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Ai napoletani, in genere, non piace e lo sbertucciarono il De Sanctis, il Bonghi, il Settembrini ma quanto i meridionali s'intendono d'arte letteraria si può agevolmente riscontrare anche oggi ne' saggi critici di Benedetto da Pescasseroli.

BARTOLOMEO APOSTOLO (SAN)

On n'a pas mutilé Barthélemy et nulle des deux mains ne lui manque.

On n'a pas lié les pieds de l'Apôtre, on ne lui a pas coupé la langue,

On l'a tiré de son fourreau comme un sabre et l'on a mis

au vent

L'Ange ensanglanté du Seigneur et l'homme rouge qui était par dedans.

Marche maintenant, on ne te retient pas ! Fais trois pas, colonne de Dieu!

Rien n'a plus prise sur toi. Tu n'as plus de surface ni de

cheveux.

Apôtre vraiment nu! athlète vraiment dépouillé !

Fuif! Homme pur! tu n'as plus de peau ni de visage et l'on ne sait plus qui tu es.

Mais Lui n'a pas oublié Son apôtre et te reconnaît.

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Il n'y a pas besoin de visage pour faire trembler le monde et coucher l'immense Enfer!

PAUL CLAUDEL, Corona benignitatis anni Dei.

BARZELLOTTI GIACOMO (1844-1917)

Povero Barzellotti! Aveva i gravi torti di esser nato in Toscana, di non essere hegeliano, e di scrivere in modo chiaro, sicchè i Dioscuri dell' idealismo prussico-suditalico gli saltarono addosso e gli amareggiarono gli ultimi anni. L'Omo Salvatico ricorda, però, che il Barzellotti, in epoche di basso positivismo, non sdegnò di riconoscere l'importanza delle religioni e che scrisse perfino un libro sul cosiddetto profeta di Arcidosso, David Lazzaretti.

BARZILAI SALVATORE (1860)

Giudeo triestino, avvocato, calò a Roma in cerca di fortuna e di gloria. Da irredentista fu promosso deputato ; da deputato fu promosso senatore; da senatore fu promosso presidente dei giornalisti italiani, memori che nel 1880 Barzilai s'era buttato alla letteratura con una commediola intitolata la Quarta Pagina. Per dare un'idea della sua valentia poetica citiamo:

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Fumo la pipa e dormo dodic'ore

Fu, nel '15, ministro senza portafoglio: la più grande umiliazione che potesse capitare a un nipote di Abramo.

BARZINI LUIGI (1873)

Globe trotter in express, discepolo di Archibald Forbes, di Rudyard Kipling e del New York Herald. Scrive in italiano (scuola de Amicis) soltanto perchè il Corriere della Sera

bontà sua si stampa a Milano. Ma ora, coerente, dirige un giornale a New York. Ha occhi talmente buoni che vede anche quel che non c'è e tale acutezza che indovina quel che tutti sanno.

BAS-BLEU

Un interessantissimo esemplare vivente di questi animali graziosi e benigni di sesso neutro, dal cervello uterino e dall'anima di bambola, sembra, secondo il giornale bolscevico Nakanunie, che esista in Russia e ci vien descritto così:

« A Saratoff, dove la carestia fu più grave che altrove, una signorina, in una piccola cerchia di poeti, lesse dei versi in cui celebrava lo squisito sapore di una coscia umana e la incomparabile gelatina fatta con la carne della propria madre. I poeti ascoltavano, rapiti; soltanto un vecchio giornalista osò protestare a bassa voce ».

Si domanda: Quando, anche in Italia, qualche cosa di simile?

Tutto sta, mie care bas-bleus, nel saper marciare a passo di corsa col vostro diavolo custode.

BASILIO (S.) (329-379)

Patriarca dei monaci d'Oriente; studiò filosofia sotto Libanio; poi medicina e avvocatura. Ma presto si avvide che non c'è filosofia al difuori di quella degli Evangeli; e altra medicina fuor di quella di Cristo; e codici superiori a quelli della Chiesa. Si rifugiò nel deserto, raccolse molti monaci in un convento, e vendè il suo per soccorrere i poveri; contentandosi di dormire in terra e di mangiare una volta sola al giorno, pane ed acqua: soltanto le domeniche aggiungeva un po' d'erbe.

Nel 362, tornato a Cesarea sua patria, fu invitato da Giuliano l'Apostata (già suo compagno di studi) a recarsi alla sua corte. Basilio rispose che la vita da lui intrapresa lo rendeva ormai disadatto all'ufficio di cortigiano. Giuliano, offeso, riscrisse ordinandogli di pagare al fisco mille libbre d'oro se non voleva veder Cesarea distrutta. Basilio rispose che il suo l'aveva dato tutto ai poveri e rinfacciò all' imperatore la sua apostasia. L'Apostata giurò di ucciderlo al suo ritorno dalla guerra di Persia ma non potè chè vi rimase ucciso.

