Non vi giunse; ed io cerco appunto il loco Per vederlo passar quando v'ascenda. I'l'ho: se amico è Cesare a sè stesso Si che orecchio mi dia, vo' scongiurarlo PORZIA Alcun periglio L'INDOVINO Che il minacci sai tu? Non so che a lui Debba male accader; temo che il possa. E volgo supplicante, affogar ponno (parte) PORZIA Ritrarmi è forza. Oime! che debil cosa è il cor di donna! (partono) FINE DELL'ATTO SECONDO. SCENA I. ROMA. Il Campidoglio. Il Senato è in sessione. Il POPOLO in folla per la via che conduce al Campidoglio; ed in mezzo alla moltitudine ARTEMIDORO e l'INDOVINO. -Squillo di trombe Entrano CESARE, BRUTO, CASSIO, CASCA, DECIO, METELLO, TREBONIO, CINNA, ANTONIO, LEPIDO, POPILIO, PUBLIO e Séguito. CESARE (vedendo l'Indovino) G'Idi di Marzo son venuti. L' INDOVINO Ma passati non son. È vero; |