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E questo è per lui l'unico modo d'esplicare il suo delittuoso cristianesimo, benchè sappia d'esser odiato, d'un odio cartaginese, da tutti quei lattiginosi cristiani i quali si studiano, con ogni cura, di non contristare il Diavolo.

ACKERMANN LOUISE (1813-1890)

Antipatica e stitica versaiola ribelle che qualche cretino d'italiano ha paragonato al Leopardi.

Benchè francese ebbe una spiccatissima simpatia per i tedeschi. Preferiva Berlino a Parigi. Sposò un « boche >> protestante che non riuscì a fecondarla e del quale rimase vedova dopo due anni. Confessa di non esser mai stata nè bambina nè donna, di avere ignorato l'amore, e di non aver conosciuto l'infelicità.

E tuttavia nella sua Poésies philosophiques gonfia le gote e raggrinza la fronte per cantare (anch'essa !) la «< doglia mondiale » e rappresentar la parte di Prometeo con le

sottane.

Le sue bestemmie pseudo-lirico-filosofiche fanno più schifo che paura.

È un'oca ripiena di rettorica che si sogna aquila e che, svegliandosi, si ritrova coi piè palmati e il becco a mestola.

Barbey d'Aurevilly (pur così fine ed acuto) scambiando lo schiamazzo blasfemo di quest'anatra teutonizzata per ruggiti, la definisce «un mostro e un prodigio ». Troppo onore.

Ed onore anche maggiore l'averle dedicato in questo libro una mezza pagina.

ACOSTA URIEL (1590-1647)

Figlio di ebrei convertiti visse come cattolico in Portogallo ma gli venne ad un tratto la nostalgia della sinagoga e ad Amsterdam rientrò nel giudaismo. Però, avvezzo forse a miglior cibo, non potè nascondere ai rabbini il suo disprezzo per le leggi cerimoniali e fu scomunicato, imprigionato e costretto a pagare un'ammenda. Dopo quindici anni ricascò ancora nella sinagoga ma per rinnovare i suoi attacchi contro le tradizioni talmudiche. Allora il collegio dei Rabbini lo punì a questo modo. Dovette montare

sopra un palco di faccia a una moltitudine di giudei e di giudee e leggere una confessione e ritrattazione delle sue eresie; poi fu spogliato fino alla cintola ed ebbe trentanove colpi di staffile; infine dovette stendersi in terra all'uscio della sinagoga e tutti gli camminarono addosso.... Dopo pochi giorni, in seguito a questa cerimonia, si tirò un colpo di pistola nel capo. Si legga, per avere un'idea delle sue opinioni sul giudaismo, la sua autobiografia: Exemplar humanæ vitæ. Buona risposta agli Ebri che sbraitano contro l' Inquisizione !

ACQUA

È odiata e amata.
È odiata quella benedetta,

superstizione.

Quella del diluvio, perchè rammenta una esagerata (per quanto mitica) vendetta divina.

Quella del battesimo, perchè si versa sul capo dell'uomo in una età nella quale non è in grado di poter disporre liberamente del proprio pensiero.

È amata quella con la quale l' immortale e giudizioso Pilato si lavò le mani.

Quella delle spiagge marine dove ogni estate, senza troppo oltraggio al pudore, ci si può mettere in quasi adamitica libertà.

Quella tofana (ahimè sparita) la quale era un meraviglioso veleno che non lasciava traccia, utilissimo agli intraprendenti eredi d'un parente ricco.

Quella di Montecatini, dove si va appunto «< a passar l'acque », ed in generale ogni acqua purgativa che ripulisce e disinfetta i ben otto metri, scientificamente misurati, di budella, lungo i quali l'anima del Borghese s'aggira, gorgoglia, ascende e discende, finchè, con l'ultima emanazione, abbandonando la sua legittima sede, si dissolve, tenebrosamente, nel mistico nirvana del pozzo nero.

ACQUA IN BOCCA

«Senti: questo, questo e questo. Ma, oh, acqua in bocca ». Discorso che può esser fatto da una spia, da un ladro, da un diffamatore o da un cretino che s'atteggia a furbo.

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In generale aver l'« acqua in bocca » o racco ad altri d'aver «l'acqua in bocca », salvo poche lodevoli, vuol dire esser vigliacchi con qualche peggio ancora.

Certe volte tutto quanto un popolo per qualch si mantiene con l'acqua in bocca. Ciò si verificò la guerra parzialmente e si verifica ora totalment Oggi si sente parlar molto del freddo e del ca di politica, dall'Alpi alla Sicilia, neppure un fi sbiglio.