Si racconta che una donna scrisse tutti i suoi peccati in una pergamena e la dette a S. Basilio perchè pregasse per lei. Quando il santo ebbe pregato le rese lo scritto: l'aprì, e tutti i peccati erano cancellati, meno l'ultimo, il più grave. E quella donna tornò ancora una volta e vide che portavano Basilio, morto, al sepolcro. Allora pose la pergamena sul cataletto e dopo un po' la riprese: e non v'era più nessuna traccia di scritto.

Questo vuol significare che i santi, a dispetto delle facili irriverenze, son più potenti dopo la morte - perchè più vicini a Dio che in vita.

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BASISTA

Personaggio molto considerato dai signori « camorristi ». È colui che getta le basi d'un «bel colpo ». Potrebbe dunque fare scuola a molta gente onesta che unicamente non delinque per mancanza di pratica.

BASSI-FONDI

Si sottintende « della società ».

Così è chiamato, dall'olezzante Borghese, quel cenciume (infetto, si capisce, nel corpo e nell'anima), che brulica pei quartieri poveri delle grandi città.

L' Omo Salvatico immagina l'apparizione improvvisa, in una metropoli moderna, di N. S. Gesù Cristo.

Egli sarebbe vestito di luce; ma i peccati degli uomini ben vestiti, formandogli intorno come una foltissima nebbia, nessun rispettabile cittadino potrebbe vederlo.

Egli attraverserebbe così, da nessuno riconosciuto, le grandi e sfarzose vie dei signori; ma poi ́s' inoltrerebbe (poichè i poveri attirano il Povero) sempre più splendendo, pei dedali miasmatici e cupi, abitati dalla malattia e dalla canaglia.

Là, questo Dioscandaloso e paradossale, ritroverebbe i suoi. La prostituta, il ladro, il lebbroso, il girovago, la rivendugliola, tutto l'umano brulichio seminudo dei vicoli ignominiosi, a poco a poco lo riconoscerebbe.

E allora quella doppia infinita miseria, che non ha più fiducia nell'uomo ed ha smarrito Dio, stenderebbe i suci stracci, come tappeti e arazzi di gran pregio, dinanzi ai piedi scalzi e forati del ritrovato Maestro.

Ed egli, sorridente, come tra fiori di paradiso, vi camminerebbe sopra, benedicendo e guarendo.

Ma intanto, la rumorosa gioia dei «bassi fondi » per aver tra loro il Divino Povero arriverebbe fino ai quartieri abitati dalle persone rispettabili.

Ed ecco, si formerebbe fra queste una gran paura. Correrebbero voci, dicendo che la rivoluzione è scoppiata ; che uno sconosciuto (di certo qualche terribile, bolscevico venuto dall'Oriente) ha «sollevato le masse ».

La questura si metterebbe in moto; gli onesti cittadini dalle persiane semichiuse vedrebbero passare trepidanti, plotoni di truppa, auto-blindate, mitragliatrici.

Ma il focolare della rivolta verrebbe cinto d'assedio; e allora (per nient'altra ragione che per ristabilire l'ordine), donne, bambini, vecchi, cadrebbero sotto il piombo della legge, « applicata con esemplare severità ».

Finalmente l'eccitatore « della sommossa » sarebbe preso; e sebbene la sua divinità splendesse più del sole, molti signori, non vedendo di Lui che un ammanettato tra le guardie, lo colpirebbero, nobilmente indignati, con le canne da passeggio e gli risputerebbero in faccia.

In ultimo, verrebbe fuori «l'edizione straordinaria >> : « La rivolta comunista domata Il suo capeggiatore arrestato Si tratta d'un emissario di Lenin ?».

E il giornale dei cattolici, superando ogni immaginabile zelo, così tuonerebbe.

<< Noi ci domandiamo (e non crediamo con ciò di venir meno ai nostri sentimenti cristiani) se non sia il caso, applicando il codice militare, di far passare per le armi questo esotico perturbatore della pubblica tranquillità ».

BASSO DELLA PENNA

Fiorentino arguto che teneva locanda in Ferrara. Di lui racconta il Sacchetti molti piacevoli motti e fra gi altri questi - che furon gli ultimi. Durante una pestilenza infermò e fu abbandonato da tutti. Chiama il notaio per far testamento e fa scrivere che gli eredi siano obbligati ogni anno «< il dì San Jacopo di luglio dare un paniere di tenuta di uno staio di pere mézze alle mosche, in certo luogo per lui deputato. E dicendo il notaio: Basso, tu motteggi sempre, disse Basso: Scrivete come io dico; perocchè in questa mia malattia io non ho avuto nè amico nè parente che non mi abbia abbandonato, altro che le mosche. E però essendo a loro tanto tenuto, non crederei che Dio avesse misericordia di me, se io non ne rendesse loro merito ».

Mentre era agli estremi « andò a lui una sua vicina, come tutte fanno, la quale avea nome Donna Buona, e disse: Basso, Dio ti facci sano; io sono la tua vicina monna Buona. E quelli con gran fatica guata costei, e disse appena che si potea intendere: Oggimai, perchè io muoia, me ne vo contento, chè ottanta anni che io sono vissuto, mai non me trovai alcuna buona ».

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