzo luogo potei concedermi quelle oneste soddisfazioni (come per esempio occupare la carica di vice conciliatore e ricoprire il posto d'assessore anziano) alle quali il mio cuore aveva sempre aspirato.

Bisogna dunque abilitarsi al più presto ».

E perchè mi abilitassi, contribuiva a mantenermi, pover'uomo, all' Università.

Morì che non mi ero ancora abilitato.

Ma non avrebbe mai potuto immaginare che un brutto giorno avrei vilmente disonorato me stesso e la mia famiglia abilitandomi ad esercitare l'antisociale e quasi brigantesca professione dell'Omo Salvatico!

AB IMIS FUNDAMENTIS

Tutti i riformatori, capi di partito, profeti e altri imbottatori di nebbie promettono e annunziano di voler tutto rinnovare ab imis fundamentis.

E difatti scendono, armati di zapponi e di buona volontà, sotto ai fondamenti della casa vecchia e li scalzano, eppoi scendono più giù, sempre più giù: la casa pencola e barcolla, si fende e si piega ma i rinnovatori son di

scesi talmente in profondità che non si riesce più a saperne novelle e nessuno li vede ritornare alla luce per fabbricare, una buona volta, la casa nuova nel posto di quella lesa e sconquassata.

Triste frase!

AB INTESTATO

Morire ab intestato può significare non voler bene nè ai propri denari nè ai propri parenti.

Morire ab intestato può voler dire, in certi casi, mettersi al rischio di lasciare spezzettare un vistoso patri-. monio, del quale più che la metà se lo mangia il fisco.

Eppure c'è della gente rispettabilissima che vuol bene ai propri beni quanto quasi ai propri parenti e che, nonostante, muore ab intestato.

Come si spiega dunque questo rebus ?

La cosa non è difficile.

Il ricco (dice il povero) ha paura di morire; ed ha tanta paura di morire che ha paura perfino a pensare (sia pure per pochi momenti) a qualunque cosa che gli ricordi

la morte.

Ora, l'accingersi a far testamento produce in taluni un effetto terribile; quel dover disporre delle cose sue, minuziosamente, accennando a particolari luttuosi, quel sapersi vivo e vedersi morto, gli fa rizzare i capelli dallo spavento; e così, rimandando da un tempo all'altro la stesura legale delle sue «< ultime volontà », finisce per commettere l'imperdonabile crimine di morire ab intestato!

ABISSINIA

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Essendo il solo paese cristiano dell'Affrica fu scelto dai geni politici della terza Italia come sede della prima colonia del nuovo Regno. La guerra d'Abissinia — intrapresa per far dimenticare Custoza finì ad Adua e Crispi dovette sparire dal teatro politico. Il Cristianesimo pur nella forma barbarica presa in Abissinia sto modo il vecchio massone che s'atteggiava, d'accordo con Bismarck, ad antagonista di Leone XIII.

sia

- punì a que

ABITO

Si dice comunemente (osserva il prof. Me «<l'abito non fa il monaco ».

Ebbene: per quanto io non disprezzi affatto 1 contenuta in certi proverbi, pure mi sia lecito che, in tutte le circostanze della vita, l'abito fa

monaco.

Chi crederebbe per esempio che voi foste di vaglia e di riguardo se andaste vestito come cione?

A me piace, nel vestire, soprattutto la pr quando vedo qualcuno con gli abiti sporchi, o in brandelli, nessuno può convincermi che so cenci si celi un uomo d'ingegno: e la ragione è se quel Tizio fosse davvero intelligente non sarebbe ricco, e quindi ben vestito?

V1

Ecco dunque, se non m' inganno, uno di qu menti che tagliano la testa al toro.

ABISSO

Dice il Signore : l'Abisso invoca l'abisso. Di finita furfanteria dei politicanti invoca l' infinita dei governati; la profonda ignoranza dei maes la profondissima ottusità dei discepoli; e l'abis stri peccati chiama l'abisso della misericordia d

Il dottor Enteroclismi gridava un giorno co date bene tra la scienza e la fede c' è un'abisso, rienza e la rivelazione c' è un abisso, tra il pensier e i dogmi della chiesa c'è un abisso, tra le teneb dioevo e lo splendore del secolo ventesimo c'è u

Ma in quel momento, non accorgendosi che d'una fogna era stata aperta proprio allora s piede, vi cascò dentro tutto quanto e si udì la cavernosa che gridava dal fondo melmoso della Abisso.... Abisso....