L'altro giorno un Cacasenno del Giornale d'Ita giornale n' ha uno) si lamentava (da che pulpiti !) quest'acqua in bocca. Ma all'Omo Salvatico, ne diritti continuamente reclamati dagli uomini civili ancora poca; e perciò a Benito Mussolini chiede zione immediata d'un esercito di bastonatori per loro che conservano il diritto, in uno stato cattol fendere Cristo e la Chiesa.

il giuocatore che ha perduto «perfin la strada nare a casa »>, son tutta gente «con l'acqua all e allora non vedendo che acqua e sentendosi sd sempre più giù e «non potendosi neppure attacca rasoio », con una mano che stringe «nervosam piccolo oggetto meccanico si fanno «<saltar le

Così l'ultima scena dell'ultim'atto, rapprese variabilmente dal solito protagonista che si tr l'acqua alla gola ».

Eppure anche San Pietro, una volta, avev alla gola; ma vicino a lui c'era Cristo; e fu tratto Quest'altri invece, hanno in tasca la rivolte dosso il diavolo; ecco perchè, mentre affondano, vano per aggrapparvisi neppure il filo d'un rason

ACRI FRANCESCO (1836-1913)

Filosofo e professore di filosofia osò, in pieno diciannovesimo secolo, essere e proclamarsi cattolico. Cattolico combattè i mezzi cristiani e gl' incredenti; filosofo amico di Platone ma più di Cristo si azzuffò cogli hegeliani e coi positivisti, tra loro nemici (assai meno che non paia) ma nemici egualmente di Cristo e del giusto filosofare. Scrittore ai tempi di De Amicis e di Rovetta ritrovò la semplicità candida, la limpidezza sobria dei trecentisti e nella prosa degli asceti offrì i più perfetti volgarizzamenti dei dialoghi platonici. Al disopra di tutte le scuole poneva «quella scuola, ch'è la Chiesa, nella quale visibile maestro è Cristo, e il maestro visibile è il Vicario suo; il quale vive per essa Chiesa e questa vive per lui, viventi, come fa il capo e l'altro corpo, la vita medesima dell' invisibile spirito di Cristo. Fuori di essa Chiesa si cerchi in tutte le biblioteche, si vada in tutte le scuole, l'etica pura e intera non ci è stata, non ci è, non ci sarà mai; non fu nell'antica Atene, nè nell'Alessandria dei Tolomei, nè in Roma pagana; e non ci sarà nelle scuole de' razionalisti di Germania, nè in quelle de' positivisti del nostro tempo, inglesi o francesi che siano. In vero senza Cristo chi può, per dire un esempio, dimostrare con la nuda filosofia che il corpo d'un rattratto o d'un lebbroso abbia il medesimo valore agli occhi di Dio che il corpo di un Alcibiade, e che l'anima di uno scemo di mente abbia il valore medesimo che quella di Tommaso d'Aquino? E poi, ancora che l'etica si potesse apprendere fuori della Chiesa, fuori di lei l'appresa etica, cioè l'appresa scienza dell'amore, non si converte in amore ». "

ACROBATA

Chiunque voglia « arrivare » dev'essere, anzitutto, un eccellente e resistente acrobata.

Si avverta, però, che non bastano più i vecchi giocherelli degli equilibristi come sarebbe tenere il piede in due staffe o attaccarsi ai rasoi. Ci vuole ben altro!

L'acrobata nuovo stile, politico o letterario che sia, deve saper dire con una sola lingua e nello stesso tempo

tredici discorsi diversi; deve, colla stessa unica lingua, baciare, leccare, pulire, lustrare venti paia differenti di scarpe, stivaletti, babbuccie e pantofole; deve, collo stesso piede destro, dare una carezzosa pedata nello stesso momento che tira un calcio destinato a mutarsi in genuflessione e infine deve dar l'impressione, colla fulminea simultaneità, di possedere almeno sette deretani diversi per poter sedere contemporaneamente a un banchetto, a una seduta del Parlamento, a una conferenza, a una riunione di partito, a un caffè, sui guanciali di una fuggente automobile e finalmente, meritato riposo, sul seggiolino di un pubblico water closet.

ACTA SANCTORUM

Il registro sempre aperto

degli ostaggi che la specie umana manda al Paradiso per risparmiare a tutti i loro cattivi o deboli fratelli l'incenerimento definitivo della nostra formicaia privilegiata.

ADAGIO

Parola chiocciolesca, superata, morta; si cancelli subito, non se ne parli più.

Ma che adagio! Il nostro tempo, munito di motore a scoppio, ha adottato «la maniera forte .

Tutto, oramai, dev'esser rapido e forte:

Parola forte, pugno forte, politica forte, gioventù forte, governo forte, aceto forte, stomaco forte, peto forte.

Avanti, perdio! Tutto a macchina !

Volete scrittori, politici, artisti, inventori, ciarlatani, corruttori, filosofi, avvelenatori, alienati, taumaturghi, cinedi, prestigiatori, truffatori, vigliacchi, sicari? Pronti. Volete guerre, rivoluzioni, pronunciamenti, processioni,

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