SCENA VII. Gregorio, Estella, e detto Gre. (Ancor dentro.) Che cosa dite signor Alcade?.. Oh la vedremo!.. ( Uscendo.) Siete voi il medico dei morti? Gas. Presso a poco. Gre. È vero che non farete più resuscitare l'Alcade Gonzales? Gas. È vero. Gre. Voi mancate alla vostra promessa: il pubblico vi crederà un ciarlatano. Gas. Con tuono grave.) Il pubblico mi crederà per quello che sono . Risusciterò invece il si gnor Geronimo. Gre. Ma quello era mio pro-zio! Gas. Tanto meglio! Gre. Tanto peggio! Est. Che animo cattivo è il tuo, Gregorio! Gre. Anzi parlo per bontà d'animo. Egli era asmatico, podagroso, pieno di reumatism. Quando.. morì, tutto il villaggio diceva: buon per lui, così ha finito di penare! Sarebbe dunque una crudeltà richiamarlo dall' altro mondo.... Gas. In somma ?.... Gre. In somma procurate di risorgere un altro morto, Est. Ve lo indicherò io. (Piano a Gas.) Gre. Mentre ho ereditate tre fattorie ... Gas. Dal signor Geronimo? Gre. Certamente, e capite bene... cinque dobloni d'oro. Questi souo Cas. Cinque dobloni per un pro zio si ricco, padróne di tre fattorie ?.. O datemi subito venti dobloni, o li domanderò fra poco a lui medesimo. Gre. No, no... eccoli. Ma son poi sicuro ?.. Gas. La mia parola d'onore, che il vostro pro-zie non risusciterà. Gre. Riposo alle sue ceneri... ( ed alla mia ricchezza!) (Parte.) ... Gas. Eccomi a te bella creatura Sei forse la moglie di questo Gregorio ? Est. No, ma la soa fidanzata. (Mestamente. ) Gas. Non sembra che lo sposi troppo di buona voglia! Il tuo nome ? Est. Estella. Gas. E qual è il morto che mi proponi ? Est. Il mio cugino Pedrillo. Gas. Il cugino Pedrillo? Ma bisogna che tu m'informi un poco de' fatti suoi. ci Est. Ecco tutto. Noi fammo allevati insieme amammo, e volevamo sposarci, ma i genitori miei si opposero, dicendo che non era partito che mi convenisse... Viveva allora on zio di Pedrillo, dovizioso mercante, ma egli era inasprito contro il nipote, per alcuni suoi errori giovanili, onde il povero cugino abbandonato da tutti, lasciò la patria, or son cinque anni, per tentar la sorte... ed invece mori sopra una terra straniera! Gas. Non importa, io lo risusciterò: ma ta rispondi con precisione alle mie domande. Est. Gas. Est. Est. Gas Est. Gas. Qualche terra ei possedeva? Qualche terra? No, signore. Est. Est. Gas. Est. Io.. Gas. Est. Quel zio ricco avea soltanto... Ricco, è vero, ricco ? E quanto! Tu! Certo; e ne destino Gas. (Colpito.) Come!.. E l'altra ? Est: E l'altra, a voi Gas. Est. Gas. Per mercede la darò. (Nobil core!..) E credi ?., e vuoi?.. Aibò, aibò. Est. (Prendendo le mani di Gas. è covrendole di lagrime.) In voi quest' alma confida e spera... Al cor vi scenda la mia preghiera ; E se non basta quant' io posseggo, V'offro il mio sangue, la vita ancor... Se al mondo ei torna, s'io lo riveggo. Morro contenta... morrò d'amor... Gas. Che fai?.. che dici?.. Mi sembri pazza!.... Ma via, sta ferma bella ragazza..... Est. Gas. Est. Gas. (Quegli occhi versano di pianto an rio!.. ́ Ah! che mi sento commosso anch'io !.. Ah! crudel non rispondete? lo crudel?.. (Imbarazzato. ) Si, si. Ti pare!.. (Sempre c. s.) ** Est. Gas. Est. Gas. Est. La promessa fatta avete... Che mancare !.. (Se la tolgo dall'inganno Questa muor d' apoplessia!) Ma Dottor, la morte mia Voi bramate. (Cacciandosi le mani fra capelli, e battendo disperatamente i piedi. ) Gas. (Con scoppio di pianto.)(... Io ch' ho da far? ) Est. (Facendo volgere Gas. dalla sua parte, e vedendo la sua commozione.) Gas. Ah! voi siete intenerito!.. Si, Pedrillo fia risorto... Lascio il vivo, e prendo il morto... (Con estremo trasporto di gioia, ed in atto Ei fanciulla?.. ferma, senti .... Ma... però cioè ... rifletti ... (Non ho scuse! non ho detti ! E costei per mia rovina Estella ripete i versi precedenti, quindi parte frettolosa. ) Gas. Estella?. Estella?: Aspetta.. non andare ... Corre come una lepre !.. Non c'è più rimedio !.. Maledetto Pedrillo !.. maledetto il momento che feci pubblicare quel bizzarro manifesto! ( Nella mas sima disperazione si strappa la veste sfarzosa, la getta per terra e la calpesta. ) SCENA VIII. Colantonio, e detto.. Col. (Colmo di gioia, ed avendo un sacco sotto il braccio.) Collega, collega gioisci meco!.. il merito alla fine è conosciuto! la virtù è premiata! In questo sacco vi sono millecinquecento reali! Gas. Vuoi star fresco tu pure!) Col. Pare che in questo paese non amino troppo gli antenati !* Entrai nella casa d'un ricco mercante, che ha perduta la moglie, e vive in una tranquillità, sconosciuta per lui quando ella esisteva ́, al solo nome della defunta è corso allo scrigno, e mi ha posto in mano trecento reali. Dopo mi sono imbattuto in due che si erano rimaritati... Figurati il loro spavento! fu doppio guadagno !' Qui minaccio di rendere la vita ad un procuratore, e tutti i suoi clienti si levano in inassa, dandomi una bella somma, perchè si lasci ove si trova. Annunzio colà il ritorno di un vecchio medico, e l'intero villaggio fa un guanto per non turbare il suo eterno riposo. Ah! la tua scoperta val più di quella di Cristoforo Colombo! Egli dovè correre sino ad un: altro mondo a tentar fortuna, e noi la facciamo in questo! Gas. Il nostro vascello si è arrenato! Mi son compromesso di resuscitare un certo Pedrillo, un povero diavolo, che non aveva nulla, ed in conse guenza non v'è un cane che si opponga.... |