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Col. Sei uno stravagante! Incontriamo colai sulla strada, senza neppure saperne il nome, e tu gli dai quella poca provigione cibaria che ne rimaneva! Gas. Noi avevamo fatto colezione, e quello sventarato era digiuno: io faccio volentieri carità... quando ho la pancia piena.

Col. E ciò non bastava; gli desti anche la borsa ! Che ci rimane, quando avremo consumate le poche monete che intascasti ?

Gas. Scienza, e filosofia.

Col. Due belle risorse!

Gas. Con la prima si può diventar ricchi.
Col. E con la seconda ?

Gas. Ridersi di non esserlo.

Col. Sei misantropo, dici sempre male degli uomini, e poi li soccorri a scapito del proprio interesse ! Gas. Odio la specie umana in generale, ma in particolare procuro giovarle.

Col. Diversità di temperamento! Io amo i miei simili, ma non do loro un soldo, se li vedo a cascar morti.

Gas. Questo è quello che fanno tutti. Orsù pensiamo a noi. Oggi è giorno di festa, inoltriamoci nel paese, e procuriamo di vendere il nostro balsamo salutare.

Col. Che balsamo, se non ne abbiamo? Il balsamo, le polveri, gli spiriti, gl' impiastri, tutto è rimasto nelle casse, in potere del nemico.

Gas. Oh diascolo! non ci pensavo più! E questa va ligia?.. (Aprendola, e guardandovi per entro.) Un fiaschetto... una scatola... abiti di gala... e null' altro! Come si fa!.. Bisognerebbe a primo colpo richiamare l'attenzione di questi villani con qualche cosa di straordinario, d'incredibile... con qualche cosa infine non mai veduta, nè intesa. Col. Ed in qual modo? Senza macchine, senza carrozza senza tromba... Per dar ad intendere che

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la Fama decanta le nostre opere, bisogna almeno averne la tromba.

Gas. Aspetta... mi passa per la mente un'idea, che certo non ebbe mai alcun Dottore al mondo. Col. Per carità, non fare altre esperienze fisiche ! Gas. Non uscirò dall' arte medica. Col danaro che mi resta farò pubblicare dal Tamburo del villaggio uno strepitoso manifesto.

Col. Dimmi almeno di che si tratta.

Gas. Lo saprai dal Tamburo... Fermati quì, e cerca studiare il carattere degli abitanti... Eccone molti appunto che si avanzano... Giudizio, e faccia franca! (Parte frettoloso.)

Col. Quanta gente!.. Come è allegra!.. Sembra l'accompagnamento d'una sposa! Rimettiamo questa valigia, e cominceranno poi le nostre osservazioni. (Si ritira fra le ruine. )

Coro.

SCENA II.

Tuffiador, Estella, Zerlina, Gregorio,
e Contadini d'ambo i sessi.

Coppia eletta amor t'arrida,
Sia per te la vita intera
Qual serena primavera,
Quale un sogno di piacer.
Ti sia norma, ti sia guida
Un sol core, un sol pensier.

Est. Amici, a voi son grata: il cielo accolga

Si fausti voti.

Tuf.

Al nunzial contratto

M'è d'uopo vigilar, quindi le parti
Lo segneranno; ma preceder deve
L'indispensabil rito del banchetto...
Al qual presiederò.

Gre.

Sposa nomarti

Fia dato a me, pria che tramonti il sole !

Est. Sposa !..

Zer.

Est.

La più gentil fra le parole!
(Da un altro labbro, ahi misera !
Sperai quel nome udir!

Quest' era il mio più fervido...
Il solo mio desir.

Ma sogno, ma delirio
La mia speranza fu!

Quel caro labbro è gelido...
Non parlerà mai più. )
La sposa è melanconica !
(Estella !..

(Tirandola pel lembo della veste
esortandola a non farsi scorgere. )
Zitto, sciocchi !

Coro.

Zer.

Tuf.

Gre.

Coro

Zer.

Est.

Tuf.

Zer.

Tuf.

Vi sembra ciò probabile ?

Gonfi di pianto ha gli occhi!

