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A poco a poco l'amicizia diventa abitudine e perciò meccanica; e quel calore che sulle prime era fatto di speranza diventa tiepidume fatto di ricordo se pur non degrada fino al ghiaccio della tolleranza.

L'unico motto di spirito, e il più profondo pensiero, di quel professorone che fu a' suoi tempi Aristotele è il suo detto favorito:

Cari amici, non esistono amici!

AMICLATE

Pescatore talmente povero, e nella sua povertà, tanto sicuro che a' tempi delle guerre civili lasciava aperto l'uscio di casa anche la notte e una volta che vi capitò Giulio Cesare, che stava per passare l'Adriatico, lo accolse senza far mostra di meraviglia e di paura. E per questo fu giustamente eternato da Dante, là dove dice che la Povertà rimase, da Cristo a San Francesco, zitella:

Nè valse udir che la trovò sicura

con Amiclate, al suon della sua voce
colui che a tutto il mondo fe' paura.

AMICUS PLATO, SED MAGIS AMICA VERITAS Pare che l'abbia detto Aristotele, e oggi lo ripetono tutti quelli che, colla scusa d'essere amici della verità, voglion dir male dei loro amici.

Si racconta che Giuda, il quale era uomo dotto, dicesse a Caifa:

-Sono discepolo di Gesù ma vedo bene che insegna errori troppo pericolosi : mi dispiace: sono amico di Platone ma più ancora della verità.

AMIEL (1821-1881)

Svizzero sfortunato, che voleva credere e non credeva, voleva creare e ruminava, voleva esser celebre e si nascondeva. Raccontò i suoi patemi d'animo di profeta rientrato e di poeta abortito in un Giornale Intimo ch'è diventato il libro di testo di tutti quelli che esauriscono la loro potenza descrivendo la propria impotenza.

AMLETO

Guardarsi dagli uomini timidi e indecisi. Il principe Amleto traccheggia per quattro atti non sapendo se deve vendicare si o no il padre assassinato. Ma quando si decide apriti cielo : ammazza Polonio, fa morire Ofelia, uccide Laerte, è causa della morte del patrigno e della madre e finalmente, sazio di tanto massacro, si decide a morire anche lui per evitare il definitivo spopolamento della Danimarca.

AMMAZZA RE

Indicativo presente :

Io ammazzo
tu ammazzi

egli ammazza
noi ammazziamo

voi ammazzate

coloro ammazzano.

E l'Omo Salvatico, rallegrandosi : quando vi sarete ammazzati tutti allora diventerò domestico!

AMMIRARE

La storia umana (ha l'abitudine di sentenziare il professor Mediani) è un immenso cinematografo sempre in moto, sul cui schermo, spinte dalla benefica legge del progresso, passano continuamente nuove persone e nuo

ve cose.

Perciò rimpiangere il passato è puerile e voler tornare indietro è pazzesco. Tutt'al più (per dirla col cantore di Satana) morto Giove, resta l' inno del poeta. Ma per quanto ? Poichè l'avvenire per sua natura essendo sempre in testa e mai in coda è più ricco e grandioso del passato, anche gl' inni nuovi debbono esser più belli degli inni vecchi. Vorreste sostenere per esempio che il nostro Gabriele d'Annunzio è meno poeta di Dante ? Pensate che da Dante al cantore della «Città olocausta » sono trascorsi ben cinque secoli; e in cinque secoli, ne scorre della sapienza e della poesia sotto i ponti !

Io non so capire dunque il perchè, se tutto si perfeziona, solo la poesia non dovrebbe perfezionarsi. Ma la mia

regola fondata sulla teoria dell'evoluzione (la quale, checchè si dica, resiste vittoriosamente con l'eloquenza dei fatti ad ogni critica) è infallibile. Per esser sicuri che la nostra ammirazione sia veramente giusta bisogna ammirare (il che del resto è anche da buoni cittadini) gli usi, i costumi, le arti e le scienze del nostro tempo; perchè se il passato ebbe del buono, il presente ne ha certamente di più e l'avvenire ne avrà più ancora.

Ricordate il ballo Excelsior ?

La fiaccola del progresso è destinata a vincere ogni tenebra ad a varcare ogni confine.

AMMUFFIRE

Anche il cibo perfetto, il pane, ammuffisce e si dice che una fede è ammuffita quando gli stomachi son troppo guasti e i cuori troppo aridi per risentirne la freschezza e il nutrimento.

I signori dei quattrini e delle filosofie regalano generosamente il pane ammuffito e la religione ammuffita ai poveri. Per loro, dicono, qualunque cosa è anche troppo

buona.

E sgranocchiano, intanto, collo stesso appetito, i panini di Vienna e i sofismi di Berlino.

