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ch'egli intendeva chiedere agli stati generali: "La soppressione dei piccioni, dei conigli e dei frati. Quale bizzarro accozzamento, disse il signor di Coigny. Ma, no davvero, replicò l'assennato fiittaiuolo, mi pare anzi semplicissimo, poichè i piccioni ci mangiano in seme, i conigli in erba, ed i frati i covoni. "

Le tre domande.

Federigo il grande, re di Prussia, aveva il costume, ogni qualvolta egli vedeva fra i soldati della guardia un nuovo ascritto, di fargli queste tre domande: "Quanti anni avete? Da quanto tempo siete al mio servizio? Ricevete voi la paga e il vestimento come lo bramate?,, Un giovane Francese desiderò d'entrare nella compagnia delle guardie. Il suo bello aspetto lo fece accettare senza difficoltà, ma egli non intendeva il tedesco. Il suo capitano l'avvisò che il re l'interrogherebbe, gli raccomar dò d'imparare a mente le tre risposte ch'egli dovrebbe fare. Infatti, egli le imparò e presto, e la domane Federigo gli si accostò e lo interrogò, se non che egli incominciò dalla seconda domanda: "Quanto è che siete al mio servizio? Ventun' anno, rispose il soldato. Il re, considerata la giovinezza, che non faceva presumere che egli avesse portato tanto tempo il moschetto, gli disse con

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atto di sorpresa: "Quanti anni avete? Un anno, colla buona grazia di vostra Maestà. Federigo ancora più attonito, esclamò: "Voi od io abbiamo smarrito il senno! Il soldato prese quest'ultime parole per la terza interrogazione e replicò ricisamente: "L'uno e l'altro, col permesso di vostra Maestà. Ecco, disse allora Federigo, la prima volta ch'io mi vedo trattare da pazzo alla testa della mia armata.,, Il soldato che aveva esaurita tutta la sua cognizione di tedesco non parlò più, e quando il re, voltandosi verso di lui, lo interrogò nuovamente per penetrare quel mistero, egli gli disse in francese che non capiva una parola di tedesco. Federigo si mise a ridere, gli consigliò d'imparare la lingua che si parlava nei suoi Stati, e lo esortò con bontà a fare bene il suo dovere.

Il confronto.

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Il signore di Talleyrand perdè la grazia del re Luigi XVIII dopo il discorso ch'egli pronunzio, nella camera dei Pari contro il progetto della guerra di Spagna nel 1823. La domane della tornata nella quale il Talleyrand fe' prova d'una opposizione alla quale egli non aveva avvezzato il re, Luigi XVIII ricevendolo gli domandò se non intendeva ritornare in campagna: "No, sire, eccetto chè

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vostra Maestà vada a Fontaineblau, dove avrei l'onore di accompagnarla per adempiere ai doveri del mio ufficio. Ma, non voleva dir questo, ripigliò il re; io vi domando se non siete risoluto di ritornare nei vostri possessi? -No, sire. Ah!... ma ditemi un po' quanto c'è da Parigi a Valencai? Sire, vi ha quattordici leghe di più che da Parigi a Gand. (Per comprendere il sale di quella risposta, convien sapere che Valencai era una villa del Talleyrand nella quale Napoleone I tenne quasi prigionieri i principi Spagnuoli quando ebbe tolto loro il trono e ciò per far dispetto a Talleyrand che aveva disapprovato quella violenza. Gand poi è una città nel Belgio nella quale si riparò Luigi XVIII, nei cento giorni.)

Più care.

Essendo a Saint-Ouen, Luigi XVIII leggeva al principe di Talleyrand, capo del governo provisorio, lo Statuto (o Carta) costituzionale ch' egli si proponeva di dare alla Francia: "Sire, disse Talleyrand, osservo una lacuna. Quale? Lo stipendio dei membri della camera dei deputati.

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Ma, intendo che le loro funzioni sieno gratuite; così esse

saranno più onorevoli.

Si, sire, si! ma...

così... gratuite... le saranno più care. "

Il viso di Talleyrand.

Il viso di Talleyrand era d'una impassibilità tale che fece dire a Murat: "Se quando quell'uomo vi parla, il suo deretano ricevesse una pedata, la sua faccia non ne darebbe segno!"

Il diplomatico astuto.

L'imperatore Napoleone I irritato della ingratitudine, almeno apparente, del principe di Benevento (Talleyrand), gli disse un giorno con voce piena d'ira: "Pensate forse che s' io venissi a morte voi sareste capo d'un consiglio di reggenza... Ma rammentatevi bene questo: se io ammalassi gravemente, voi sareste morto primo di me! Sire, ripigliò senza turbarsi l'impassibile diplomatico, io non aveva bisogno di questo avvertimento per porgere al cielo delle fervide preci per la conservazione dei giorni di vostra maestà.",

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Mazzarino.

Il cardinale Mazzarino avendo saputo che avevano scritto un gran numero di libri per infamarlo, finse d'irritarsene, e fece ricercarne tutte le copie, come per arderle. Quando le ebbe tutte raccolte, le fece vendere segretamente, e ne cavò diecimila scudí.

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La causticità del Talleyrand non risparmiava quelli che avevano la disgrazia di non andargli a genio. Maret, duca di Bassano, era il primo fra questi, e questa inimicizia faceva dire un giorno al principe di Talleyrand: "Io non conosco che una persona più bestia del signor Maret. Chi mai? gli fu domandato. Il duca di Bassano. "

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Male impiegato.

Il duca d'Ossuna aveva una moglie bellissima, ma molto viva ê gelosa. Avendo essa saputo che suo marito aveva scelto, per farne un abito ad una attrice, sua druda, un taglio di un bel drappo, si recò dal mercante, e se lo fece consegnare come se fosse la persona alla quale esso era destinato. Fattosi fare l'abito, se ne vesti, andò a trovare suo marito, e gli disse: "Non vi pare bellissimo questo drappo? Si, rispose il marito, accortosi e stizzito di quel tiro della moglie, è bellissimo, ma è male impiegato, Cosi dicono di me,„ ripigliò la duchessa.

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