È vero!..

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lo questo nol permetto.

Ma...

Lo domanda l'Alcade :
Piangete si, o no?
Non piange... o di letizia
Soltanto... (c. s. )
Allor si può.

Est. (Con forzato sorriso.)

Si, di pianto ho il ciglio asperso,
Ma di gioia in tal momento...
Ha le lagrime il contento,
Mal si regge al suo poter...
( Ahi! le lagrime ch' io verso
Non son quelle del piacer!)
Tuf. Zer. Coro.

Coppia eletta amor t'arrida,
Sia per te la vita intera

come

Qual serena primavera

Quale un sogno di piacer.

Gre. (Ad Est. con esagerata passione. )
Mi fia norma, mi fia guida
Il tuo core', il tuo pensier.

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Colantonio, che resta nel fondo, e detti.

Gre. Ebbene signor Alcade, volete compiacervi d'entrare in casa della mia fidanzata? Il notajo desidera che voi diate anticipatamente una scorsa ai capitoli matrimoniali.`

Zer. E per questo che siamo venuti a prendervi a

casa vostra.

Tuf. Ma io deggio recarmi al Comune, ove mi chiamano gl' interessi della patria.

Gre. Pochi momenti; uscirete quindi dalla porta del giardino, e risparmierete un bel tratto di via. Tuf. Io avea deciso di venire soltanto ad ora di pranzo: basta; poichè me ne pregate... ( Per entrare. Col. (Avanzandosi.) Alcade venerabile, gentili fidanzati, concedetemi l'onore di presentarmi a voi. Tuf. Chi è questo mortale ?

Col. Un filosofo valentissimo, che ha corso il mondo dall' uno all'altro capo, un sapiente di prima qualità, celebre per le sue ricerche, pe' suoi trovati maravigliosi, e che ora trovar vorrebbe presso di voi una buona tavola, ed un morbido letto. Tuf. Noi non diamo ricetto a' vagabondi. Col. Mi ha conosciuto a prima vista! ) Gre. Si si, andate via. Figuratevi se voglio accrescere la brigata, d'uno scroccone di più! Non bastano i parenti, e gli amici che qui vedete? Quanto costa un matrimonio !...

Col. Credo che costi più a lei, che a voi! (Avendo notata la mestizia di Est.)

Gre. Come a dire? Son io che spendo il mio danaro.. Est. Gregorio, non sai tu che il ricco deve far parte al povero di ciò che possiede ?

Gre. Bella massinia per far diventar povero anche il ricco! In tal caso non serviva che il mio pro-zio crepasse, per lasciarmi la sua eredità.

Tuf. Ma cospettone! son io l'Alcade, o un cavolo da starmene qui piantato? Giacchè mi abbasso a trattare con voi, non abusate della mia bontà : lasciate stare quello sfaccendato, ed entriamo. Gre. Eccomi, eccomi. A rivederci. ( Ai contadini. ) Coro. Evvivano gli sposi !

Est. Vi attendo a pranzo. (I contadini partono.) Gre. Verranno, verranno... Quanta smania di farsi mangiar le costele! (Entra con Tuffiador in casa di Est.

Zer. Non vieni?
Est. Un istante.

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Mi rincresce signor forestiere che foste si malamente accolto: per altro, son io la padrona di questa casa, e quando vi piaccia rimanere, sarà mia cura che vi diano quantò vi

Occorre.

Col. Sarei troppo indiscreto dicendovi che ho meco un collega, e quindi...

Est. Penserò ad entrambi.

Col. Quanto siete cortese !

Est. lo pure alla mia volta dovrei chiedervi un fa

vore.

Col. Parlate.

Est. Voi che avete viaggiato per tanti paesi, ditemi, non vi siete mai imbattuto in un bel giovine, nativo di questo villaggio, per nome Pedrillo?

(Con sommo interesse.) Col. Pedrillo? No davvero, e ne sono dispiaciuto, perchè... già capisco!.. egli era il vostro amante. Est. Era mio cugino... l'amico della mia infanzia... Egli parti, cercando fortuna, nè mai per molti

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