AMNISTIA

« Les pouvoirs amnistient les coupables mais les coupables n'amnistient pas les pouvoirs qui les ont condamnés....

Dans un mouvement d'imprudence magnanime, le Pouvoir brise sur son genou le glaive de la justice; les partis ne brisent pas l'épée de l'hostilité sur le leur. C'est une raison de plus, au contraire, pour l'y aiguiser ». BARBEY D'AUrevilly.

AMO

Arnese insidioso, col quale si chiappano, in mare e in terra, ogni genere di pesci.

Tutti i pescatori, in tutti i luoghi e in tutti i tempi, hanno gittato l'amo in acqua e in terra: ami di varie forme e con esche diverse; e sempre hanno fatto preda.

I pesci non son molto intelligenti: vedendo qualche cosa d'appetitoso, accorrono e abboccano; e quando son rimasti infilati nell'uncino, allora, dibattendosi invano, s'accorgono, poveri pesci, che sarebbe stato meglio non abboccare.

Anche la Chiesa pesca l'anime da venti secoli; ma, specialmente in questi ultimi tempi, non tira su quasi nulla.

I pesci, diventati liberi pensatori, pensano che è meglio farsi pescare dal Diavolo che da Dio; e piuttosto che entrare a far parte della Vita Eterna, preferiscono d'esser fritti nelle varie rosticcerie dell'Inferno.

AMOR DIVINO

Era quello del Creatore per le creature e delle creature per il Creatore.

Ma non esiste più.

Anzi possiamo dire che non è mai esistito, dal momento che Dio non fu che una pura immaginazione degli uomini del passato, i quali non erano al corrente come noi delle leggi naturali che reggono, sole ed eterne, questo eterno gran macchinario dell'universo, in cui l'uomo non è che un atomo pensante, continuamente emanato e riassorbito dal Gran Tutto.

Perciò niente sogni d'una divinità trascendente o d'un Dio provvidenza, di cui cianciano ancora, sebbene in tono sempre più basso, gli ultimi preti.

L'uomo è qua per pochi minuti; poi si dissolve; poi rinasce; poi si ridissolve. Goda dunque il suo attimo di luce, fra le due tenebre. Ami tutto ciò che si sente, si gusta, si tocca, si vede e si odora. Ami insomma, intensamente e senza scrupoli, tutto ciò che gli fa piacere donne, oro, sangue, vino, tutto, fuori che Dio. Perchè sarebbe curiosa che si dovesse amare ciò che non esiste e che, per questo amore puramente immaginario, ci și dovesse privare di tutte quelle cose reali e piacevoli che se non le chiappi oggi, domani, essendo morto, non le potrai più chiappare.

Così parlerebbe abitualmente l'uomo moderno, se que

sto animale maledetto avesse sempre il coraggio del proprio cinismo e non fosse trattenuto da certi superstiti fariseismi, che lo rendono ancor più ripugnante.

AMOR FRATERNO

Il padre, disteso sul letto, non dice nulla plice ragione che è morto.

I due fratelli, frugando nel cassettone:

per
la sem-

<< Eppure dev'esser qui ». Con le mani convulse, che sembrano artigli, buttano all'aria fazzoletti, camice, mutande, colletti e cravatte; finalmente una delle quattro mani, afferra una busta. I due fratelli sospettosi e bramosi si sorvegliano a vicenda; quello che ha trovato ciò che l'uno e l'altro cercavano, lacera la busta, spiega un foglio, legge con voce tremante; l'altro, avidissimamente, segue con gli occhi; già, quasi senza accorgersene, con una mano ha afferrato un braccio del fratello; il morto ha lasciato al primo tutto il patrimonio; all'altro la pura «legittima ».

Il primo si sforza di celare la propria gioia; il secondo non può trattenere il proprio odio. A un tratto l' ira lo accieca; con una mossa tigresca strappa, per distruggerlo, il testamento al fratello; questi si scaglia sull'altro; si acciuffano, si avviticchiano, lottano, urtano sul morto, si picchiano sul morto, cascano insieme col morto sull' impiantito.

E qualcuno, invisibile, ma presente, è soddisfatto che il denaro seguiti a servirlo così.

AMORE DEL PROSSIMO

<«< Ama il prossimo tuo come te stesso », insegna Cristo. E il Borghese risponde: «Niente affatto. Anzi, per parlarti chiaro, devi sapere, una buona volta, che, con coteste massime, i giudei fecero ottimamente a metterti in croce.

Il primo prossimo, dice il proverbio, è se stesso; ed io, che non ho grilli per la testa, perfeziono perfino il proverbio dicendo: « L'unico prossimo è me stesso »; e rifiuto le tue poesie.

Ci siamo intesi ? »

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