ABITAZIONE

Una volta il palazzo o la. capanna; ora strada, il treno, il transatlantico, l'automobile. A

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alle marinettiane città semoventi. Il futurismo, morto come letteratura, è diventato vita. E infatti l'uomo (escluso quello salvatico) non avendo tempo da perdere, perchè «il tempo è moneta » muore per aria, sulla terra e nell'acqua a grandissima velocità.

ABITUDINE

«Che volete farci ? Quando si son prese certe abitudini, non ci si può rinunziare !...». Così dicono, il cocainomane,. il bestemmiatore, l'ubriaco, la ninfomane, l'onanista, il pederasta e altri animali domestici di questa fatta.

ABIURA

« Detestazione solenne che un eretico, ebreo, turco, idolatra, fa della sua falsa religione quand'entra nella Chiesa Cattolica, con promessa di credere tutte le verità che la Chiesa professa ».

L'opposto dunque dell'apostasia.

Al che qualche venerabile «fratello » della Loggia di Lonza potrebbe trionfalmente rispondere in questo modo:

<< Abiurare ! Quale sciocchezza! quale mancanza di senso critico! e, soprattutto, quale abiezione! Abbandonare una religione per abbracciarne un'altra! Lasciare una falsità per cadere in un'altra falsità molto peggiore della prima!

Io giungo (con molta buona volontà, del resto) a spiegarmi come simili aberrazioni, data la generale ignoranza, potessero verificarsi nell'età di mezzo; ma oggi!

Oggi che lo Spirito Umano ha ucciso, spennato e poi gettato via come un uccello immangiabile quel teologico volatile dello spirito santo, noi non dovremmo assistere che all'ultime, gloriose apostasie. Sicuro, gloriose. Perchè apostatare vuol dire passare dalla tenebra alla luce, ovvero (per esser più chiari) dalla menzogna del Dogma alla verità della Scienza.

E invece, purtroppo, in pieno secolo XX c'è ancora qualche babbeo che passa dalla religione di Mosè o di Maometto alla superstizione cristiana; e perfino qualche detestabile furbacchione (uso Papini, per esempio) che ripudiato, senza una vergogna al mondo, il Libero Pensiero,

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va a gittarsi lacrimoso e compunto (lacrime di coccodrillo del resto e compunzione da gesuita) fra le braccia, con rispetto parlando, di quella decrepita bagascia di Santa Madre Chiesa, che noi, doloroso a dirsi, non siamo riusciti ad abbattere.

E il peggio si è che per ciascuno di questi casi, che dovrebbero esser considerati tutt'al più come fattacci di cronaca, tutta la stampa liberale, democratica e financo schiettamente anticlericale, perde il suo tempo ad occuparsi (con uno zelo degno di miglior causa) del così detto convertito, fabbricandogli senza accorgersene quel piedistallo al quale aspira, e richiamando l'attenzione del pubblico su queste superstiti vergogne, che, per l'onore del nostro tempo e il prestigio del nostro paese, sarebbe molto meglio tener celate.

Tanto più che col parlarne, sia pure ostilmente, si rischia di far proseliti all' idolatria cattolica e al suo Gran Lama, mentre se nessuno se ne curasse, a quest'ora, scommetto la testa contro un centesimo che in S. Pietro ci ballerebbero i topi.

Ma è inutile! Questi benedetti giornalisti hanno mangiato proprio il fegato di capra; e non vogliono assolutamente capire (ecco dove mi sbattezzerei) che l'arma più efficace contro la Chiesa di Roma sarebbe la congiura del silenzio.

ABNEGAZIONE

La signora Diomira Doppiopetto, vedova pensionata del cav. Gelasio, buon'anima sua, già impiegato di 2a classe al Ministero del Tesoro, raccontava spesso come il proprio marito fosse stato un uomo d'intelligenza non COmune, specie in fatto di numeri, e soprattutto un cuor d'oro. Ma che yuole (aggiunse un giorno in un momento di maggiore espansione, alla signora Cloe Codibugnoli sua buona amica che era andata a consolarla), Gelasio aveva un mancamento (lo dico, perchè tanto non si fa per accrescergli pena; solo Dio è senza difetti) ma era sa, un mancamento grave, uno di quei mancamenti che per una moglie.... Devo dirlo o non dirlo ?.... (ahimè! son cose che

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